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Da "Umanità Nova" n.24 del 1 luglio 2001

inform@zione

Venezia solidarietà con i compagni svedesi
Questa mattina una trentina di militanti firmati "blocco ingovernabile" hanno espresso la loro solidarietà nei confronti dei compagni svedesi vittime della repressione con una serie di azioni disseminate nella città di Venezia.
Controllati dalla polizia ognuno fin dalla propria città di provenienza, giunti a venezia abbiamo raggiunto l'ingresso della biennale, dove abbiamo intavolato un sit-in di protesta con diversi striscioni (fra cui quello del "Global horror picture show - spettacolo da annullare"), interventi al megafono in tre lingue e lancio di volantini formato "aeroplanino" per superare gli ingenti sbarramenti nemici (si legge sbirri) e recapitarli ai passanti incuriositi.
L'azione si é poi spostata in piazza S. Marco, dove é stata inscenata una performance in cui il gruppo di manifestanti veniva aggredito a sangue freddo da finti poliziotti con fumogeni, petardi e spruzzi di sangue finto. Venti manifestanti sdraiati in una pozza di sangue in piazza S.Marco fanno certamente il loro effetto. Attorno alla rappresentazione si sono riunite diverse centinaia di turisti, molti di essi solidali.
Sempre seguiti a vista dalla polizia in assetto antisommossa abbiamo sfilato con gli striscioni lungo le vie di Venezia, improvvisato presidi con lettura del comunicato, affisso lo striscione "Stop killing freedom - Ungovernable Block" sul ponte di Rialto.
I "mini-blitz" sono stati ben accolti tanto dalla cittadinanza quanto dai turisti che si sono sempre soffermati a chiedere informazioni e volantini.
Gatanegra

Venezia: quando i giornalisti vedono le stelle
La mattina di lunedì 18 giugno, gli operai che a Marghera si recano al lavoro leggono la notizia, sparata a caratteri cubitali dalle locandine alle edicole, che sui muri della zona industriale sono apparse minacciose scritte delle Brigate Rosse che, peraltro, nessuno aveva visto.
Una volta acquistato il quotidiano la "Nuova Venezia", nelle pagine interne della cronaca locale, si scopre quindi l'assoluta inconsistenza della notizia: le scritte in questione dicono semplicemente BASTA MORTI SUL LAVORO e sono firmate con il classico simbolo comunista della falce e martello con la piccola stella in alto, così come quello del vecchio PCI.
Nella solerte immaginazione del cronista quella piccola stella è divenuta la stella a cinque punte delle BR e, paradossalmente, l'azione viene attribuita a "soggetti isolati, eccitati dal clima di tensione attorno al prossimo G8 a Genova".
Nel tentativo di dare uno spessore all'articolo vengono pure citati alcuni "precedenti" e le solite sigle lottarmatiste con la consueta cialtroneria giornalistica; superfluo dire che, al contrario,gli oltre 4 morti quotidiani sotto il lavoro non hanno meritato neanche una parola dell'eccitato venditore di disinformazione stampata, anche se è trascorso poco più di un mese da quando un lavoratore delle Poste di Venezia è morto per il suo salario.
Red. VE



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