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Da "Umanità Nova" n.32 del 23 settembre 2001

Immigrazione: la Lega vuole dettare legge

Credo che la Lega debba tornare nelle piazze per dire alla gente che non è sola, che l'immigrazione deve essere asservita.
(U. Bossi, La Tribuna di Treviso 8.9.01)

Se gli immigrati vengono in Italia io li voglio vedere alle catene di montaggio.
(G. Gentilini al Padania-Day, La Nuova Venezia 17.9.01)

La Lega Nord sta premendo sull'acceleratore per far approvare quanto prima da entrambe le Camere il disegno di legge Fini-Bossi, risultando ancora una volta il principale imprenditore politico delle paure razziste alimentate dall'emergenza criminalità e dalla psicosi islamica.

Per il partito di Bossi, ormai forza di governo, è infatti fondamentale "portare a casa" almeno questo risultato per accontentare i malumori della propria base militante insofferente verso l'imposta alleanza con quel Berlusconi che al Padania -Day di tre anni fa lo stesso Bossi aveva definito "peggio di Pinochet" (La Nuova Venezia, 14.9.98).

Sul disegno di legge, ormai avviato verso il traguardo, ci siamo già soffermati sul numero 29 di UN e poco altro di nuovo c'è da segnalare.

Nonostante la propaganda leghista non sarà una nuova legge, ma un insieme di emendamenti peggiorativi della legge Turco-Napolitano introdotta dal precedente governo di centro-sinistra; le destre presentano tale inasprimento come razionalizzazione efficientistica ma in realtà renderà la figura del migrante ancor più debole, ricattabile, senza diritti, costretto a sottostare alle regole del mercato e alla cultura dominante.

I flussi e i visti d'ingresso saranno regolati dalle, peraltro crescenti, richieste di manodopera specializzata da parte delle industrie e per gli "irregolari" che si troveranno tagliati fuori da questo meccanismo si chiuderanno ulteriormente le possibilità d'inserimento nella nostra società e saranno inasprite le misure repressive. Infatti, anche se difficilmente la legge prevederà di considerare reato penale l'immigrazione clandestina, per coloro che saranno fermati dopo due espulsioni ci sarà il carcere da 1 a 4 anni e per gli immigrati trovati senza documenti d'identità si prevede un prolungamento del periodo di permanenza forzata nei centri di detenzione sino a due mesi.

Sono altresì note le divergenze tra partiti in seno alla cosiddetta Casa delle Libertà, legate sia alla necessità di rispondere alle ansie xenofobe dell'elettorato che di soddisfare le precise richieste confindustriali e allo stesso tempo di non deludere le aspettative cattoliche; ma trovato il modo di coniugare discriminazione e interesse economico, saranno coinvolte le associazioni del volontariato nella gestione delle strutture detentive di "accoglienza" e si parla anche dell'istituzione per legge degli Sportelli Immigrati che dovrebbero funzionare come intermediari della forza lavoro all'insegna di una sorta di caporalato pubblico.

Va comunque osservato che, dietro alcune diversità politiche nell'affrontare la questione dell'immigrazione, tutte le forze di governo appaiono intrise di una cultura discriminatoria di matrice razzista, come testimoniano inequivocabilmente le seguenti affermazioni del cattolicissimo onorevole Maurizio Ronconi del Ccd: "Nel necessario contingentamento di immigrati nel nostro Paese, sarà necessario favorire i flussi migratori provenienti dall'Est europeo piuttosto che quelli medioorientali (...) è ormai accertato che i nord europei, per radici culturali, sociali, religiose, si integrano molto meglio di altri e riescono a svolgere i lavori richiesti con maggiore soddisfazione loro e dei datori di lavoro (...) Rispetto agli islamici l'impegno dei Paesi più ricchi deve essere piuttosto finalizzato a creare condizioni di sviluppo nei loro Paesi" (La Padania, 16.9.01).

Come dire: vogliamo soltanto immigrati qualificati, votati al lavoro subordinato, cristiani e possibilmente di razza ariana.

emmerre



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