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Da "Umanità Nova" n.26 del 15 luglio 2001
Genova
Sbirri, spie e speculatori
Per la visita di Berlusconi uno spiegamento
impressionante e nervosissimo di poliziotti e carabinieri. Dappertutto sbirri
in borghese e plotoni in ogni angolo del centro. Grande spiegamento di armi,
divise, camionette, scudi, corpi palestrati, facce da delinquenti, odio e
stress, voglia di rissa, maleducazione, prepotenza e spintoni. Un atteggiamento
volutamente aggressivo, senza ragione, volgare e mafioso, talmente arrogante
che anche i giornali locali ne hanno rimarcato l'inutile esibizione. Sembra che
il messaggio da veicolare debba essere . Come un esercito invasore che deve
presidiare una città conquistata. Neuroni zero.
Le notizie dei provvedimenti per la sicurezza del G8 arrivano a ondate sempre
più frequenti. Nella zona rossa taglieranno il gas per tre giorni
perché, in caso di bombe terroristiche, il gas potrebbe essere un
amplificatore. Saranno azzerati i telefonini e ci saranno disturbi alla Tv e
anche alla telefonia normale, molti negozi non potranno essere approvvigionati,
ci saranno interruzioni nell'erogazione dell'energia elettrica. Ai cittadini
potrà essere impedito di uscire di casa in qualsiasi momento, a
discrezione delle forze dell'ordine. La gente si prepara a 4 o 5 giorni di
blindatura. Frigoriferi pieni e tanta pazienza. Anche molti ascensori saranno
bloccati e i bus spariranno dal centro. Dopo la saldatura dei tombini ora si
montano le grate antisfondamento nei vicoli. Varchi dove solo chi avrà
il famoso pass potrà oltrepassare la linea proibita in certi orari, per
recarsi al lavoro e tornare a casa, ma non è detto che interverranno
altri divieti di natura contingente. I cani non saranno autorizzati a uscire di
casa dopo le sette di sera per fare i loro bisogni neanche se il padrone
è fornito di "paletta". La gente viene costantemente intimidita,
l'ultima trovata dei servizi consiste nel consigliare gli abitanti dei palazzi
più in vista a non aprire le finestre nei giorni più "caldi",
potrebbero essere considerati "non collaborativi". I cecchini sono già
all'opera, prendono le misure dai tetti di piazza Matteotti e De Ferrari, di
Caricamento, Campetto, San Matteo e via Roma. Pantere della polizia stazionano
nei punti più impensati della città antica. I blindati dei baschi
neri sono fissi da piazza Cavour alla Prefettura. Plotoni di carabinieri di
leva gironzolano per il centro storico tanto per far vedere che ci sono anche
loro. È un incubo. Tutte le sedi di partiti e movimenti sono presidiate
da agenti in borghese e le intimidazioni non si contano più.
Genova è una città blindata e presto sarà una città
fantasma. Posti di blocco ai caselli dell'autostrada da Varazze a Recco, negli
autogrill, sull'Aurelia e ai Giovi, sul Turchino e la Scoffera, a Bargagli e
alla Bocchetta. Le stazioni da Nervi a Voltri saranno chiuse e piantonate
costantemente. I presidi si estendono anche fuori città, nel Tigullio, e
anche fuori provincia, fino a Savona e la Spezia. La cintura protettiva
è attivata a puntino e tutte le assicurazioni della prefettura e del
ministro Scajola sulla libera circolazione sono pure panzane. Basta un piccolo
"incidente", magari provocato dai servizi segreti, per annullare tutte le
promesse e gli impegni. Le carceri sono state svuotate, tanto per dare un
chiaro messaggio a quanti verranno a manifestare. Ricordarsi degli anni '70 non
è un esercizio inutile in queste circostanze.
Tutti coloro che si dirigeranno verso Genova, a partire dai primi del mese,
saranno fermati e perquisiti, intimiditi e convinti a girare le ruote, se
ritenuti indesiderabili. Comincia l'isolamento della città. In questo
senso Genova rappresenta un gigantesco esperimento di controllo di massa che
non ha precedenti se non nelle schedature e nei rastrellamenti di marca nazista
durante la guerra. Oggi lo Stato "democratico" getta la maschera e sospende i
diritti costituzionali nell'indifferenza dei media, tutti impegnati a
terrorizzare la gente con lo spettro della violenza delle frange estreme del
movimento anti-global. Telecamere a centinaia sono state montate sui tetti dei
palazzi e nei punti strategici di tutta la città fino alle estreme
periferie, serviranno per individuare i sovversivi e se ne potrà fare
uso anche in futuro.
Ma non basta. Agli otto gangster tutto questo non basta. Allora via alle
retate. Non è possibile che Bush e Blair possano vedere qualche barbone
che chiede l'elemosina. Via tutti. Rastrellati e condotti in centri di raccolta
appositamente istituiti (fuori città). Via tutti gli ambulanti e i
migranti non in regola. Perquisizioni e sfratti nei fondi dei vicoli, fogli di
via ed espulsioni. Chiusi i centri di ascolto per i mendicanti, dove si
distribuiscono cibo, medicine e un letto ai più disperati. Vigili urbani
che passano le notti a dare multe a chiunque posteggi in centro. I posteggi
sono stati tutti aboliti, e anche quelli per i residenti vivono ore incerte.
