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Da "Umanità Nova" n.35 del 14 ottobre 2001
inform@zione
Forum Sociale Siciliano
Il 15 settembre presso il C.S. S. Chiara di Palermo si è svolto il
secondo incontro del Forum Sociale Siciliano.
I pesanti venti di guerra non hanno impedito agli oltre 100 partecipanti di
svolgere un'intensa e proficua giornata di discussione. Le diverse persone
provenienti da più parti della regione hanno espresso la propria
condanna verso gli atti di terrore e di guerra avvenuti a New York e a
Washington, ribadendo altresì la propria opposizione contro ogni forma
di oppressione e di annientamento sociale.
L'assemblea ha proposto un appuntamento unitario da tenersi entro la fine
dell'anno, con tutte le altre realtà siciliane che si oppongono ai
processi di globalizzazione. In questo nuovo consesso sarà rilanciata
l'idea e la pratica dell'organizzazione dal basso e la continuazione del metodo
orizontale non verticistico, basato su una forte logica partecipativa che possa
inficiare qualunque velleità di egemonia e/o primogenitura; quale unica
pratica organizzativa di un movimento realmente incisivo nelle dinamiche
sociali.
Si è discusso altresì dell'organizzazione di momenti di
discussione e incontri con le varie realtà che al momento costituiscono
il più ampio e variegato movimento nazionale, organizzando iniziative
unitarie sia su scala regionale e nazionale.
Il FSS propone al movimento nazionale ed internazionale una giornata mondiale
per i diritti dei popoli e contro il terrorismo di guerra.
Nell'eventualità (ormai realizzatasi, NdR) di un conflitto armato il FSS
promuoverà manifestazioni
regionali e campagne di massa contro la guerra in difesa delle libertà
civili in solidarietà agli immigrati e a tutti i popoli oppressi.
Convinti del fatto che l'unica soluzione per risolvere guerre e terrorismi,
religiosi o nazionalisti che siano, è la pratica della
solidarietà internazionale, contro lo sfruttamento di intere popolazioni
e l'inclusione degli ultimi della terra.
Ci impegneremo a costruire contatti stabili con le comunità immigrate e
con i movimenti pacifisti dei paesi mediterranei e rilanciando la lotta
antimilitarista contro tutte le servitù militari presenti sul territorio
siciliano.
Ci opporremo alla campagna repressiva messa in atto dalle istituzioni tendente
al restringimento delle libertà civili e democratiche che vede nella
criminalizzazione del movimento anti-globalizzazione uno dei suoi punti
cardine.
Daremo vita ad incontri a livello regionale di riflessione ed approfondimento
degli effetti della globalizzazione a partire dalle specificità locali
che puntino alla creazione di campagne di mobilitazione e lotta al potere
mafioso.
In merito alla questione del nome del FSS (già Coordinamento Action
Against Global Crime), il dibattito rimane aperto, per evitare forzature ci
daremo scadenza coincidente col prossimo forum regionale, dove si
continuerà il dibattito sull'organizzazione e su come rendere più
partecipato questo movimento.
T.A.Z. Palermo - laboratorio di comunicazione libertaria
taz-palermo@libero.it
Convegno la Nato globale
strategie di guerra e opposizione sociale
Sabato 29 settembre, alle ore 15.00, presso l'auditorium del Municipio di
Roveredo in Piano a Pordenone si è tenuto l'annunciato convegno "LA NATO
GLOBALE".
Convegno pensato e organizzato dal Comitato Unitario Contro Aviano 2000, un
comitato attivo da più di cinque anni nella provincia pordenonese e che
si batte contro la presenza della Base militare nucleare USAFE di Aviano e
soprattutto contro il suo ampliamento, gi^ in fase di ultimazione, denominato
appunto "progetto Aviano 2000".
Si pu~ ritenere positivo l'esito di questo appuntamento, sia sotto il profilo
contenutistico (relazioni e dibattito), sia sotto quello della partecipazione,
che ha visto la presenza di un centinaio di persone. C'è da sottolineare
che la stima in previsione era più cospicua ed ha subito un
ridimensionamento a causa della concomitanza con altre scadenze ed
iniziative.
Anche le relazioni, e conseguentemente il dibattito, hanno subito il necessario
aggiornamento visti i fatti dell'11 settembre e degli spostamenti geopolitici
militari che la NATO ha attuato dai Balcani all'area medio-orientale.
