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Da "Umanità Nova" n.38 del 4 novembre 2001
inform@zione
Brescia contro la guerra
Oggi 26 ottobre 2001 a Brescia in Piazza della Loggia si é tenuta
una manifestazione contro la guerra. Al presidio non autorizzato erano presenti
anche i compagni anarchici del gruppo " Ettore Bonometti" di Brescia che hanno
diffuso un volantino.
Padova contro la guerra ed il razzismo
Sabato 27 ottobre, nel pomeriggio si è svolta a Padova la
manifestazione regionale contro la guerra e il razzismo indetta dal
coordinamento "Veneto contro la guerra" che aveva aderito alla proposta di
mobilitazione internazionale lanciata dall'ANSWER (Act Now to Stop War, End
Racism). Il corteo, aperto dagli striscioni anarchici e dalle bandiere
rosso-nere, ha privilegiato la dimensione comunicativa partendo da piazza
Stazione, abituale luogo d'incontro di molti immigrati e, dopo aver
attraversato la città, si è concluso in Prato della Valle, dove
si svolgeva il tradizionale mercato popolare del sabato. La seconda parte del
corteo era invece aperta dello striscione del Cpo Gramigna, presente al
completo; per il parere concorde dei cronisti dei due quotidiani cittadini la
partecipazione complessiva è stata di circa 500 persone.
Riguardo i contenuti è stato dato particolare risalto alla necessaria
opposizione alla finanziaria di guerra del governo Berlusconi ed è stato
ribadito che, dietro il paravento dello scontro tra civiltà, questo
conflitto vede come protagonisti due ex-soci in affari quali sono Bush e Bin
Laden con le loro rispettive famiglie miliardarie, e non sono stati pochi i
cittadini che hanno ben accolto tale impostazione. L'iniziativa si è
comunque dimostrata una tappa significativa nel percorso collettivo avviato a
livello regionale, ma non solo (vedi la partecipazione dei compagni di
Pordenone) già da prima del G8 che vede coinvolte situazioni, soggetti
ed esperienze molto diverse (centri sociali, collettivi,
individualità...), sia di tendenza libertaria che comunista, ben
intenzionate a sviluppare sul territorio l'organizzazione autonoma di classe e
la critica al dominio globale del capitalismo, in alternativa alle tristemente
note logiche della politica-spettacolo. Politica-spettacolo peraltro ormai in
evidente crisi (interessante notare a riguardo che alla contemporanea
manifestazione regionale, col solito copione mani alzate-manganelli, indetta a
Vicenza dai "mitici" centri sociali del Nord-Est hanno partecipato neanche 400
persone).
Per info, documenti e foto: www.venetocontrog8.net
m.
Bergamo anarchica agli arresti domiciliari
Apprendiamo da un comunicato diffuso il 22 ottobre delle misure
repressive adottate contro una giovane compagna anarchica bergamasca. Nel
comunicato a firma "BergaAnarchiche/i bergamaschi" leggiamo che: "Nella
mattinata del 22 ottobre alle 7.45 è stata messa agli arresti
domiciliari Silvia Guerini, compagna anarchica, studentessa del liceo
Magistrale P. Secco Suardo, sulla base di presunti sospetti relativi
all'attentato al ripetitore in Maresana del 4 luglio.
Già il 17 luglio venne perquisita la sua abitazione e sequestrati stampa
anarchica, una bomboletta spray e 4 bulloni che solo la cieca fantasia
repressiva ha fatto identificare come appartenenti al traliccio.
Per certo l'arresto domiciliare è stato deciso su basi pretestuose e
inconsistenti. Temono forse un eventuale pericolo di fuga o un inquinamento di
prove? Silvia è già indagata da 3 mesi: se avesse voluto fuggire
o inquinare le prove ne avrebbe avuto tutto il tempo. L'arresto domiciliare
è esclusivamente un violento atto di repressione teso ad intimidire i
giovani impegnati nell'azione di controinformazione."
Sono inoltre annunciate varie iniziative di solidarietà e
controinformazione per i prossimi giorni.
ma.
