![]() Da "Umanità Nova" n.24 del 1 luglio 2001 Affari sotto la LanternaGenova è una città in stato di assedio. La confusione di ruoli ha raggiunto ritmi parossistici. Nessuno decide niente e tutti dicono la loro. La Regione, egemonizzata da AN, si muove in un senso, il Comune, in mano ai DS, in un altro, il nuovo governo, per voce di Scajola, spara raffiche di cazzate e indice vertici istituzionali a giorni alterni. Una delle tante prove che il polso della situazione è merce rara. C'è chi "pensa" che il problema dei vertici internazionali sia solo una questione di repressione di massa. Il neo-ministro Frattini cerca uno spazio per affermarsi con un ruolo mediato e imperversa sui media locali; ventila incontri con l'ala "buona" del movimento, sia per evitare spiacevoli inconvenienti alla sua carriera sia per cercare di capire un po' meglio di che cosa sta parlando. Prefettura e questura non sanno ancora come dovranno essere i famosi "pass" per i residenti e per quanti lavorano nella zona rossa, gialla, verde e blu. Intanto stanno costruendo "porte" in ferro nei vicoli con la sicurezza scientifica che si verificheranno un mare di situazioni da avanspettacolo, famiglie che abitano nella stesso vicolo e che non si possono incontrare perché una parte è nella zona gialla e l'altra nella rossa. Solo il grande Totò in tandem con Fernandel era riuscito a sintetizzare questa situazione come una delle più schizofreniche demenzialità del burocratismo statuale (il film è "La legge è legge"). A questa confusione si aggiungono problemi locali più pregnanti, quelli legati all'Ilva, all'occupazione, ai cantieri del metrò che per fare un chilometro ci sta mettendo 12 anni, alla pappa di tutti i giorni, cosa che in questa città ha subito tagli sulle tavole di tutte le famiglie. Un processo che ormai è inarrestabile e si riproduce invariato dagli anni '70 ad oggi, come dimostrano le macerie della seconda guerra mondiale ancora presenti in bella mostra in vari punti della città ma assenti nei depliant turistici. La questura esibisce i muscoli e spacca la testa a chiunque voglia dire la sua. é un modo come un altro per risolvere i problemi di una città allo sbando, tanto nessuno dice niente, neanche quelli che sono arrabbiati, i sindacati piagnucolano, gli operai sono fieri e antifascisti, la gente solidarizza con una candela in mano, viva le vittime della repressione, viva i partigiani, tutto si aggiusta, faremo la nostra parte. I giornali alimentano la confusione pubblicando ogni giorno pagine su pagine di stupidaggini, da Bin Laden (che bombarderebbe con aeroplanini telecomandati) ai sacchetti di sangue infetto del popolo di Gsteborg, per arrivare all'esodo dei genovesi durante il vertice, ai metalmeccanici che occupano l'aeroporto e le stazioni, ai portuali che scendono in piazza per rifare il 30 giugno del '60 contro quelli di Forza nuova, in un pot-pourri di acuti e gorgheggi stonati da servizio segreto da operetta. Girano per la città dei tipi loschi che entrano nei negozi, nei bar, negli appartamenti, fanno domande, chiedono di poter appostare cecchini alle finestre, ti guardano storto, confabulano, prendono appunti. Il Mercantile parla di "Emergenza G8", costruendo un filo diretto con gli anni '70, e terrorizza i cittadini con notizie palesemente false. Il Comune si inserisce nel delirio con una iniziativa encomiabile, l'istituzione un ufficio per quanti dovessero rimanere bloccati in casa nei giorni del G8 e un obitorio per 200 cadaveri in caso di incidenti. Un vortice di allucinazioni che sta portando i genovesi all'esaurimento nervoso. La città è distratta da questi "Massimi sistemi" e non si accorge che c'è chi continua a lavorare e a fare affari alla faccia di tutti. Bisogna ricordarsi che nella confusione c'è sempre qualcuno che riesce a trarre profitto (Mao insegna). Fra questi rampanti c'è la Porto Antico S.p.a., società che gestisce l'area del Porto dove ci sono il centro congressi, l'acquario, il porto turistico, la palla di Renzo Piano, un albergo, i miniappartamenti vista fogna, gli esercizi commerciali (che rendono miliardi in affitti) e altre strutture ad uso ludo-turistico. Questa società è ovviamente un ente parassitario, che oltre a non aver investito una sola lira in proprio (80% proprietà del Comune), sta espandendo in tutte le direzioni i suoi tentacoli e impone la sua influenza nefasta su tutte le scelte dell'amministrazione comunale, delle associazioni di categoria, delle società immobiliari e speculative. Più che una S.p.a. è una sorta di "Partito guida", una "cosa" che detta la linea e a cui tutti si devono inchinare per non ostacolare la strategia dei grandi timonieri. Facciamo un passo indietro per capire meglio di cosa sto parlando.
