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Da "Umanità Nova" n.34 del 7 ottobre 2001

Napoli 27 settembre
30.000 NO alla guerra

La manifestazione del 27 settembre a Napoli è stata preceduta da un'organizzazione affannosa della rete no-global per il poco tempo a disposizione e anche perché spesso le assemblee organizzative si sono ridotte ad ulteriori momenti di analisi post Genova; tra respiri di sollievo o dispiacere manifesto la mobilitazione si è dovuta ridimensionare dopo la comunicazione dello spostamento del vertice a Bruxelles. Nel palinsesto si sono alternati momenti di "analisi politica", con le sfilate dei guru del movimento, a momenti di teatralità di strada costruiti intorno ad un fine unico: il necessario contatto con le persone dei quartieri napoletani.

Con ironia sprezzante si è svolta un'azione teatrale, proposta dall'OACN-FAI e realizzata con l'attiva collaborazione della Coop. 'O Pappece e dell'associazione GAIA, tra le vie del centro storico la sera del 26: un grosso missile caricaturale in cartapesta portato in processione, dietro il quale un coro di molte persone declamava filastrocche e poesie contro la guerra.

Come una via crucis, la processione si è snodata con momenti di sosta per contemplare i misteri gaudiosi, dolorosi, e gloriosi, in cui sono state elencate le stragi NATO-USA. Dopo i proclama venivano inscenati quadri plastici e micro-azioni teatrali a tema unico "GUERRA-BOMBE-STRAGI".

Ed è stato significativo che al corale "Nato no" un turista americano di passaggio ha fatto eco con un "Pace si Amore si".

Una gustosissima distribuzione di bombe alla crema e al cioccolato ha concluso la processione.

27 settembre- Napoli piazza Mancini, concentramento alle 15.

A differenza del marzo scorso né la piazza né i vicoli adiacenti sono stati blindati dalle forze dell'ordine, niente banche piantonate, tensione presente in molti ma scaturita dal niente visibile. Il corteo segue un percorso insolito: parte da piazza Garibaldi, piazza destinata quasi sempre alla partenza dei cortei, ma invece di dirigersi verso corso Umberto s'avvia a rifare un percorso dove altre folle, altre bandiere ed altri slogan nei secoli scorsi hanno inneggiato alla libertà ed all'autonomia dei popoli: a Porta Capuana come al Largo delle Pigne (piazza Cavour), a Piazza del Mercatello (Piazza Dante) come al Largo di Palazzo (Piazza del Plebiscito).

In via San Giovanni a Carbonara gli abitanti del quartiere perplessi guardano sfilare 30.000 persone davanti alle loro case; i bambini subito si lanciano a collezionare volantini e bandiere, i centauri in scooter sono incazzati neri per non poter sfrecciare tra i manifestanti.

La "testa" del corteo è stata riservata alle più visibili vittime della politica Usa: palestinesi, che hanno spiegato un'enorme bandiera, e kurdi, tutti con la loro bandiera-mantello sulle spalle; entrambi i gruppi hanno chiesto "libertà".

Il camion fumoso e urlante della rete no-global ha dato il via allo sfilare degli striscioni delle associazioni e dei gruppi politici firmatari dei documenti no-global. È stata rilevante però la presenza di altri gruppi politici non in linea con la politica della rete napoletana.

Associazioni pacifiste, centri sociali da tutta la Campania, associazione per i diritti degli immigrati, donne in nero, collettivi femministi, e un folto spezzone anarchico di un centinaio di persone hanno marciato per un chilometrico percorso lungo il quale non si è verificato alcun incidente.

Passo veloce e tensione manifesta quando il corteo è arrivato a piazza Dante: la strada larga fino a pochi metri prima è diventata un imbuto: da un lato un McDonald, dall'altro la sede di Alleanza Nazionale, gli unici edifici piantonati in grande stile da camionette, blindati e molti agenti, e al centro la recinzione del cantiere della metropolitana dentro il quale era asserragliata la polizia, pronta a sciogliere i guinzagli in caso di "necessità".

Superato l'ostacolo la marcia riprende tranquilla e lenta, e si arriva festosi in Piazza del Plebiscito, sicuri, questa volta, che è stato scelto di non far diventare il manifestante carne da macello.

Infatti la piazza non viene chiusa dalle forze dell'ordine, e il pilota dell'elicottero resta per un po' a godersi lo spettacolo delle formicuzze manifestanti che festeggiano il successo della manifestazione tra giocolieri e giocatori improvvisati per l'amichevole Palestina-Kurdistan, terminata 0-0.

Margot



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