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Da "Umanità Nova" n.27 del 22 luglio 2001

inform@zione

Reggio Emilia in piazza contro il G8
Sabato 7 luglio nella centrale P.zza Martiri del 7 luglio, il neonato "Coordinamento Contro/Verso G8", che riunisce numerosi gruppi politici, associazioni ed individualità della provincia e non, ha dato vita ad una giornata di controinformazione e sensibilizzazione nei riguardi del vertice dei G8 che sbarcherà da qui a breve a Genova, raccogliendo sino a 200 persone.
Numerosa in particolare la partecipazione dei compagni della Federazione Anarchica e della sezione locale dell'USI, che hanno operato un capillare volantinaggio nel quale si rendeva noto lo sciopero generale nazionale del 20 luglio proclamato dai sindacati di base, ribadendo con forza come l'appuntamento di Genova non sia che una tappa della lotta al capitalismo, e che questa deve partire ogni giorno, in qualunque luogo, da chiunque, oppressi e sfruttati, per un mondo di liberi ed eguali.
Emblematica soprattutto la scelta della data, in ricordo di quel 7 luglio del '60 in cui furono assassinati cinque operai che stavano manifestando proprio nel centro di Reggio Emilia, anche legata alla massiccia campagna nazionale di prevenzione/repressione militare operante da parte delle forze dell'ordine e di criminalizzazione da parte dei media di regime.
Oggi come allora saranno le nostre grida, le nostre bandiere, i nostri canti ad entrare nei loro letti dorati a disturbare i loro sonni miliardari.
FAI di Reggio Emilia

Forte dei Marmi: contro il razzismo
Il "mercatino" di Forte dei Marmi è noto in tutto il circondario perché lì vi si possono trovare capi di vestiario ed oggetti "firmati", a prezzi più o meno accessibili. Quale sia il meccanismo per cui l'operazione avviene, se si tratta di vere e proprie contraffazioni, oppure di svendite di merce difettosa difficilmente distribuibile nelle boutiques, oppure se proveniente da altre vie più o meno lecite non sappiamo. Due settimane addietro l'intestataria di una delle "griffes" ha preteso il sequestro di grosse partite di merci, e da allora a farne le spese sono stati gli ambulanti, soprattutto se con le fattezze non ariane, che sempre più spesso sono inseguiti da squadre speciali di vigili urbani fin sulla spiaggia, taglieggiati da multe dell'ordine di centinaia di milioni.
Per l'occasione è stato affisso questo manifesto:
"Giuramento degli immigrati per la nazionalità italiana.
Signori che decidete,
sollecitiamo molto umilmente la vostra benevolenza per ottenere la nazionalità italiana, che ci eviterà l'espulsione immediata e il carcere nel caso il nostro viso non risultasse simpatico ad una qualsiasi autorità.
Ci scusiamo con voi per esser fonte delle vostre preoccupazioni derivanti dalla massiccia presenza di stranieri sul sacro suolo della patria.
Ci rammarichiamo di non far parte delle greggi di turisti stranieri che ingorgano le vostre belle città italiane, ma di essere immigrati privi di reddito, di ricchezza, di documenti. Pertanto, essendo impossibilitati a coprire il colore della pelle con l'odore e il fruscio dei soldi, causiamo giustamente le vostre rimostranze e preoccupazioni.
Siamo consapevoli di non aver diritti nel vostro paese della libertà: la libertà dell'economia, la libertà di avere un conto in banca, la libertà di vendersi al miglior offerente, la libertà di essere parte di un sistema sociale fondato sul denaro e sul potere che da esso si ricava.
Vi ringraziamo della libertà, che benevolmente ci regalate pur senza averne diritto, di girare l'Italia di città in città, seppur privati di un lavoro, di mezzi di sussistenza, costretti a nutrirsi come si può, a stare in una stanza anche in sette o più, a guadagnare due lire dalla vendita delle nostre mercanzie oppure a lavare i vetri ai semafori.
Giuriamo d'amare l'Italia e i suoi ministri, della prima e della seconda Repubblica, che sanno arraffare i soldi dove li scorgono, i suoi magistrati che giustamente riempiono le galere dei nostri fratelli che, ingrati, arrivano perfino a rubare nei supermercati; i suoi gendarmi che sanno riconoscere una persona sospetta dal colore della pelle; i suoi sostenitori della pace con i cannoni sempre pronti; i suoi giornalisti obbedienti e i suoi cittadini tutti d'un pezzo, garanti coi potenti e forcaioli coi deboli.
Giuriamo d'amare l'Italia e, avendole conosciute, le sue prigioni, i suoi tribunali, le sue caserme, le sue fabbriche.
Giuriamo d'amare l'Italia che sa essere terra d'asilo dorato per il Santo Padre e di esilio per tutti quei piccoli e insignificanti uomini misconosciuti da Dio; a LUI e al Santo Padre, infine, chiediamo perdono per il peccato più grande commesso da alcuni nostri fratelli: aver osato vendere merce contraffatta al mercato di Forte dei Marmi.
Giuriamo senza indugio d'amare l'Italia, faro del mondo civilizzato.
migrantisenzafrontiere"

