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Da "Umanità Nova" n.34 del 7 ottobre 2001

Inform@zione

Iniziative contro la guerra ed il militarismo si sono svolte in varie località della penisola. Altre sono in preparazione: invitiamo tutti coloro che stanno organizzando o hanno partecipato ad assemblee, presidi, cortei, dibattiti a segnalarcelo.

Cagliari manifestazione contro la NATO
Nel pomeriggio di giovedì 27 si è tenuta a Cagliari una manifestazione contro la Nato e contro la guerra, indetta dall'assemblea cagliaritana. In coda al corteo, un minimo di presenza anarchica.
Una manifestazione chiassosa, con la presenza di lavoratori, disoccupati, migranti, studenti e pensionati, uomini e donne che hanno manifestano, ognuno con le sue modalità, la propria contrarietà a qualsiasi ipotesi di guerra, all'esistenza della NATO e all'occupazione del suolo sardo da parte delle installazioni e dei poligoni militari.
Circa 2000 persone sono confluite da tutta l'isola, malgrado il giorno feriale e l'orario pomeridiano. Ovunque polizia e carabinieri in tenuta anti sommossa: non avevamo mai visto Cagliari così blindata. Abbiamo avuto il piacere di vedere tutta la digos in piazza (ma proprio tutta), impegnata ad "osservare" lo spezzone anarchico. un po' di tensione, ma nessun incidente.
La manifestazione si è svolta senza incidenti e senza significative provocazioni, coinvolgendo lungo il percorso la cittadinanza, per poi concludersi al porto militare di Cagliari con una partecipata assemblea.
da due mail da Cagliari di Luisa e Massimo

Lavagna alle radici dell'odio
Come retoricamente si dice in questi casi, quando queste note andranno in pagina "sarà forse già accaduto". Nella fatti specie sarà forse già accaduto che centinaia o migliaia di afgani siano stati massacrati dalle armi dei loro oppressori remoti, mentre i loro oppressori diretti avranno opportunamente provveduto a defilarsi.
Sulla guerra in generale, ma in particolare su questo conflitto annunciato, si é discusso il 24 settembre a Lavagna (GE). "Terrorismi e guerre: le radici dell'odio" era il titolo della conferenza organizzata da una serie di sigle che - perdonateci la pedanteria - citiamo tutte: Gruppo Anarchico O Rebello, Asilo Politico, Associazione Culturale Proposta, Centro Donato Renna, Collettivo Locomotiva, Coordinamento Contadini di Base, Circolo Antonio Gramsci di Rifondazione Comunista.
Il suddetto branco di sovversivi, con la connivenza di un folto pubblico, si è riunito nella sala Rocca di Piazza Cordeviola per ascoltare le relazioni di Roberto De Bartolomeis, docente di storia e filosofia, Marco Ferrando, della Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista, Pietro Stara, della Commissione Antimilitarismo della FAI e Paola Giacalone, rappresentante di Emergency.
De Bartolomeis ha introdotto le tematiche in esame con un riepilogo di questi primi cinquantadue anni di NATO, soffermandosi sui mutamenti strategici e logistici conseguenti agli scenari delineatisi dopo la caduta del blocco orientale. Ha parlato del vasto incremento dell'arsenale convenzionale iniziato dopo il "disgelo" (senza che l'opzione nucleare sia stata accantonata, come ci ha sinistramente ricordato Bush in questi giorni) e rivolto all'utilizzo nei cosiddetti "conflitti regionali", nonché dell'adozione, dal punto di vista della propaganda, di moventi quali "intervento umanitario", "polizia internazionale" e - arrogante ossimoro - "risposta anticipata": equilibrismi lessicali che se maldestramente celano l'espansione coloniale dell'occidente nelle aree di interesse economico globale, non possono assolutamente dissolvere l'evidenza che le azioni di guerra, pretestuosamente descritte come "chirurgiche", vengono continuate e spinte a politiche di sterminio con embarghi, limitazione dei diritti di cittadinanza e sfruttamento delle risorse umane e ambientali.
Proseguendo sullo stesso ordine di considerazioni, Ferrando, oltre ad appellarsi ad una mobilitazione generale contro la guerra, rilevava come la reale posta in gioco per l'occidente non consista nella vittoria sul terrorismo dei fondamentalisti islamici, ma in almeno quattro diversi obiettivi: il controllo di una regione asiatica che sarà strategicamente importantissima nei prossimi decenni, nell'ottica di un confronto con la Cina; il bilanciamento dei rapporti interni tra blocchi capitalistici a favore degli USA, contro il montante imperialismo europeo e giapponese; una risposta alla recessione statunitense con il rilancio degli investimenti militari; un contrasto delle opposizioni interne all'occidente riassunte nel movimento anti-globalizzazione con una crescente erosione dei diritti, politiche di emergenza e richiami all'unità nazionale.
Fondamentale l'invito di Pietro Stara ad una lettura critica della storia. Dopo aver citato uno dei più celebri falsi storici, la cosiddetta Donazione di Costantino che permise alla chiesa di Roma di estendere per secoli il proprio potere temporale, Pietro ricorda esempi di raggiri mediatici più recenti: le menzogne sull'uranio impoverito diffuse dal rapporto Mandelli o la creazione di zone di crisi in coincidenza di corridoi aperti a traffici di materie prime, armi e droga che determinano relazioni di concorrenza tra potenze occidentali. La manipolazione dell'informazione ha precisamente lo scopo di occultare la natura belligena dell'espansionismo economico.
Per tali ragioni, a parte le scene di distruzione e di massacro che abbiamo visto con i nostri occhi, è difficile nell'immediato valutare il senso reale dei fatti dell'11 settembre. La verità dell'accaduto potrebbe in futuro identificarsi in ciò che oggi ha sapore di dietrologia.
Emergency ha concluso l'incontro con una proiezione di diapositive sui concreti effetti della guerra sulle popolazioni. Nell'era della globalizzazione le guerre si dichiarano, ma non finiscono realmente mai: basti pensare come l'impressionante diffusione delle mine antiuomo (la cui bonifica comporta costi imponenti) miri a rendere perpetuamente invivibili le regioni attaccate, a spezzarne l'economia con i costi sociali derivanti da folle di mutilati, a perpetrare, insomma, lenti e deliberati genocidi.
Stefano Rolli

