unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.28 del 5 agosto 2001

G8. Un vertice criminale

Certo ci vuole una gran faccia di bronzo per spacciare le decisioni pubblicamente rivelabili assunte dai G8 a Genova come nuova fase delle relazioni internazionali, come nuovo capitolo del rapporto tra ricchi e poveri. La retorica disgustante cui hanno dato luogo è pari solo al cinismo con cui hanno continuato a brindare la sera del venerdì 20 luglio, col morto ancora caldo in piazza. La sensibilità verso i poveri della terra è pari a quella avuta verso il dolore ed il lutto che ha colpito l'Italia intera - élite politica esclusa, ovviamente - continuando a tenere il vertice nonostante gli echi dei moti di Genova. Ma del resto, potrebbe essere altrimenti? Potremmo aspettarci reazioni diverse da chi non esita a massacrare ceceni appellandosi alle ragioni di ordine interno, da chi non esita a scaricare tutta la sua carità compassionevole contro centinaia di detenuti nel braccio del morte del Texas (quando Bush ne era Governatore assoluto), da chi ha prestato orecchie da mercante ritirando le proprie truppe quando era in corso un genocidio di tutsi e hutu moderati in Ruanda?

Se esaminiamo un attimo i provvedimenti annunciati, il ridicolo delle decisioni svela tutto l'arcano del nuovo corso dei G8, questa volta attenti grazie agli appelli del papa, di Ciampi, di Kofi Annan e, ironia della sorte, persino del GSF. Hanno annunciato un fondo speciale per la lotta contro l'Aids, dalle dimensioni così scarne che Agnoletto dovrebbe andare su tutte le furie: 1.2 mld di $ sui 7 richiesti come minimo da Annan, significano lo sforzo gigantesco dei paesi più ricchi del pianeta pari a 1 dollaro a testa per i propri cittadini! Gente che si fa eleggere spendendo 100 mln $, per spese personali quindi di campagna elettorale, scuce per tutti gli Usa la bella somma di 200 mln $, appena il doppio, quelli che si bruciano in un'ora di contrattazione ai terminali di una qualunque borsa. I cosiddetti rappresentanti legittimi si impegnano per quel miliardo e passa di sudditi, pardon di cittadini, sui quali governano democraticamente, impegnandoli per duemila lire di contributo per risolvere l'Aids! Molto probabilmente una colletta pubblica tra quegli stessi cittadini ricchi del nord del mondo darebbe una somma sicuramente maggiore, specie se la sua gestione non passasse minimamente dalle mani dei politici del G8.

E che dire dell'impegno di dotare l'Africa - il continente a perdere, un miliardo di individui assetati, affamati, abbrutiti da guerre e pandemie - delle infrastrutture telematiche per dotare di computer gli africani? Sembra una beffa, e l'istruzione è una cosa seria, ma si sorvola ipocritamente che se l'Africa è in quelle condizioni, la causa è il colonialismo delle potenze oggi eufemisticamente etichettate con la sigla neutrale di G8, le quali peraltro istruiscono bene i leader indigeni a mimare i loro metodi: comprare armamenti dai paesi produttori, vendere loro le risorse minerarie, ad esempio, non ribellarsi sul costo dei medicinali per non indispettire Big Pharma. A tutti ciò, oltre il danno la beffa: non cablare di infrastrutture quali l'elettricità o la palificazione telefonica, ma dotare esperienze pilota di computer arricchendo in tal modo le multinazionali del settore (Ibm?) e sicuramente Bill Gates che potrà estendere Windows e Explorer a tutti quanti!

Infine, un leitmotiv da tipico pensiero unico, in cui cadono anche esponenti antiglobal: solo lo sviluppo del capitalismo può garantire la fuoriuscita dalla condizione di povertà della stragrande maggioranza del pianeta, magari solo ritoccando un po' le architravi della globalizzazione governandola con qualche dosa di "sinistra" democraticità.

Quel di cui non ci si vuol rendere conto è che l'epoca del XX secolo è finita: lo sviluppo trainato dallo sfruttamento coloniale e imperialistico è finito, oggi assistiamo invece alla macina brutale e criminale delle ricchezze del pianeta espropriate per garantire profitti e pensioni ai ricchi cittadini del nord del pianeta, fetta minoritaria che tale meccanismo perverso riduce sempre costantemente, introducendo sempre più grandi frammenti di sud nel nord. E ciò non solo a livello economico, ma anche giuridico - vediamo la fine delle regole del gioco liberale, con frequenti sospensioni di opportunità del diritto: da Schengen elasticizzata a convenienza alle brutalità poliziesche che caratterizzano ormai dovunque le manifestazioni di massa, dagli arresti di Praga l'anno scorso alle violenze di Napoli sino al morto sfiorato a Goterborg e cercato e voluto e trovato a Genova (per non parlare delle torture in caserma, dei desaparacidos, dei feriti, dei fermati in spregio arbitrario di quelle stesse regole del diritto di cui la civiltà europea si sciacqua la bocca ogni qualvolta pone come condizionalità ai paesi del sud per accedere al club delle democrazie di grazia per poter poi ricevere prestiti forzosi dal Fondo monetario e dalla Banca Mondiale).

Ma se lo sviluppo è criminalità organizzata perché esclude programmaticamente dalle ricchezze accumulate da pochi i più del pianeta, se questo è il vero volto della globalizzazione, ingovernabile così come è ingovernabile il Totò Riina di turno, manipolabile sì ma certo non democratizzabile, anche la politica diviene criminale: le scelte reali del G8 sono evidenti: militarizzazione della terra, spazio incluso, sostegno incondizionato ai profitti delle transnazionali anche al rischio di avvelenare il pianeta per le generazioni a venire (tanto è vero che le guerre spaziali hanno anche l'obiettivo a lungo termine di trovare una scappatoia per ricchi e potenti all'invivibilità e irrespirabilità del mondo un domani), espropriazione massiccia delle risorse appartenenti alle popolazioni (acqua, terre fertili, colture e culture), senza alcuna considerazione per le morti che seminano a piene mani.

La opportunità che dopo Genova i vertici saranno snelliti e rarefatti tra le montagne dell'Ontario o tra le dune del deserto del Qatar (novembre, Wto), è una ben magra soddisfazione, poiché l'obiettivo è la scomparsa definitiva dei G8 dalla faccia della terra, senza alcuna possibilità che qualcun altro, sia pure il migliore Salvovaccaro del mondo, possa prendere il loro posto e declinare da (estrema) sinistra o da pacifico cristiano il feroce decalogo della morte globale.

Salvo Vaccaro



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