Da "Umanità Nova" n.29 del 2 settembre 2001
Leggi razziali
I nuovi schiavi di Bossi e Fini
Per comprendere appieno lo scontro politico interno alla maggioranza di governo
attorno alla proposta di legge sull'immigrazione firmata da Bossi e Fini (il
che è già tutto un programma...) che dovrebbe sostituire la
tutt'altro che "buonista" Turco-Napolitano, è utile soffermarsi su
alcuni dati emergenti da una recente ricerca realizzata dall'associazione
"Nessun luogo è lontano"; secondo tale studio, elaborato sui dati della
Banca d'Italia e del Cnel, il 3,7% del prodotto interno lordo del 2000 è
stato prodotto dagli immigrati, pari a circa 73.000 miliardi di lire Un dato
che nel 2001, si prevede, salirà al 4,2%.
Ovviamente si tratta di dati parziali, in quanto non tengono conto del
più che rilevante "sommerso", ma già di per sé sono
indicativi e dimostrano quali e quanti interessi pesano sulle decisioni e sulle
contraddizioni governative.
Da un lato infatti ci sono forze politiche quali la xenofoba Lega Nord e i
post-fascisti di AN che devono accontentare elettori e militanti mobilitati
sulle parole d'ordine contro l'immigrazione "selvaggia", dall'altro c'è
Forza Italia che per non perdere l'appoggio confindustriale deve rispondere
alle richieste di manodopera immigrata provenienti dal padronato ed infine ci
sono gli ex-democristiani al governo che devono rendere conto delle istanze,
certo non soltanto di carattere morale, provenienti dal mondo cattolico; la
posizione di questi ultimi era stata espressa da Marco Follini, presidente del
CCD, che si era detto favorevole a "maggiori possibilità di attuazione
alla legge che c'è già, intervenendo con più
severità nei casi di recidiva, che sono peraltro previsti dalla legge
Turco-Napolutano" mentre Buttiglione ha ribadito la necessità di operare
un raffronto con le direttive europee e di coinvolgere le associazioni del
volontariato.
Come è noto e come si è già anticipato su queste pagine,
il punto centrale del nuovo testo di legge che dovrebbe essere approvato in
settembre-ottobre, facendo propria la politica dei flussi, prevede che il
soggiorno in Italia è consentito agli stranieri già in possesso
di un contratto di lavoro che comunque non potrà superare i periodi
previsti dalla legge per il lavoro subordinato e autonomo. Si è parlato
di 2 anni ma anche di 4, vedremo come andrà a finire.
Inoltre da più parti si vorrebbero stabilire meccanismi tali da
soddisfare la crescente domanda di manodopera qualificata, attraverso una
selezione "a monte", quale ultima frontiera della schiavitù moderna.
Non dovrebbe invece essere introdotto il reato penale di immigrazione
clandestina, che oltre ad essere di alquanto dubbia legittimità
costituzionale e non in sintonia con le normative europee, ha trovato un
inaspettato oppositore nel ministro Tremaglia ed anche questo è tutto un
programma. Il vecchio camerata di Salò, non sappiamo se per sussulto di
decenza o di populismo, ha infatti affermato che "La nuova legge non
dovrà prevedere né il reato di clandestinità né
l'istituto di contratto a termine. È un discorso di dignità e di
coerenza. Vogliamo che quanti sono costretti a cercare all'estero un lavoro e
una vita migliore abbiano gli stessi diritti che per anni abbiamo chiesto per i
nostri emigrati".
Ma la linea della tolleranza-zero contro i "clandestini" sarà comunque
confermata con l'introduzione del reato di non ottemperanza all'ordine di via,
che farà scattare l'arresto se entro il termine di due mesi il
"clandestino" non avrà lasciato il territorio italiano, così come
avverrà per chi non fornirà le proprie generalità alla
polizia; le pene previste andrebbero da uno a quattro anni di reclusione con
espulsione immediata. Ma tutto ciò non sembra bastare a Landi Di
Chiavenna, responsabile del dipartimento immigrazione di AN, che, in perfetto
stile amerikano, vorrebbe "l'istituzione in Paesi che si avvalgono o intendono
avvalersi degli aiuti economici italiani di centri di permanenza e sconto pena
per gli extracomunitari sorpresi in clandestinità nel nostro Paese".
Vedremo in autunno quali accordi saranno presi sulla pelle degli immigrati;
sembra intuibile che il risultato sarà una riedizione della legge
Turco-Napolitano regalataci dal governo di centro-sinistra, con una gestione
più selettiva e rispondente alle necessità delle aziende per
quanto riguarda gli ingressi programmati; l'unica "novità"
consisterà in un accentuato accanimento repressivo contro i
"clandestini", per acquietare le paranoie collettive alimentate ad arte dagli
"imprenditori politici del razzismo".
NABAT in Venice
|