In questura c'è addirittura un ufficio apposito che organizza le
prenotazioni negli alberghetti cittadini per i poliziotti in borghese che
stanno affluendo a scaglioni in città. Stanno occupando tutti i posti
letto disponibili che sono migliaia e nei ristoranti ci sono prenotazioni per
venti giorni di seguito. Un affare non da poco, tutto pagato con soldi
pubblici. L'intenzione è quella di controllare il territorio sostituendo
buona parte della popolazione con gente di "importazione", che non solo
dovrà vivere nella città antica facendo finta di essere del
posto, ma vigilare dall'interno, fare finta di essere normali cittadini e al
contempo controllare. Anche mediaticamente questo servirà per far vedere
che tutto è normale, o meglio, normalizzato.
Tutti questi provvedimenti, non impediscono che la vita nella città
continui a svolgersi con una qualche apparenza di quotidianità. Anche
gli affari continuano. Le speculazioni seguono il loro normale iter.
I lavori per il G8 continuano febbrilmente, le palme sono state piantate al
Porto antico, De Ferrari è pronta e via San Lorenzo appare al meglio del
suo splendore. Alla palla di Renzo Piano lavorano giorno e notte 7 giorni su 7
per finire in tempo. Ma è solo un'impressione. Le cose da rifare saranno
tantissime. I lavori sono stati fatti in fretta e dovranno seguire per forza
degli "aggiustamenti". Si moltiplicano i pericoli, i cunicoli sotto molte
strade sono pericolanti. Si progettano fin da ora i cantieri per i ritocchi e
questo vorrà dire altri disagi e tanti soldi alle ditte appaltatrici.
La politica in giunta segue i suoi naturali tempi e alcune questioni non
possono essere tralasciate per via dell'emergenza G8. Il comitato di affari
dell'assessore Gabrielli, dopo un piccolo stop subito in consiglio comunale per
la vicenda della Loggia di Banchi, si presenta più aggressivo di prima.
La EDON di Manzitti gestirà gli spazi e le attività, mentre gli
interventi strutturali saranno affidati alla GIS Srl. Due entità
fantasmatiche da provincia democristiana anni '60. La svendita degli spazi
più belli e importanti continua nella direzione indicata dalla Porto
Antico S.p.a. Un microconvegno all'auditorium di Sant'Agostino traccia la linea
delle future speculazioni, dei futuri miliardi erogati alle società
amiche. La magistratura continua nel suo ostinato silenzio, forse non ha
abbastanza tempo per occuparsi di simili minutaglie. Nessuno si è posto
il problema di controllare queste elargizioni, le modalità dei
"concorsi" e degli appalti, la qualità dei lavori eseguiti. Da Ponte
Parodi alla Darsena, da via Rubattino a Boccanegra, nel cuore del porto antico,
tutto andrà in gestione alla S.p.a guidata da Renato Picco. Una
società per azioni dove le azioni non esistono, sono state truccate
dall'amministrazione comunale che ne detiene fintamente l'80%. Non solo la
giunta non partecipa alla gestione delle aree dismesse del porto ma sta
favorendo ulteriori speculazioni che ingrasseranno una precisa lobby di
affaristi, speculatori e società inventate ad hoc per rapinare tutto il
rapinabile. Un neoliberismo in sedicesimo, applicato a un particolarissimo caso
di malgoverno locale. La Porto Antico S.p.a. non è legittimata a
continuare a speculare sulle aree di proprietà pubblica: anche da un
punto di vista capitalistico formale, l'attuale amministrazione sta commettendo
delle scorrettezze da far rabbrividire. L'opposizione in consiglio comunale
é sempre più confusa, dopo gli svarioni delle passate elezioni
politiche, pur nella tenuta della "sinistra" cittadina. È in atto un
compattamento per impedire che alle amministrative si capitomboli a destra, e
questo fa sì che l'opposizione sia più formale che sostanziale.
Rifondazione ha due assessori che si barcamenano in queste acque limacciose con
il continuo ricatto, "invito", a non rompere le alleanze per non fare il gioco
della destra. La destra prova il doppiopetto e si comporta come un maggiordomo
che accompagna l'anziano padrone alla porta. Si avvertono segnali a livello di
movimenti della cosiddetta società civile. Gli abitanti del centro
storico si stanno organizzando, in modo ancora confuso e sotto la tutela
dell'associazionismo istituzionale, per cercare di capire come condizionare le
scelte dell'amministrazione e come lottare per quei diritti che sembrerebbero
elementari ma in realtà stanno diventando una pericolosa anomalia. L'uso
sociale degli spazi dell'area portuale di proprietà del Comune pare che
costituisca una pericolosa e sovversiva parola d'ordine se non una "strategia
terroristica". Questa neonata organizzazione di base si chiama "Forum
permanente dei cittadini e delle associazioni" e qualche piccola battaglia la
sta conducendo in modo dignitoso. Vedremo come si evolverà la
situazione, soprattutto come si inserirà nel discorso dei diritti
perduti dagli abitanti del centro storico a causa delle "leggi speciali"
imposte nella zona rossa per il G8 e che non è detto non lascino qualche
sgradevole strascico anche dopo. Il discorso sulla "sicurezza" si fa sempre
più assordante e c'è la volontà precisa di considerare il
Centro storico come un territorio "pericoloso" da normalizzare. Vedremo se il
Forum saprà radicarsi veramente ed essere un portavoce leale delle
esigenze reali della popolazione, se saprà portare nuovi valori dopo che
per decenni lo strapotere della sinistra genovese ha imposto la più
ferrea disciplina di partito al servizio delle peggiori strategie dei
portafogli personali e delle clientele di una classe dirigente non solo
decrepita ma anche "sinistramente" reazionaria. Una vena libertaria è
presente in città, e dovrà fare la sua parte, fare politica con
sempre maggiore convinzione, senza quel complesso di inferiorità tipico
di chi parte con la convinzione di essere comunque e sempre minoranza, fuori
dai giochi, padrona soltanto della sua indipendenza. La vita continua.
Marius De Maria
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