Venendo ai contenuti sono intervenuti: Piero Maestri, del Comitato Golfo di MI,
che ha parlato in generale della NATO verso il XXI secolo, fornendo dati e
informazioni per inquadrare le possibili strategie e mire future. La centralit^
di un sistema economico "globalizzato" come riaffermazione dell'egemonia
statunitense, la connessione "fisiologica" fra capitalismo e guerra e in
ultimo, ma non per importanza, la continuit^ dei movimenti "anti-global"
soprattutto in una fase come questa, sono stati gli argomenti costitutivi della
relazione; è intervenuto poi Achille Lodovisi, redattore della rivista
Guerra & Pace, disquisendo sullo "scudo spaziale" e più in generale
sul complesso militare industriale e sulle nuove dottrine militari. Attraverso
l'esposizione di documenti sia di analisti militari che del pentagono stesso,
si sono apprese dinamiche nuove in seno al dispiegarsi dei conflitti, laddove
viene definita "guerra asimmetrica" l'uso di mezzi non più speculari fra
le parti in campo. L'esempio dell'attacco alle "torri gemelle", come esecuzione
in "guerra" di un attacco, oltre a beffare l'efficacia del fantomatico scudo
stellare, racconta esaurientemente rispetto al dispiegamento del presunto
nemico che si appresta ora a presenziare con sottomarini, f-14-15-16-18,
portaerei e truppe da terra l'Afganistan. Anche l'aspetto mass-mediatico si
ricaratterizza, non tanto in modo originale, ma compattandosi ancor più
efferatamente rispetto al passato e fornendo dunque il "nemico" che serve ad
uno stato quando si prepara ad assassinare...leggesi patriottismo; prosegue
negli interventi Annalisa Comuzzi delle Donne in Nero di Udine sulla
destabilizzazione della guerra per arrivare al patto di stabilità per i
Balcani. Anche in questo caso, pur soffermandosi più in specifico sulla
questione balcanica, si ribadisce il ruolo della NATO e dell'Occidente tra
escalation militare e nuovi affari. Interessanti l'esperienza diretta e le
relazioni fra le Donne in Nero delle varie regioni durante i conflitti nell'ex
Jugoslavia. Racconti che valorizzano il lavoro di "rete" attuato in
contrapposizione alla militarizzazione dei territori, della societ^ ed in
particolar modo il tentativo si sottrarsi alla "logica di guerra" che invade e
pervade le coscienze favorendo l'odio, la discriminazione, le umiliazioni fino
ad arrivare alla disumanizazione dell'individuo dove le vittime di questo
meccanismo sono, nella maggior parte dei casi, proprio le donne; conclude la
sessione degli approfondimenti Giuseppe Rizzardo, del CUCA 2000, intervenendo
sulle basi militari del NORD-EST e sulla nuova militarizzazione del territorio
attraverso Il Progetto Aviano 2000. In questo senso è utile aggiornare
in sommi capi la situazione: raddoppiamento del personale militare in Base (da
4.000 a 9.000 circa) con il relativo carico di familiari, potenziamento bellico
e strutturale interno alla Base, potenziamento della rete viaria contigua alla
Base e comunque interessata dal tragitto dei militari esterni, insediamento
capillare in tutta la provincia di villaggi made in USA. Tutto questo
ovviamente è solo il dato "tecnico" che pone la "colonizzazione" e
l'asservimento di un territorio in chiave sociale, politico ed economico alla
presenza "stelle & strisce". Bisogna sempre ricordare la peculiarit^ di
Aviano rispetto agli altri insediamenti NATO in Italia, infatti essendo una
Base USAFE con supporto logistico alla NATO, presuppone il diritto di
extra-territorialit^ della zona occupata.
Non è potuto intervenire Stefano Capello che doveva relazionare sul
conflitto Macedone tra interessi atlantici, mafia e nazionalismo.
Il dibattito è stato corposo di interventi che hanno, oltre ad aver
approfondito alcuni aspetti delle relazioni, evidenziato la necessit^ di
praticare da subito l'agibilit^ delle libert^ e dei diritti che lo scenario di
guerra in atto cercher^ di limitare fortemente. L'invito è dunque quello
di mantenere alta la visibilit^ conflittuale dopo Genova e Napoli, facendo
virtù degli errori e dei limiti che il variegato movimento
antiglobalizzazione ha espresso fin'ora.
