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Da "Umanità Nova" n.29 del 2 settembre 2001

Integralisti d'assalto
Buttiglione contro la libertà delle donne

Puntuale ed insopportabile come le febbri malariche rispunta il Buttiglione-pensiero: mettiamo un freno alla libertà individuale. A Rimini, al meeting di C.L. ripete quanto aveva già detto a giugno: revisione della legge 194 e sostegno economico di un milione al mese per un anno alle donne che decidono di non abortire (che per estensone dovrebbe significare a tutte quelle che partoriscono).

A questo punto le reazioni potevano essere di due tipi:

1 - Ancora?
Lasciamolo parlare tanto dice sempre le stesse cose

2 - Proviamo a ragionare un attimo e vediamo perché lo fa.

Scegliamo la seconda strada, anche se istintivamente preferisco la prima. Quando ero ragazzina, in un gioco a squadre molto in uso tra di noi, ci si divideva i compiti: alcuni facevano sberleffi e scherzi davanti al naso degli avversari, mentre altri, approfittando della distrazione provocata, andavano a prendere il trofeo, scopo finale del gioco. Buttiglione gioca lo stesso gioco: provoca, fa affermazioni pesanti, cerca deliberatamente di far arrabbiare le donne, per nascondere il vero scopo dell'azione. Molte voci di protesta infatti si sono levate a difesa della 194, anche tra i suoi amici tra l'altro, ma pochi hanno messo in discussione il meccanismo che "deve" entrarci in testa: la legge sull'aborto potrà anche non essere toccata, ma la difesa della libertà individuale è un anacronismo e come dice il giornale La Stampa del 24.8.01 "La febbre abortista ed il mito della donna che deve decidere tutto da sola sono ormai retaggio di pochi fanatici". In un paese in cui la media di figli per donna è molto bassa e la loro presenza in famiglia viene vissuta sempre più come un disagio, soprattutto nei ceti medio-alti, neppure l'elettorato di destra se la sente di abolire la legalizzazione dell'aborto. È evidente quindi che si vuol rivedere la 194 non per tutelare interessi materiali, ma "semplicemente" per continuare una lotta ideologica che ripropone, ormai ad intervalli sempre più stretti, la necessità della sottomissione della donna (ed anche dell'uomo) alla legge, ai principi decisi da queste entità patriarcali che sono la chiesa e lo stato.

La proposta di Buttiglione, fumosa come al solito, parla infatti non solo di aiuti economici, ma anche di aiuti psicologici. Saranno sicuri e consisteranno in nugoli di persone pronte (e sappiamo anche come scelte e da chi pagate) a sostituirsi alle donne interessate. Gli aiuti economici invece saranno, sicuramente, falsi. Già l'attuale ministro della Sanità, Sirchia, aveva fatto una proposta analoga (tra l'altro più vantaggiosa, il contributo durava per tre anni). In Lombardia esiste già da due anni, ma fino ad ora solo 53 donne ne hanno usufruito. Perché così poche? Quali sono le difficoltà da affrontare, oggettive e personali, per richiedere un tale contributo? Nel momento in cui sarà esteso a livello nazionale probabilmente sarà introdotta la postilla, scritta in caratteri minuscoli "solo a donne di 97 anni, nate in giugno, con un neo sotto il piede destro". Come è pensabile infatti che venga proposto un aiuto economico così ampio, in un momento in cui i tagli ai servizi pubblici diventano sempre più pesanti? La legge 194 è già ora, nei fatti, senza bisogno di discussioni parlamentari, "riveduta" da tutte le parti. Nel Lazio, per fare un esempio, il 98% dei medici è obiettore di coscienza, in tutto il paese l'interruzione di gravidanza viene praticata solo in pochi ospedali, molti impongono restrizioni non contemplate dalla legge (per esempio aborti solo entro l'ottava settimana e non la dodicesima), i consultori pubblici sono ovunque in fase di smantellamento mentre prolificano quelli cattolico-privati, di anticoncezionali non si parla perché si fa peccato, di educazione sessuale non si discute perché la Compagnia delle Opere non ha ancora fondato la società che se ne deve occupare, figurarsi di ricerca o di applicazione dei sistemi di controllo della fertilità maschile...

Certo la situazione non è rosea. La battaglia sull'aborto sarà uno dei capisaldi ideologici su cui ci scontreremo sempre più in futuro, al di là della revisione della legge. Si stanno sempre più affermando atteggiamenti maschilisti beceri che credevamo morti e sepolti (date un occhiata al ruolo delle donne nella pubblicità, nelle fiction televisive e nei programmi di maggiore intrattenimento) di fronte ai quali il cadavere della 194 che ogni anno, puntualmente, qualcuno promette, sembra solo la punta di un iceberg capace di affondare un Titanic. Sicuramente sarà necessaria tutta la nostra intelligenza e la nostra lotta per affrontarlo.

Rosaria



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