Nella più bella piazza del centro storico, piazza Banchi è situata la Loggia, ex Borsa merci. Uno dei monumenti più belli della città, situato in posizione strategica, nel cuore della città antica e al contempo sua porta di accesso principale. Qui per secoli si è svolta la vita economica e sociale di tutta la città. Principale centro degli affari cittadini e ritrovo per discutere di politica, piazza carica di storia e di tradizioni che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per tutti i genovesi. In questa piazza e nelle adiacenze, si sono insediate le banche, che occupano, con le loro vetrine (e con il loro potere contrattuale) tutti gli spazi disponibili della piazza e vaste porzioni dei vicoli adiacenti. Ci sono 7 istituti bancari nel raggio di 50 metri. Una situazione che è paragonabile ad una occupazione militare. 50 vetrine occupate da banche sono il risultato della non programmazione (o programmazione demenziale) delle amministrazioni cittadine dagli anni '70 ad oggi, che hanno favorito questa invasione senza imporre che le banche si insediassero ai primi piani. Di fatto questo stato di cose ha impedito l'espandersi dei commerci nella zona, ha desertificato tutta l'area, questo effetto è particolarmente evidente di sera. Nella stessa piazza ci sono le bancarelle regolari (libri, dischi, fiori, quadri) e quelle abusive (frutta e verdura). Con tutta probabilità le bancarelle regolari saranno traslocate in qualche altra piazza per fare posto al nulla. Questo nulla si chiama Porto Antico S.p.a. Il progetto è terrificante ed è articolato in tre fasi. La prima fase consiste nella sistemazione del rio Sant'Anna che passa sotto la piazza e che è stato deviato per fare posto al sottopasso di piazza Caricamento. Questa deviazione del naturale fluire delle acque comporta quotidianamente una serie di problemi piuttosto gravi per la stabilità dei palazzi circostanti che hanno i fondi perennemente invasi dall'acqua. I lavori sono doverosi ma è anche doveroso specificare che sono resi necessari e inderogabili a causa di lavori precedenti, lavori sbagliati, condotti in modo demenziale, che hanno portato alla situazione attuale. In questa fase dei lavori le bancarelle saranno spostate non si sa bene dove. Il Comune, per voce dell'assessore al Centro Storico, architetto Gabrielli, si dice favorevole alla sistemazione dei banchi intorno alla Loggia, così come era negli anni '70. Aria fritta. Le bancarelle non torneranno attorno alla Loggia perché la Sovrintendenza non lo permetterà. é un balletto concordato fra vari uffici competenti per tenere i commercianti e abitanti sulle spine, dividerli in mille particolarismi e alla fine sloggiarli senza troppe contestazioni. Mentre i lavori procederanno nella piazza, all'interno della Loggia sarà attuata la seconda fase. La Loggia sarà trasformata in un centro di informazione turistica con schermi per videoproiezione, spazi per eventi, cazzate da manager del marketing e da una caffetteria. Che cosa significa questo? L'intento è chiaro e va molto al di l^ della semplice speculazione. Si tratta di un piano ben preciso di penetrazione della città antica da parte della Porto Antico S.p.a. Questa accolita di brave persone vuole gettare una testa di ponte per indicare la linea da seguire nel futuro della vita degli abitanti del centro storico. Si tratta della portantichizzazione della città antica. é una scelta politica e ideologica ben precisa che vede i DS in prima fila nell'imposizione di questa "filosofia". La terza fase consiste nel portare le bancarelle fuori dalla piazza, probabilmente a Caricamento, dove faranno vita grama (Caricamento è la piazza prospiciente l'acquario, un luogo flagellato per 12 mesi l'anno da qualsiasi tipo di evento meteorologico, compreso il nulla). Piazza Banchi potrà cambiare nome con poca spesa, basta una "e" per diventare piazza Banche. Ci sarà una quarta fase? Sicuramente si, anche se non se ne vedono ancora contorni e tempi con precisione scientifica. Facciamo alcune ipotesi. Ci sarà un ulteriore innalzamento degli affitti, i negozietti spariranno per fare spazio alla grande distribuzione, ai McDonald, ai megaristoranti col pesce "fresco", alle boutique, ai negozi di falsi souvenir. Gli abitanti saranno sloggiati per fare spazio a nuovi uffici. Nella piazza rimarranno per un po' gli abusivi, poi saranno sloggiati anche loro. Una città lecca-lecca pensata ad uso dei turisti, dove si potranno vedere le mostre al Ducale e andare all'Acquario con un biglietto solo. Una città dove gli attuali abitanti saranno costretti a riconvertirsi, a emigrare oppure a estinguersi. Tutto in funzione dell'ingrassamento dei nuovi speculatori e nuovi ricchi sponsorizzati dalla nostra bella e reazionaria sinistra cittadina burlandista. A questo punto partiranno i progetti di ristrutturazione dei palazzi ormai svuotati da quegli abitanti che non potranno reggere queste modificazioni e questi costi. Il centro storico diventerà la seconda casa dei milanesi e un ottimo posto per insediare uffici prestigiosi in palazzi storici, con i soffitti affrescati, con le facciate rifatte con i soldi pubblici, con i vicoli ristrutturati, con l'illuminazione appropriata, con i vigilantes 24 ore su 24. Una città antica di plastica, abitata da zombie contenti di vivere in un divertimentificio da dementi come in un videopoker mangiasoldi. Intanto ci si allarga a ponente, si fagocita la darsena, si ristruttura ponte Parodi, si marcia a suon di finanziamenti statali miliardari fino alla Stazione Marittima, oltre il terminal traghetti, fino alla Lanterna, si tritura tutto, si aprono nuovi cantieri per il 2004, anno in cui Genova sarà capitale europea della cultura, arrivano altre centinaia di miliardi e si mangia, si mangia. Marius De Maria
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