Da "Umanità Nova" n.36 del 21 ottobre 2001
Tolosa: un disastro annunciato
Il terrorismo dei padroni
Tolosa, venerdì 21 settembre, ore 10,15: un boato tremendo seguito da
altre esplosioni scuote la città. Poi solo fuoco e detriti scagliati
verso il cielo insieme ad una nube tossica che si dirige verso il centro
città. Quando scriviamo queste note il bilancio è terrificante:
29 morti, oltre 600 feriti di cui una cinquantina gravi.
Del disastro di Tolosa - quarta città della Francia con i suoi 700mila
abitanti - la grande stampa italiana non ha detto quasi niente a parte
l'ipotesi che si sia trattato di un attacco terroristico, ipotesi che non ha
trovato a tutt'oggi alcuna conferma. Eppure quello del 21 settembre può
essere classificato come uno dei più gravi disastri industriali,
superato solo da quelli di Chernobyl, Bhopal e Seveso.
LE CONSEGUENZE POTEVANO ESSERE ANCORA PEGGIORI
Ma perché tutti questi morti, questi feriti, questi palazzi sventrati,
questa nube tossica emessa dallo stabilimento della AZF? In un certo senso
è vero che si tratta di opera di "certi" terroristi, cioè di
coloro che da circa 70 anni hanno inserito un bomba a scoppio ritardato nel
mezzo di Tolosa. Si tratta dei vari padroni dell'AZF, degli amministratori
locali, dei deputati e senatori, dei responsabili politici e sanitari locali e
nazionali che hanno cestinato le denuncie provenienti da alcuni ambienti
sindacali e dai comitati dei cittadini. Questi "terroristi" hanno demonizzato
le manifestazioni degli oppositori e si sono appoggiati ai sindacati riformisti
che di fronte alle minacce di licenziamenti e di delocalizzazione della
fabbrica in Polonia hanno tenuto un atteggiamento talmente moderato da finire,
com'è successo negli anni '80, per difendere l'indifendibile in nome del
dio-occupazione. Eppure poteva andare peggio: lo stabilimento della SNPE
(Società nazionale delle polveri e degli esplosivi) che si trova a poche
centinaia di metri da quello della AZF ha avuto tutti i vetri rotti ma non
è esploso liberando le tonnellate di prodotti stoccati (specialmente il
fosgene, gas inodore e incolore largamente usato durante la prima guerra
mondiale come micidiale arma chimica) che avrebbero seminato la morte nella
regione circostante. Per questo a Tolosa tutti si considerano dei sopravvissuti
(1).
LE COMPLICITÀ DEL POTERE POLITICO
Da anni la popolazione dell'agglomerato urbano tolosano - circa 1 milione di
abitanti - denuncia la presenza di una vera e propria polveriera situata nella
zona sud del capoluogo. Da anni i responsabili pubblici e privati di queste
fabbriche chimiche si sforzano di far credere all'opinione pubblica di aver
messo in opera tutte le misure di sicurezza necessarie a proteggere la
popolazione. Da anni i rapporti realizzati dalla DRIRE (2) che dimostravano i
rischi e i disfunzionamenti della AZF sono stati minimizzati. Oggi il suo
direttore dice di non aver avuto mezzi sufficienti ma perché non lo ha
detto prima del disastro denunciando pubblicamente queste carenze? In
realtà il polo chimico di Tolosa ha potuto contare sulle
complicità dei poteri pubblici locali e nazionali. Fra il 1997 e il 2000
il consiglio comunale di Tolosa e lo Stato francese hanno autorizzato
l'ampliamento della SNPE e della AZF, infrangendo le resistenze dei comitati
popolari. Ancor più recentemente - inverno 2001 - un rapporto del
comitato di igiene e sanità dava l'allarme riguardo i rischi legati allo
stoccaggio e alla lavorazione dei materiali della AZF. Ma nessuna
autorità lo ha preso in considerazione - Il potere locale oggi cerca di
discolparsi sostenendo che l'ampliamento delle fabbriche sottoposte alla
Direttiva Seveso (3) è responsabilità dello Stato mentre le
municipalità hanno solo un potere consultivo. Peccato che però
nessuno ha mai votato contro le richieste dei padroni della chimica. Al massimo
qualcuno - i socialisti - si è astenuto.
