unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.24 del 1 luglio 2001

Inflazione
Da 30 denari a 3 miliardi

Non c'è che dire: negli ultimi duemila anni l'inflazione è andata al galoppo. Se per pagare il tradimento di Giuda sono bastati 30 denari per soddisfare le esigenze del Genoa Social Forum il governo Berlusconi ha dovuto sborsare 3 miliardi. E forse non basteranno a saziare gli appetiti di questi oppositori "dialoganti e non violenti" che trascorrono più tempo nelle stanze della questura e negli uffici di sindaci, prefetti e ministri che nelle piazze, a contatto con quella "società civile" che pretendono di rappresentare. Un'accozzaglia di associazioni, partiti, centri sociali, sindacati, tutti, per lo più, in concorrenza gli uni con gli altri, uniti soltanto dalla pretesa che il "nemico" (?) gli garantisca comode strutture per la loro protesta di plastica sotto gli occhi delle telecamere, per le quali ciascuno prepara i suoi numeri. Così allo stesso tavolo siedono i fratelli separati della vecchia autonomia, gli uni in bianco, gli altri in blu pronti a recitare ciascuno il proprio show di piazza sperando che le tutele istituzionali di una sinistra trombata ma sempre trombona li garantiscano a sufficienza. D'altra parte il copione lo abbiamo già visto riprodursi uguale negli ultimi anni. E, ormai, la differenza tra i ragazzi in blu e quelli in bianco, è solo di stile, perché, gratta gratta, i "duri" dell'Autonomia di classe e gli "zapatisti" di Ya Basta hanno in Rifondazione il medesimo nume tutelare. Ciascuno avrà la propria movida e poco importa se la radicalità dei contenuti ed il radicamento tra la gente vanno a farsi benedire. Tanto un prete "sinistro" disponibile lo trovano tutti. Quelli del "Network per i diritti globali" fingono di smarcarsi tenendo un piede dentro e l'altro fuori del GSF, ma nei fatti loro rappresentanti sono organicamente nel GSF e, quindi, all'interno della sua logica moderata e concertativa e non basterà certo uno spezzone più assertivo in piazza il 21 luglio a cancellare l'esilità di una proposta politica cui non resta in dote che l'estetica del conflitto.

E sempre insieme troviamo Cobas e CGIL, Cub e Slai, tutti disponibili, sotto l'ampio ombrello del Genoa Social Forum, a mettere tra parentesi le profonde differenze che dovrebbero esserci tra sindacalismo di base e sindacato della concertazione. La CGIL, persi i propri santi al governo deve rifarsi una verginità reinventadosi un ruolo formalmente più vivace (ma senza esagerare: di sciopero al 20 non se ne parla neppure). In quanto al sindacalismo di base, la ricerca di interlocuzioni istituzionali lo riconsegna, di fatto, dopo oltre dieci anni, ad una rinnovata subalternità dei percorsi di autonomia dei lavoratori alle esigenze della sinistra istituzionale. La penosa rincorsa al riconoscimento da parte del GSF ne è la sin troppo evidente dimostrazione. Ma, e l'ultima assemblea del GSF lo dimostra ampiamente, se da un lato emerge chiaramente la volontà egemonica della CGIL che vuole ad ogni costo minimizzare e boicottare lo sciopero generale contro il G8, su di un altro versante sempre più forte è il malumore di molti lavoratori del sindacalismo di base decisi ad impegnarsi a fondo per la riuscita dello sciopero.

È accanto a questi lavoratori che manifesteremo a Genova il 20 luglio, è accanto alle migliaia e migliaia di persone sinceramente convinte che occorre una radicale inversione di rotta in questo pianeta globalizzato a forza sotto le leggi del capitale, del profitto e del dominio che saremo in piazza nei giorni del G8. Fuori dal teatro nel quale quasi tutti, primi attori e comprimari, stanno cercando il loro posto al sole.

Eufelia



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