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Da "Umanità Nova" n.30 del 9 settembre 2001
Inform@zione
Provocazione nazista contro la sede dell'USI-AIT di
Ancona.
Durante la notte del 26 agosto la serranda della sede dell'USI-AIT
(Unione Sindacale Italiana) è stata imbrattata con una scritta, fatta
con la vernice, che infanga ed insulta la memoria del compagno Carlo Giuliani,
ucciso dalla polizia durante i giorni del G8. La scritta è stata firmata
con una grande svastica.
Denunciamo questo ennesimo inquietante episodio che avviene nella nostra
città, e che vede presi di mira e minacciati il nostro Sindacato e il
gruppo Anarchico "Malatesta" che avevano dato vita nei giorni passati a una
mobilitazione di denuncia dell'uccisione di Carlo e dei crimini compiuti dalla
polizia.
Compagni dell'U.S.I.- A.I.T. di Ancona
Ancona contro la militarizzazione del territorio
Come annunciato si è svolto ad il 3 agosto ad Ancona un presidio
davanti alla prefettura per opporsi e denunciare, dopo i fatti di Genova, la
crescente militarizzazione del nostro territorio finalizzata al concretizzarsi
di un vero e proprio stato di polizia.
Promossa dal Gruppo Anarchico Malatesta di Ancona e dalla locale sezione
dell'U.S.I.-A.I.T. (Unione Sindacale Italiana) l'iniziativa ha visto la
partecipazione anche di compagni della "Rete" antagonista e libertaria delle
Marche e dell'Abruzzo.
Una cinquantina di manifestanti hanno presidiato l'entrata della prefettura con
striscioni (tra cui campeggiava l'enorme scritta di "assassini") , cartelli e
bandiere. Slogan contro la polizia e interventi di denuncia hanno
caratterizzato "l'assedio" al palazzo del potere. Oltre alla controinformazione
sui fatti di Genova, e sulla svolta repressiva in atto in tutta Italia, sono
stati anche denunciate le provocazioni attuate, da un anno a questa parte,
dalla Digos e dalle forze di polizia ad Ancona che hanno prodotto svariate
denuncie e intimidazioni verso i compagni locali e che sono culminate a luglio
con le cariche e i pestaggi contro manifestanti greci che, scesi nel nostro
porto, intendevano recarsi a Genova.
Per ridicolizzare la campagna di criminalizzazione in atto contro l'area
libertaria un grosso cubo nero (con la scritta "blocco nero") è stato
portato e lasciato dai dimostranti all'entrata della prefettura, tra gli
applausi dei presenti, la curiosità della stampa e l'imbarazzo della
polizia.
Alla fine del presidio la voglia di continuare a manifestare era tanta e un
corteo spontaneo, non autorizzato, ha attraversato le vie del centro cittadino
con cori contro la polizia, contro il governo precedente (centro sinistra) e
quello attuale (fascista), responsabili tutti dell'escalation repressiva oggi
in atto.
Compagni del "Malatesta" e dell'USI-AIT di Ancona
Hanno riaperto il centro di detenzione "Vulpitta" di Trapani
Dopo un'altra ristrutturazione il Serraino Vulpitta di Trapani è
stato riaperto, nonostante l'incriminazione del prefetto Leonardo Cerenzia (il
processo e' iniziato lo scorso 6 luglio, grazie alla mobilitazione del
Movimento Antirazzista Siciliano in seguito al rogo di stato del 29 dicembre
1999, costato la vita a sei nordafricani).
Quello che è stato luogo di morte e di esclusione per gli immigrati
irregolari è stato reso più "umano" da un campo di calcetto e da
una biblioteca.
Uomini colpevoli soltanto di non avere un documento saranno ancora rinchiusi
tra quelle mura, in una condizione di invisibilità, in attesa di essere
ricacciati con la forza oltre le nostre frontiere.
Poco importa che non abbiano commesso reati.
Poco importa che la loro colpa sia soltanto quella di cercare un lavoro e
un'esistenza migliore.
Poco importa che i migranti che verranno sfruttati, truffati, vessati non
potranno reagire.
Poco importa che chi tra loro non verrà rimpatriato sarà
condannato al lavoro nero o mandato a dormire in cantine e soffitte, nel
costante timore dell'espulsione.
Poco importa se esistono una legge e un diritto pensati contro i migranti.
Dopo la tracotanza repressiva sperimentata nei tragici fatti di Genova,
l'inasprimento delle politiche espulsive da parte delle istituzioni passa anche
attraverso la riapertura del Serraino Vulpitta, mentre c'è già
chi propone il "reato di immigrazione clandestina" e il raddoppio dei tempi di
detenzione nei c.d. centri di permanenza temporanea.
La negazione dei diritti fondamentali, riconosciuti ai migranti anche dalle
convenzioni internazionali, ha aperto la strada, come ci aspettavamo,
all'attacco in corso ai diritti sociali e di libertà di tutti i
cittadini.
Vigileremo sulla gestione del Vulpitta e chiederemo da subito che a tutti gli
immigrati che vi saranno trattenuti siano riconosciuti il diritto di difesa, di
asilo e protezione umanitaria, di visite e di comunicazione con l'esterno.
Ci batteremo con tutte le nostre forze per il riconoscimento dei diritti
fondamentali e rifiuteremo qualunque ipotesi di cogestione del centro.
I centri di permanenza temporanea vanno chiusi!
Noi continueremo nella nostra battaglia, perché pensiamo che non ci
può essere libertà fino a quando una sola persona in questo mondo
non sarà libera di circolare e di vivere con dignità!
Denunziamo le stragi di stato, dal canale d'Otranto, a Trapani a Capo Pachino:
dobbiamo abbattere la mortale barriera che circonda l'Europa e la rende
accessibile solo a quanti accettino di passare, nel buio, per varchi pericolosi
e illegali, pagando un pesante tributo di denaro e di sangue ai briganti e a
chi li protegge.
21 agosto 2001, Forum sociale siciliano
Parma ultime dall'ex scuola occupata di via del Popolo,
Dal 6 luglio 40 immigrati e i compagni del comitato cittadino
antirazzista stanno occupando l'ex scuola di via del Popolo, questo atto
è parte integrante della lotta per il diritto alla casa.
Alla fine di agosto abbiamo avuto 2 "sorprese". Una notte alcuni fascisti hanno
fatto scritte sui muri (rauss croci celtiche). Successivamente il comune ha
fatto staccare la luce e l'acqua con un gesto tanto vile quanto infame.
È un assedio: vogliono costringerci ad andarcene prendendoci per
sfinimento. La nostra risposta è una sola: resistere fino alla fine.
Come hanno detto i 40 migranti con ironia "andremo avanti fino alla morte, al
limite saliremo in cielo e l'occuperemo".
Katia
Liberati 10 compagni incarcerati a Genova
10 compagni tedeschi sono stati scarcerati. Arresti domiciliari per un
altro compagno tedesco. La polizia li aveva arrestati ad Uscio dopo il G8
accusandoli di essere Black Bloc per il possesso di felpe nere.
m. m.
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