Alessandria gli anarchici contro la guerra il 10 novembre
Mentre sto scrivendo pare certo che i seguaci di berlusconi scenderanno
in piazza il 10 novembre con le bandiere americane in difesa della guerra e
sembra che anche i Social Forum a livello nazionale propongano una
manifestazione a Roma e alcune presenza nelle varie città. Di una cosa
sono sicuro, allo stato attuale questa sporca guerra se pure si gioca sui campi
di battaglia è certamente la più spettacolare che la storia abbia
mai conosciuto: gli attori vengono controllati nel look, i telegiornali ed i
giornali ci parlano persino dell'orologio che hanno al polso o del fatto che
bin Laden abbia bisogno di continue cure... In questo palcoscenico i
protagonisti sono vari: uno è sicuramente bin Laden, la "pornostar
sadomasochista" perché qualcosa di perverso deve pur esserci in chi,
pieno di soldi, acquisiti fin dalla nascita ed accumulati investendo in borsa e
facendo affari leciti ed illeciti con gli USA, possa presentarsi ora
spudoratamente come difensore degli esclusi, dei miseri musulmani lesi ed
uccisi dall'imperialismo USA. In questa commedia il senso del pudore è
assolutamente assente. Gli USA, nati dallo sterminio nel loro paese dei nativi,
si presentano nel ruolo della vittima dei crimini islamici. Sono gli stessi USA
che si sono arricchiti alle spalle degli schiavi neri, quelli dei golpe in
America Latina, gli stessi che hanno sostenuto Pinochet, Saddam Hussein e lo
stesso bin Laden in tempi tutt'altro che remoti. Il tutto sponsorizzato dalle
TV.
Ma altri attori compaiono in questo scenario come scrittori, personaggi dello
spettacolo e persino gli ex-trasgressivi musicisti rock che, abbandonate le
canzoni di protesta contro la guerra in Vietnam e smesse le vesti dei ribelli,
da buoni voltagabbana si schierano a favore di una guerra che certo non
restituirà i morti delle due torri gemelle e invece uccide centinaia di
civili. Tutto condito da scenari desolanti con sfumature tra il grottesco e il
medievale. Davanti a tanta tracotanza ci sentiremo vicini a quell'altro attore
che di tanto in tanto emerge nella cronaca, il popolo che ha preso la via delle
piazze, il popolo che, pur non radicalizzando la critica al capitalismo, pone
dubbi e perplessità più che legittimi sulla strada intrapresa.
È un popolo che spesso è già irregimentato e guidato dai
nuovi pompieri che compaiono con disinvoltura sugli schermi televisivi e che
inevitabilmente spingeranno queste piazze in una deriva istituzionale. I Social
Forum vogliono porsi come unici rappresentanti dei nemici della
globalizzazione, ma è ben poca cosa il loro pacifismo di maniera contro
la guerra ma non radicalmente contro gli USA. Agnoletto ha detto chiaramente:
"noi non siamo antiamericani e siamo principalmente contro il terrorismo ma non
crediamo che questa guerra serva alle istituzioni democratiche per difenderne
la legittimità". A mio avviso come anarchici non possiamo estraniarci
con sdegno da questa anima pulsante perché alcuni loro dirigenti
mostrano chiaramente dove vogliono arrivare, ma è altrettanto chiaro che
per non confondere i nostri contenuti come anarchici dobbiamo anche indire
manifestazioni ed iniziative specifiche per non essere schiacciati dallo
spettacolo inscenato dai media e dai direttori d'orchestra improvvisati. Noi
non siamo pacifisti, perché siamo sempre in guerra contro la logica
militarista e tutti gli eserciti, contro il capitalismo e gli Stati, contro il
devastante cancro delle dottrine imposte dalle religioni, contro tutte le
guerre. Uscire dunque da strade già segnate da altri per cercare di
parlare con un accento diverso. Il 10 e il 12 di ottobre gli anarchici di
Alessandria sono scesi in piazza contro la guerra in maniera autonoma mentre
altri manifestavano contro la guerra quello stesso giorno (pezzi del Social
Forum di Alessandria che stentavano a trovare un'intesa tra loro, ora raggiunta
al prezzo di perderne alcuni per strada). Non si è trattato di
settarismo: pensiamo che su tematiche come la guerra si possa e si debba
trovare percorsi unitari e ci impegniamo a trovarli, ma per portare avanti
anche quell'angolatura del no alla guerra che lo spettacolo dei pacifisti da
una parte e dei giustizialisti dall'altra non farà in alcun modo
emergere.
Il 10 novembre noi scenderemo in piazza con un corteo antimilitarista nella
nostra città: partenza alle 15 dai giardini di fronte alla stazione
ferroviaria vicino al monumento al cavallo. Riteniamo importante un taglio
antimilitarista e anticapitalista del nostro "no alla guerra". In questa
occasione non vogliamo giocare una partita che rischia di schiacciarci:
renderci visibili e fare emergere le nostre tesi in mezzo alla gente comune
è in questo momento fondamentale per proseguire quel percorso che da
tempo abbiamo intrapreso dove l'imperativo era radicalizzarci e radicalizzare
il dissenso nel territorio.
Salvatore Corvaio
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