Parma manifestano in 300
Sabato 29 settembre si è tenuto a Parma un presidio contro la guerra, proclamato dal Comitato cittadino contro la guerra, che raggruppa diverse sigle tra le quali quella del Gruppo Anarchico Cieri e L'Ateneo Libertario.
Circa 300 le persone convenute, circa 25/30 i libertari, che hanno distribuito un volantino antimilitarista dal titolo "L'uomo finisce dove comincia il soldato".
Si può fare di più, e ci proveremo....
anarcomax

Bologna: assemblee, convegni, scioperi e cortei
Si sono svolte diverse iniziative per rispondere alla dichiarazione di guerra che il governo degli Stati Uniti d'America (di concerto con centinaia di governi mondiali) ha lanciato contro l'umanità intera.
Assemblee pubbliche, convegni e seminari, martedì 25 settembre uno sciopero studentesco con corteo al quale hanno partecipato circa 5.000 giovani caratterizzato dallo slogan "Okkio x Okkio - Il Mondo diventa cieco"; mercoledì 26 settembre un presidio in piazza Nettuno ha visto confluire circa 1.000 persone con striscioni e bandiere contro la guerra. Erano presenti gruppi del Social Forum, di Rifondazione Comunista, delle RdB, dei Cobas, dell'USI, compagne e compagni anarchici.
Lo sconcerto é il sentimento dominante ma, nelle discussioni prende forma la consapevolezza della portata della crisi e della necessità di organizzarsi per costruire una adeguata alternativa alla logica della guerra che veda gli "inermi" essere spettatori, vittime o tifosi delle parti contendenti.
Appuntamenti frequenti con assemblee pubbliche e manifestazioni di piazza si annunciano per le prossime settimane. Un punto di attenzione dovrà essere la costruzione di una mobilitazione nazionale contro la "finanziaria di guerra" auspicando l'estendersi (in parte verificato) di un vasto movimento internazionale che riaffermi di fronte agli eventi che "vogliamo costruire un altro mondo".
redb

Jesi presidio e concerto
Giovedì 27 settembre c'è stato un presidio contro la guerra organizzato dagli anarchici insieme al PRC e al gruppo di studio contro la globalizzazione.
Sabato 29 settembre gli studenti medi hanno organizzato un concerto in piazza contro la guerra con una buona presenza di pubblico.
Giordano

Palermo in mille in piazza
Più di un migliaio di persone ha partecipato giovedì 27 Settembre a Palermo alla manifestazione indetta dal Forum Sociale Siciliano contro i venti di guerra che si stanno abbattendo su tutto il mondo.
Il corteo, partito da piazza Politeama, si è snodato per le vie del centro fino ad arrivare alla piazza antistante la sede della Regione siciliana a Palazzo dei Normanni.
Lo striscione di apertura riportava il messaggio dietro al quale si ritrovano tutte le anime che compongono il Forum: "No alle guerre, no al terrore, un altro mondo è possibile": durante la manifestazione non sono mancate frequenti dimostrazioni di solidarietà da parte di molte persone che, oltre a unirsi al corteo, non perdevano occasione di fermarsi a parlare durante i volantinaggi dimostrando così - nel bene e nel male - un forte interesse nei confronti di questa delicatissima situazione internazionale. Una manifestazione molto comunicativa e partecipata, dunque, durante la quale si è posta l'attenzione anche sul pericolo della repressione che in nome della sicurezza, sta già facendo sentire il fiato sul collo sugli spazi sociali presenti in città: la situazione del CSOA ExKarcere - sotto sgombero- è in questo caso illuminante, così come quella del Laboratorio ZETA fatto oggetto negli ultimi tempi di inquietanti provocazioni sbirro-fasciste.
Questa è stata solo la prima di una serie di iniziative, tanto più che se l'Italia dovesse entrare definitivamente in guerra, noi ci sentiremmo permanentemente mobilitati contro questo conflitto e contro tutte le logiche di potere che stanno dietro alle politiche del terrore e della sopraffazione.
T.A.Z. laboratorio di comunicazione libertaria

Massa e La Spezia: presidio e assemblea
Giovedì 27 settembre il presidio a Massa, iniziato alle 16, verso le 18 ha dato vita ad una manifestazione aperta dalle bandiere anarchiche, che lungo il corteo ha raccolto anche gli aderenti al Forum di Massa, i quali si erano dati appuntamento sotto il Comune. Lungo il percorso l'affluenza è continuata, fino a raggiungere le 500 persone. La manifestazione si è conclusa a piazza Garibaldi con l'intervento di Alfonso Nicolazzi.
L'assemblea di sabato 29 a La Spezia ha visto l'affluenza di una settantina di persone, che hanno seguito con attenzione la puntuale relazione di Moffa, dell'Università di Teramo. Al termine si è svolto un dibattito in cui non si è mancato di accennare al tema della repressione annunciando le prossime iniziative cittadine.
A.



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