Nestor
Mestre: in piazza contro la legge Bossi-Fini
Sabato 6 ottobre, non meno di mille persone (500 secondo la polizia. 2000 per
gli organizzatori), in grande maggioranza migranti hanno, nell'ambito della
giornata di mobilitazione contro il disegno di legge sull'immigrazione che il
governo si appresta ad approvare, preso parte al corteo promosso dalle diverse
associazioni e comunità degli immigrati (senegalesi, guineiani,
nigeriani, tunisini e bangladesh) assieme alla Rete Antirazzista di Venezia.
Alla manifestazione hanno partecipato anche altre realtà
dell'autorganizzazione quali il Comitato di Lotta per la casa di Treviso che da
mesi è protagonista di un'occupazione interetnica a Casier e il Comitato
per la casa del quartiere Cita di Marghera; sempre da Treviso sono giunte le
adesioni di altre associazioni solidali tra cui quella delle donne de La
Panchina. Presenti anche, appaiate, le bandiere dei Cobas e della Fiom.
Meno plausibile invece la disinvolta partecipazione di Rifondazione Comunista
e, soprattutto, della CGIL e della Sinistra Giovanile che hanno a loro tempo
approvato e sostenuto quella legge Turco-Napolitano che, oltre ad aver
istituito la politica dei flussi e i campi di detenzione per i "clandestini",
è stata nel suo impianto legislativo sostanzialmente recepita dalla
contestata legge Bossi-Fini.
Senza alcuna ambiguità il cartello portato da una campagna che,
riprendendo una scritta anarchica comparsa sui muri di Venezia, diceva
"Immigrati non lasciateci soli con gli italiani".
Emmerre
Contro la guerra in provincia di Cuneo
Anche a Cuneo ci si muove contro la guerra. Oltre alle manifestazioni del
neonato (non senza polemiche) Cuneo Social Forum, a Saluzzo e Bra il collettivo
Vanzetti e il Centro Documentazione Antagonista Babylon sono scesi per strada
con alcune iniziative ben riuscite.
A Saluzzo durante i "due giorni di mobilitazione locale" il collettivo Vanzett
ha diffuso un volantino di cui riportiamo alcuni passaggi: " Il pianeta
è travolto da un'ondata di violenza senza precedenti: le armi sembrano
essere l'unico mezzo per risolvere i conflitti etnici, religiosi ed economici;
gli stati investono sempre di più nella ricerca bellica e
nell'ammodernamento degli eserciti; l'atteggiamento arrogante degli Stati Uniti
è destabilizzante per i fragili equilibri di alcune aree del mondo (i
Balcani ed il Medio Oriente in primo luogo). Non lasciamoci ingannare dalla
propaganda militarista che ci circonda; i recenti, tragici fatti sono soltanto
il sintomo di una deriva violenta che parte da lontano. Semplicemente i morti
in Palestina, Irak, Cecenia, Kosovo, Serbia, Algeria e ovunque nel mondo
c'è un conflitto ormai fanno meno notizia di quelli di New Yortk, quasi
ci fossimo abituati ad uno stato di guerra permanente. (...)
Il rifiuto di ogni forma di violenza e di tutte le guerre passa necessariamente
attraverso il rifiuto degli eserciti, di leva o professionali che essi siano, e
della produzione e commercio di armi. La NATO è l'organismo
internazionale attraverso il quale le maggiori potenze pretendono di imporre
il loro ordine al mondo intero nonché motore dell'industria bellica: la
sua esistenza è pertanto inaccettabile per coloro che sognano e lottano
nel presente per un mondo di pace e giustizia.
Affermiamo ancora una volta la validità della proposta nonviolenta e di
azione dal basso che metta al primo posto la lotta contro il militarismo, il
nazionalismo e tutti gli integralismi, per l'eliminazione di ogni forma di
sfruttamento e quindi per un reale ed equo sviluppo del mondo.
Mettiamoci in gioco in prima persona per contribuire allo sviluppo di una
cultura di pace e per costruire un mondo in cui non ci sia posto per nessun
esercito".
Altre iniziative antimilitariste sono in cantiere... la guerra sarà
lunga, dice quel galantuomo di Bush jr.
elle O.
Imola cibo non bombe
Nella notte fra il 28 e 29 settembre alcuni imbecilli, rimasti sconosciuti,
hanno distrutto la vetrata della locale moschea e dell'attiguo centro islamico.
