![]() Da "Umanità Nova" n.27 del 22 luglio 2001 Genova val bene una messa!Un bel po' di confusione l'hanno fatta. Agli organizzatori qualcuno deve aver detto che per lottare contro la globalizzazione bisogna pensare globalmente, senza steccati e barriere, e così davanti al tendone del Gran Circo Barnum hanno piazzato il buttadentro di turno ad imbonire gli astanti: "venghino venghino signori, più gente entra e più bestie si vedono, e tutto per lo stesso prezzo". Quel qualcuno avrebbe anche dovuto spiegare loro, però, che globale non vuol dire ecumenico e che pertanto la presenza massiccia di preti, suore e frati al Public Forum "Un altro mondo è possibile" non era assolutamente obbligatoria. A meno che non si dovesse dir messa. Le differenze esistono e i cattolici, bontà loro, lo sanno perfettamente e si comportano coerentemente. Tanto è vero che alcuni giorni fa hanno pensato bene di vedersi a Genova solo fra di loro, e solo fra di loro disquisire sulla globalizzazione come meglio gli si confaceva e gli conveniva. Rimarcando, semmai ce ne fosse bisogno, la loro irrinunciabile specificità. Lottare contro la globalizzazione non vuol dire, a nostro modesto parere, fare una pacata analisi sui mali del mercato e poi inventarsi qualche palliativo che nella sua inoffensività vada bene a tutti. Siamo convinti che questa equivoca ammucchiata (che qualcuno potrebbe giudicare vergognosa) non potrà partorire che conclusioni tanto spettacolari quanto inefficaci. Se davvero si vuole contrastare, nella essenza e non solo nelle degenerazioni, il concetto di mercato e di accumulazione capitalistica, se davvero si pensa che gli organismi sovranazionali che si incontreranno al G8 non sono schegge impazzite ma gli strumenti legali della rapina, dello sfruttamento e della criminalità del potere, è con chi ha chiaro questo concetto che conviene confrontarsi. Con chi il mondo, e le sue sporche regole, li vuol cambiare. Non con chi da una parte lamenta il "male" dell'egoismo dei potenti e dall'altra accetta la perpetuazione delle condizioni che alimentano tale "male". Ci risulta che il Vaticano sia una delle potenze economiche del pianeta, e che come tale sia coinvolto pesantemente nei processi di sfruttamento e di impoverimento denunciati a Genova. Non ci risulta invece che le organizzazioni cattoliche invitate dai "contestatori" globali, anche se sono laboriosamente impegnate a limitare i danni, abbiano mai preso le distanze, nei fatti, dai loro superiori. Diventandone in tal modo complici. Non saremo certo noi a dubitare della buona fede dei singoli, ma vivaddio, ciascuno faccia il suo mestiere! Ce ne guadagneremmo tutti. Comunardo
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