RISCHIO MASSIMO, PROTEZIONE MINIMA
Tutti i giorni centinaia di migliaia di persone abitano, lavorano o transito a
poche centinaia di metri dalla polveriera. Eppure i responsabili della
sicurezza pubblica hanno fatto poco più di niente per far fronte ad
eventuali incidenti che essi hanno deliberatamente minimizzato per anni. Le
sirene che hanno lo scopo di dare l'allarme in caso di incidente vengono
provate ogni primo martedì del mese ma venerdì 21 settembre sono
rimaste incredibilmente mute. Per quanto riguarda poi l'organizzazione
dell'evacuazione e l'emanazione di consegne immediate alla popolazione niente
di niente è stato fatto: si salvi chi può e ognuno pensi alle
propria pelle!
"Rientrate a casa e chiudete le finestre!" ecco l'unico demenziale consiglio
che le autorità hanno potuto dare alle migliaia di cittadini che non
potevano rientrare nelle loro case, situate a poche centinaia di metri dal
cratere fumante della AZF, e che non potevano avere finestre da chiudere visto
che nel raggio di diversi chilometri i vetri erano andati in frantumi. Mentre a
Tolosa regnava il caos e migliaia di persone cercavano disperatamente di
fuggire ingolfando le strade della città le televisioni e le radio
nazionali hanno cominciato a raccontare in diretta lo spettacolo del disastro -
appena qualche giorno dopo l'attentato di New York la macchina masmediale era
già ben rodata - ma non hanno dato alcun contributo a coloro che a
Tolosa volevano sapere cosa fare. Le migliaia di cittadini imbottigliati nel
caos della fuga hanno vanamente cercato una radio che li indirizzasse da
qualche parte: solo una televisione locale ha cercato di fare tutto il
possibile per informare intelligentemente e largamente.
QUANTE CITTÀ - POLVERIERA IN TUTTO IL MONDO?
Centinaia di migliaia di persone continuano a vivere a Tolosa attorno
all'enorme cratere ancora fumante dell'AZF dove rimangono centinaia di
tonnellate di nitrato d'ammonio che oggi nessuno sa come recuperare senza
rischio. Accanto all'ammasso di macerie e ferraglia fumante si erge lo
stabilimento della SNPE, con i suoi vetri rotti ma soprattutto con le sue
migliaia di tonnellate di fosgene e di materiali esplosivi e tossici. Accanto a
ciò che resta dell'AZF resta un quartiere, naturalmente povero e al alta
concentrazioni di immigrati, devastato dall'esplosione. Centinaia di migliaia
di vite sono state messe deliberatamente a rischio da industriali senza
scrupoli e da politicanti corrotti che hanno pensato solo ai loro sporchi
interessi. Ma quante persone in Francia come nel resto del mondo vivono
sull'orlo di polveriere pronte ad esplodere in ogni momento?
1) Non è un caso che le due fabbriche siano così vicine. L'AZF fa
parte della Grand Paroisse, primo produttore francese di fertilizzanti, filiale
di Atrofina, la branca chimica del gruppo TotalFina. La SNPE produce, fra
l'alto, fosgene per due soli clienti: l'AZF e la Tolochimie che a sua volta
appartiene alla SNPE che l'ha acquistata nel 1996 dalla Rhpne-Poulenc. La SNPE
è famosa anche perché produce il carburante dei missili Ariane.
Nei depositi della SNPE sarebbe conservata anche una riserva strategica di
vecchie armi chimiche simili a quelle usate nella guerra 1914-1918.
2) Organismo pubblico che in Francia è incaricato della sorveglianza e
sicurezza degli impianti industriali.
3) Direttiva comunitaria che obbliga gli Stati membri a seguire determinate
procedure riguardo le industrie considerate ad alto rischio di incidente.
(*) Per realizzare questo articolo abbiamo attinto alle informazioni dei
compagni della CNT-AIT di Tolosa, tratte da A-Infos, e da un articolo
dell'Unione regionale della federation anarchiste pubblicato da "Le monde
libertaire" del 27 settembre - 3 ottobre 2001. Da segnalare che i compagni
della CNT hanno avuto la sede gravemente danneggiata dall'esplosione. Per
contatti: CNT.AIT, 7 rue St. Remesy, 31000 Toulouse. Traduzione di Yves
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