Palermo Forum sociale siciliano
Le conclusioni del recente Forum Sociale Siciliano - che ha visto per un infuocato week-end palermitano tra le 150 e le 200 persone costantemente presenti a discutere e confrontarsi con passione e serenità - costituiscono il risultato di una modalità di lavoro collettivo che ha caratterizzato il movimento a Palermo, e più in genere in Sicilia, negli ultimi anni. La scelta di esorbitare dal perimetro tradizionale della militanza politica, per cercare di integrare a vario livello segmenti di popolazione animata da una sincera tensione al cambiamento, forse è la via corretta quanto meno per prevenire, nei limiti del possibile, le derive politiciste, settarie, frammentarie che troppo sovente hanno segnato e segnano il panorama dei movimenti sociali a sinistra.
La scelta di puntare tutto sui contenuti e sui temi da approfondire nella critica alla globalizzazione significa innanzitutto scegliere una dimensione ad ampio respiro che spiazza in primo luogo proprio l'emergenza di leadership funzionali alla conservazione della propria posizione nel tatticismo quotidiano e permanente. Puntare sulla qualità della critica centrata su ciascun tema individuato - se ci riusciremo ovviamente è un discorso diverso - significa appunto affidare alla cultura, ossia al filo da tessere, la responsabilità della tela da comporre tutti quanti insieme, con l'obiettivo di disegnare una trama composita, plurale, resistente a ogni sfibratura proprio perché fatta da tanti fili uniti e diversi al contempo.
L'atmosfera registrata al Forum è stata felice, non condizionata dalle urgenze relative al vertice G8 di Genova, il cui evento è stato affrontato volutamente in coda ai lavori: appunto perché il tempo medio-lungo della costruzione di un movimento deve e non può che eludere la spettacolarità di un grosso evento che assorbe ogni energia a traino delle scadenze determinate dall'agenda dei potenti.
La via inaugurata dal Forum, e decisa all'indomani delle mobilitazioni di dicembre 2000 per il vertice sulla criminalità dell'Onu, è quella invece di far progredire nel corpo della società una critica profonda alla globalizzazione che non si risolva in una mera contrapposizione antagonista, ma che faccia al tempo stesso nascere in esso una progettualità alternativa che punti dritto al cuore del problema: l'autogoverno del territorio da parte della società civile, a latere della sfera politica istituzionale e para-istituzionale (significativa l'assenza di Rifondazione comunista dal Forum).
Su questo piano, la costruzione di un movimento siciliano che punti sulla cultura della progettualità in sincronia con la pratica della resistenza e dell'opposizione sociale non parlamentarizzata, ambisce a fare della qualità culturale la cifra non solo della pratica progettuale, ma anche e soprattutto della pratica politica, che riceva ispirazione non tanto dal posizionamento delle forze in campo, nell'intento di strappare quote di non si sa quale potere (forse solo quello di apparire sui media...), quanto e principalmente dall'affermazione in positivo di pratiche di esistenza che comincino a elaborare forme di vita esenti da egemonie, da gerarchie, da squilibri verticali.
Questa sarà la sfida prioritaria, tutta giocata sulla capacità di offrire contenuti progettuali validi, alternativi nella logica di formazione e funzionamento, nonché graduabili nella loro scansione temporale e spaziale. Se a ciò saremo capaci, i prossimi momenti, la nuova forma di aggregazione e i Forum che seguiranno ogni anno rappresenteranno verifiche importanti da segnalare ai punti di riferimento in sede nazionale e planetaria.
Salvo Vaccaro

Chiavari corteo contro il G8
Da anni a Chiavari non si vedeva una manifestazione tanto partecipata come quella svoltasi il 14 luglio contro il G8. Intorno alle 9 solo una ventina di persone si era adunata nel centro di Chiavari ma poco dopo erano oltre duecento coloro che avevano risposto all'appello lanciato dal centro Renna, dalla FAI chiavarese, da un collettivo di giovani locale per una manifestazione cittadina.
La manifestazione si è mossa per il centro ed è arrivata sul lungo mare dove si è conclusa in un'atmosfera di festa animata da canti musica e balli.
Zingaro

Torino aperitivo contro il G8
Vino biologico, marmellata autoprodotta, frittate, pizza hanno fatto da gradevole contorno all'iniziativa della FAI torinese contro il G8. Una sessantina di compagni si è radunata nella centrale piazza Vittorio per "l'aperitivo" antiglobalizzatore dell'11 luglio. Numerosi coloro che sono passati per discutere, informarsi sui bus per Genova, prenotare un posto, bere, discutendo di globalizzazione, un bicchiere di vino.
Mortisia

Pordenone la Gatanegra salta sulla gru
Il 14 luglio a Pordenone nella centrale piazza Cavour si è svolto un presidio di controinformazione sul G8 in cui é stato diffuso un volantino sui rischi per il movimento contro la globalizzazione di venire monopolizzato dalle componenti più riformiste e dialoganti con le istituzioni. Un'ora prima la sezione climber del Collettivo Gatanegra si era arrampicata su una gru ed aveva sistemato uno striscione con la scritta "stop G8".
Da una mail di Gatanegra



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