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Da "Umanità Nova" n.27 del 22 luglio 2001

Letture

ApARTe: un viaggio nel segno, nel sogno e nel senso

Di una rivista degli artisti anarchici se ne era parlato in mille occasioni. Di esperienze se ne sono prodotte in quantità: quaderni, collane, numeri unici, performance ed eventi.

ApARTe sta dando concretezza a questa esigenza che potremmo definire retoricamente "diffusa".

L'originalità di questa esperienza è senza dubbio caratterizzata dal formato, dal contenuto, dalla modalità di confezionamento, di redazione e di diffusione.

Affermare che ApARTe sia una rivista è fortemente riduttivo. Chi si sia trovato per le mani i primi due numeri di questo prodotto avrà potuto constatare come il programmatico sottotitolo dell'iniziativa "materiali irregolari di cultura libertaria" confermi la volontà di uscire dalla regole anche da quelle trasgressive dell'editoria di avanguardia.

Dal primo al secondo numero i "materiali irregolari" si sono arricchiti di forme e contenuti divenendo "quaderno creativo" e allegando degli "inserti" che, guarda caso, non stanno in mezzo alla rivista ma sono una busta di raccolta.

ApARTe ha le caratteristiche della rete e del luogo. Gioca con le parole e scrive con le immagini, critica attraverso i colori e segna con le fotografie, dà la possibilità di leggere la musica ma anche di allestire degli spazi.

È un prodotto artigianale perché è fatto con le mani ed anche questa è una sfida. Non vi sono, infatti, macchine capaci di produrre in serie ciò che in questo luogo si esprime. Ma dentro questo luogo c'è quanto di industriale la realtà produce ed immagina anche nelle sue forme ardite.

Saggio e poesia, così antitetici nella produzione alienata, diventano arte grafica, critica letteraria, proposta culturale, rivolta estetica.

Ma chi sono gli artisti-anarchici? Bel gioco. Il conforme senso comune affibbia all'anarchico lo stereotipo del terrorista in alternata convivenza con il sognatore e l'artista scapestrato. Quindi potremmo essere indotti ad affermare che tutti gli anarchici sono artisti e tutti gli artisti sono anarchici. Per non dimenticare l'altra metà del cielo, ApARTe, disegnerebbe delle anarchiche artisti e delle artiste anarchici. Per mettere in luce la libertà, ApARTe, fotograferebbe un(a) artista che non è anarchica e un(a) anarchico che ha sempre il muso e non fa una O neanche con il bicchiere.

Bella Storia!

C'è una corrente o un movimento "artistico" che è anarchico? Gli anarchici si riconoscono in un unico movimento-corrente? No, off course. ApARTe é contemporaneamente astrattista e futurista e figurativa ed impressionista ed ermetica e situazionista e, naturalmente, critica ermeneutica di tutto ciò. Ma allora? Cos'è ApARTe. È ciò che si manifesta nell'esperienza concreta e nella potenzialità creatrice di un'assemblea permanente di compagne e di compagni che condividono il progetto della libertà come mezzo per l'espressione del senso, del sogno e del segno. Dando nome, dando forma, dando colore, dando visione, dando spazio, dando percorso, dando territorio, dando percezione, dando emozione, dando voce, dando gesto, dando suono...

Non è quindi un caso che in questo luogo ed in questo spazio ed in questa rete abbia preso senso, forma e concretezza un'altra idea: una biennale di confronto-scambio su estetica, produzioni artistiche & cultura libertaria con la proposta di una prima edizione nel 2001 attraverso un FEST(A)VAL.

Chi non conosca ancora, dal vivo, ApARTe, può contattare il recapito postale fisicamente dislocato ApARTE, Casella Postale 85, succursale 8, 30170 Mestre(VE).

Oppure il recapito postale virtualmente dislocato: aparte@virgilio.it

Walter Siri



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