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Da "Umanità Nova" n.37 del 28 ottobre 2001

Ricordando... Angelo Gino Agnese

Angelo Gino Agnese

Nella notte tra venerdì 19 e sabato 20 è deceduto, colpito da un infarto, il compagno Agnese.

Gino è stato il primo anarchico che io abbia conosciuto. Era il 1968, andavo per la prima volta nella sede dei G.A.R. in Piazza Embriaci. Lì trovai un gruppetto di giovani della mia età e Gino, di qualche anno maggiore (già laureato in fisica) che era la figura più matura del gruppo. Iniziò una collaborazione che durò qualche anno. Insieme costituimmo il gruppo Gioventù Anarchica Genovese, poi il Circolo Anarchico Armando Borghi, insieme aderimmo ai GAF. Nel '72 sull'onda di una profonda spaccatura nel movimento anarchico ci dividemmo e ci perdemmo di vista. Di lui so che continuò la sua collaborazione con i GAF e in seguito partecipò all'importante esperienza del Circolo Ferrer di Marassi, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80. Credo poi che, come molti altri, abbia avuto un periodo di distacco dall'attività militante del movimento, conservando però sempre l'interesse per le sue sorti e la curiosità per i nuovi fenomeni di antagonismo sociale e politico. L'ho rincontrato qualche anno fa, nell'ambito dell'attività della Biblioteca Ferrer di Piazza Embriaci, felice che ci fosse una ripresa del movimento a Genova. Lo ricordo alla cena di inaugurazione della Biblioteca entusiasta e un po' commosso della realizzazione di un progetto del quale si parlava da anni. Lo ricordo, infine, nei giorni convulsi del G8, pronto, di nuovo, a dare la sua collaborazione e il suo impegno.

Ricordo Gino oggi come un compagno generoso, intellettualmente e politicamente dotato, ma schivo. Ricordo Gino oggi, senza retorica, come un uomo buono e puro di cuore. Non mi sento in questo momento di aggiungere altro. Chi l'ha conosciuto può capire quello che dico e quello che vorrei dire.

Quando se ne va un compagno, come lui, che conosci da tanti anni, della tua generazione, è come se se ne andasse qualcosa di te. Io oggi ho perso qualcosa e mi sento un po' più solo.

Ciao Gino

G.B.



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