unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.33 del 30 settembre 2001

"Tira una brutta aria", corrispondenza dagli Stati Uniti

[...] Brutta aria quella che tira negli States in questi giorni. I predicatori della guerra si trovano ovunque. Il New England è paludato di coccarde e bandiere quante non se ne sono mai viste, forse fin dai giorni della Rivoluzione Americana. Il Congresso passa leggi restrittive sull'immigrazione. Girare per le strade, se si hanno sembianze che ricordano quelle arabe, può essere un rischio. Il mio vicino, che è ebreo, a causa dei suoi connotati un po' scuri e della barba, è stato apostrofato "sporco negro delle sabbie". Nel Texas alcune moschee sono state attaccate e un po' dovunque si buttano sassi contro le vetrine dei negozi di tappeti. A gente col turbante hanno addirittura sparato e vari taxisti di provenienza mediorientale hanno dovuto sottostare ad insulti e danneggiamenti.

Avvengono cose assurde, come il fatto che alcuni familiari di gente che lavorava in nero nelle torri del WTC non osa reclamare i resti dei congiunti per paura di ritorsioni...

Via via sta crescendo anche un embrione di movimento contro la guerra, vecchie canzoni sono rispolverate mentre alle radio è fatto divieto di diffonderle. Il movimento anti-global si sta mobilitando sul tema della pace; manifestazioni si sono tenute in vari centri, e per il 30 settembre ne è stata convocata una nazionale.

Quello che mette più paura però è il senso di rinuncia della gente comune che sembra adesso, come non mi era mai capitato di vedere, disposta ad accettare delle "riduzioni alle libertà" in nome della lotta al terrorismo.

Da una corrispondenza. Trad. Aenne



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