Il mattino seguente gli esponenti della comunità islamica hanno ricevuto
l'immediata solidarietà di numerosi cittadini mentre nel pomeriggio
è stato distribuito un volantino denunciante l'accaduto firmato
dall'Imola Social Forum. Alcuni giorni dopo si è tenuta una assemblea
pubblica, alla quale hanno partecipato numerosi cittadini imolesi e di origine
nordafricana. Essendo previste per il sabato successivo due distinte
manifestazioni, una degli studenti contro l'imminente guerra, e una degli
islamici per stigmatizzare l'atto intimidatorio subito, si è deciso di
fare confluire i due cortei, a significare la comune volontà di opporsi
alla violenza degli stati e all'intolleranza dei singoli. La manifestazione del
sabato ha avuto un grande successo: circa cinque-seicento persone, infatti,
hanno lungamente sfilato per le altrimenti sonnacchiose vie del centro di
Imola, suscitando interesse e partecipazione fra quanti assistevano al loro
passaggio. Studenti delle scuole medie, lavoratori nordafricani con le famiglie
al completo, esponenti del Social forum, semplici cittadini, tutti insieme
contro i venti di guerra e di pulizia etnica.
Particolarmente significativa la presenza degli anarchici, che oltre ad aver
distribuito un loro volantino e l'ultimo numero del giornale Il Rifiuto
dietro lo striscione "padroni di niente servi di nessuno", hanno allestito un
carrello "Cibo non bombe" (food not bombs) pieno di paste, torte, pastiere,
pizze, libri e giornali. Delle prime hanno usufruito soprattutto i bambini
magrebini, dei secondi i numerosi cittadini interessati alla nostra stampa.
Reggio Emilia No ai bombardamenti
A Reggio Emilia, il locale coordinamento "Controverso G8", sorto per la
preparazione delle giornate di Genova, ha dato vita, attraverso un tam-tam
telefonico, ad un presidio in p.zza Prampolini, sotto il municipio di RE, a
partire dalle 21.
Sono stati appesi alle pareti dell'edificio alcuni stiscioni contro la guerra e
a favore della pace, dello stesso coordinamento. Numerosa e partecipata la
presenza dei compagni della FAI dei gruppi di Correggio, Reggio e Cavriago e di
quelli dell'USI, tutti giunti in affanno a causa dei rispettivi convegni. Buona
anche la presenza dei cittadini della città peraltro alquanto sonnolenta
nelle sue pantofole.
Nei punti di maggior presenza, siamo arrivati a 300 persone. Formalmente non
c'è stata nessuna assemblea, anche se, naturalmente, si commentava la
situazione e le varie prospettive di mobilitazione in base alle poche info. Ci
si è dati appuntamento per questa sera, dedicata solitamente alla
riunione del coordinamento, per l'assemblea vera e propria. Si è
caldeggiato, inoltre, come negli anni passati in situazioni tragicamente
simili, della costituzione di un presidio permanente nella suddetta piazza, con
una tenda di controinformazione che possa ospitare le diverse analisi e
proposte dei reggiani.
Mail da Reggio
Livorno: contro la guerra
Anche a Livorno il movimento contro la guerra ha organizzato diverse
iniziative: la manifestazione studentesca di mercoledì 26 settembre, che
ha visto circa 2mila giovani sfilare per le vie del centro, e il presidio
cittadino di giovedì 27 settembre che ha riunito in Piazza Grande circa
200 manifestanti. Nulla di eccezionale ma senza alcun dubbio l'espressione di
una volontà antibellicista che tocca una fetta importante della
città.
Lunedì 1 ottobre si è poi costituito il Livorno social forum che
vede fra i suoi elementi più attivi i compagni della redazione locale di
Comunismo libertario e i giovani anarchici del collettivo Zero in condotta. Da
parte sua la Federazione anarchica livornese ha partecipato al presidio
cittadino del 27 settembre diffondendo un proprio volantino. Sempre i compagni
della FAL hanno deciso di curare settimanalmente "Controguerra" foglio volante
di notizie e analisi provenienti da tutto il mondo.
