![]() Da "Umanità Nova" n.25 dell'8 luglio 2001 LettureSalvo Vaccaro "CruciVerba. Lessico per i libertari del XX secolo", edizioni 'Zero In Condotta', 160 pag., Lire 18.000 1 orizzontale, otto lettere: arricchimento reciproco tra singolarità e comunità. Ci devo pensare un attimo ma poi ci arrivo. Anarchia. 5 verticale, undici lettere: modo di produzione storico che è diventato rapporto sociale planetario. Questa è difficile. Concentrazione. Sì: capitalismo. Se provate a fare questo esercizio, durante la lettura dell'ultima fatica editoriale di Salvo Vaccaro, certamente ne uscirete confortati. CruciVerba è un dizionario ragionato ad uso dei libertari, degli anarchici, dei liberi nel pensiero e quant'altro. Chi conosce la scrittura e l'impegno intellettuale di Salvo, sa bene che leggere un suo scritto equivale sempre ad imparare qualcosa di nuovo o riflettere su qualcosa a cui non si era prestata la dovuta attenzione. All'interno di CruciVerba troverete una serie di interessanti stimoli alla conoscenza e in qualche caso anche alla rivolta, ordinati per lettera alfabetica, a cominciare dalla A. Leggete con attenzione la sezione Anarchia, naturalmente, perché è un buon inizio. Proprio sul tema dell'arricchimento reciproco tra singoli componenti di comunità e la comunità stessa, vale la pena di soffermarsi, in un'epoca di poca ricchezza spirituale, diciamo così, e scarsissima comunità. O forse inesistente. L'ordine dell'anarchia, dice Vaccaro, conosce regole aperte di mobilità, di pluralità, di creatività verso la costituzione di relazioni interindividuali possibili e sperimentabili, straordinariamente solidali. Un nuovo cerchio di possibili, e mobilissimi, rapporti sociali tra individui liberi. Cosa ostacola, spesso per non dire sempre, la nostra tensione alla libera espressione del singolo in comunità? Il sistema di potere, in linea di massima. Sarà sufficiente fare un salto a pagina 135 per verificare, assieme all'autore, se e come parlare di potere mette in luce alcuni aspetti sintomatici di relazioni di dominio variamente codificate. Non vi basta? A pagina 35, alla voce autorità, avrete l'occasione di approfondire un altro aspetto, non irrilevante, della complessiva rete di dominio stesa sui vostri corpi e sulle vostre anime, passatemi il termine un po' aulico, per modificarne la sostanza pensante e renderla duttile alle esigenze dell'omologazione. Noi, voi, intrappolati nelle maglie soffocanti di una tramatura sottile ma fortissima. Individui, per l'appunto, individualità. Ancora una volta l'incrocio delle parole, in questa inconsueta enigmistica della riflessione critica, ci soccorre tempestivamente. "Nella differenza non autoritaria tra sé e altro si può scorgere l'apertura di uno spazio solidale di comunità in cui ciascuno potenzi le proprie libertà d'azione, di espressione, di immaginazione, senza coartare la reciproca pienezza altrui." Individui che si riconoscono, questa volta davvero, in una sorta di dialettica del pensiero liberato, profondamente creativa perché dedita all'esercizio dell'immaginazione, creano comunità nel senso ampio del termine. Quelle comunità di ugualmente liberi, per dir così, che tanto vorremmo vedere sorgere ovunque. Cruciverba aiuta anche a guardare oltre, e proietta futuri possibili sul limite grigio di un quotidiano che si è trasformato in comunicazione tra satelliti, leggi telefonia cellulare, asettica e soprattutto mortalmente inquinante. Che ne è rimasto della tanto sbandierata democrazia, oggi, secondo qualcuno, perfino democrazia di mercato? Salvo ci suggerisce un percorso possibile all'apposita voce che compare a pagina 57. "La democrazia pone una finzione di esercizio di libertà regolamentata in canoni di diritti e di doveri nel cui gioco di rinvii reciproci - nicchia prediletta di giuristi novelli 'azzeccagarbugli' - viene annichilita una singolarità incasellata in diagrammi giuridici oppressa dalla cappa democratica che certifica la titolarità e l'uso lecito di tali diritti/doveri, obbligandola a consegnare spontaneamente la propria libertà ad organismi ed enti di mediazione che la tutelino paternalisticamente." Il brano si commenta da solo, nella precisione con la quale definisce un processo da cui siamo ingiustamente condizionati e di cui siamo, volenti o nolenti, impregnati. Esistono dei correttivi, naturalmente. A pagina 145, trovate un abbozzo di risposta. Vediamola così. 4 verticale, 11 lettere: processo graduale segnato da acute discontinuità, conflitti e strappi. Direi, senz'altro: rivoluzione. Buona lettura. Mario Coglitore
|
fat@inrete.it
Web: uenne@ecn.org