L'incaricato
Riotorto 3 giornate anarchiche
Bilancio positivo quello delle tre giornate anarchiche svoltesi il 14-15-16
Settembre nella Pinetina di Riotorto, vicino a Piombino. Il venerdì
diversi compagni, provenienti da varie parti della Toscana, si uniscono a
quelli che erano già sul posto per terminare l'allestimento e la
preparazione del cibo per le tre giornate. Ci sono compagni di Livorno, Pisa,
Carrara, Piombino, Firenze, Casentino, Siena e province. La pioggia ci
accompagna per quasi tutta la giornata ma, nonostante il clima, riusciamo
ugualmente a svolgere il dibattito in programma, discutendo sulla
partecipazione degli anarchici alle giornate di Genova durante il G8, sulle
iniziative possibili contro la guerra. Nel tardo pomeriggio cessa di piovere ed
il ristorante offre le sue specialità. Dopo cena i gruppi da Livorno
scaldano l'atmosfera con la loro musica. Il sabato il tempo è discreto e
tutti gli stand sono organizzati: la libreria è fornita di giornali,
riviste e libri delle varie editrici libertarie, con i CD musicali
Bologna in piazza contro la guerra
Circa 5000 persone sono scese in piazza lunedì 8 ottobre per manifestare
contro la guerra. L'unico partito parlamentare presente era Rifondazione
Comunista. Innumerevoli, invece, i collettivi, le associazioni, i centri
sociali, i sindacati di base.
Domenica sera, invece, la prima risposta, era stata fiacca. Alcune decine di
persone in piazza Maggiore (principalmente del circolo anarchico) ed
un'assemblea di un centinaio di persone al Teatro Polivalente Occupato.
Comune era la condanna della rappresaglia e della repressione. Rappresaglia
nell'Asia centrale e annunciata repressione in Europa e in America. Il
carattere mondiale della guerra é nella consapevolezza di tutte e tutti
quanti scesi in piazza; un carattere mondiale che non ci vedrà solo
complici e spettatori dei massacri telediretti ma anche vittime inermi della
logica del dominio e delle politiche di annientamento che l'azione intrapresa
dal governo degli Stati Uniti annuncia.
Un'assemblea cittadina si svolgerà giovedì 10 ottobre presso il
circolo anarchico "C.Berneri". Significativa la spaccatura verticale nel
Bologna Social Forum rispetto alla partecipazione alla marcia Perugia-Assisi
che vedrà in prima fila i guerrafondai dell'ex-governo dell'Ulivo.
Per la libertà e la giustizia sociale la battaglia delle compagne e dei
compagni anarchici prosegue con il conforto ed il sostegno delle lavoratrici e
dei lavoratori.
Redb
Napoli, 8 ottobre 2001
Pochi giorni dopo la mobilitazione antinato, il movimento noglobal torna in
piazza.
Presenza non proprio folta, poichè l'annuncio del corteo è stato
dato appena 24 ore prima. Nonostante questo, 3000 persone in marcia da Piazza
del Gesù a Piazza Plebiscito.
Nessun incidente, atmosfera distesa ma molta rabbia negli slogan. Buona la
partecipazione anarchica, con punto vendita di Umanità Nova che ha fatto
registrare il tutto esaurito.
A partire da giovedì si ritornerà, con un'assemblea cittadina, a
parlare di mobilitazione. Questa volta sarà la più ampia
mobilitazione contro la guerra, una mobilitazione che si preannuncia lunga.
Gli anarchici sono in prima fila nel partecipare a molte iniziative.
Legrand
Milano manifestazione contro la guerra
Alcune migliaia le compagne ed i compagni che sono scesi in piazza
lunedì , il giorno dopo i bombardamenti Nato, per riaffermare il proprio
no a tutte le guerre.
Molte le organizzazioni presenti, ma ancora di più le persone che
manifestavano la loro rabbia ed il loro lutto al di là delle etichette e
delle bandiere. In mattinata già un corteo studentesco aveva
attraversato la città con gli stessi obiettivi.
La manifestazione è partita da piazza Duomo e si è conclusa
davanti al consolato statunitense, nello stesso posto in cui, domenica, subito
dopo la notizia dell'inizio dei bombardamenti, si era tenuto un immediato e
spontaneo presidio.
I presenti in piazza avevano la netta coscienza che questo era solo l'inizio di
un opposizione che sempre più dovrà organizzarsi per fermare,
come si leggeva su uno striscione, "questa guerra che non è contro i
talebani, ma contro tutti gli esseri umani".
R.P.
Torino cresce l'opposizione
Sin dalla serata dell'7 ottobre due ore dopo l'inizio dei bombardamenti nella
centrale piazza Castello si sono radunate circa trecento persone tra cui un
gruppo di compagni della FAI. Il giorno successivo un corteo si è
snodato in serata per le vie del centro raccogliendo diverse migliaia di
persone. Gli anarchici hanno sfilato dietro allo striscione "Quando la patria
chiama: rispondi signornò".
Ma. Ma.
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