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Da "Umanità Nova" n.39 dell'11 novembre 2001
La scuola ai preti
Il ministro e il cardinale
Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti ha nominato
il cardinale Ersilio Tonini presidente onorario del gruppo di lavoro per
definire il codice deontologico del personale della scuola
Devo ammettere che, quando ho ricevuto la notizia, la mia reazione più
che scandalizzata e preoccupata è stata divertita. I terribili liberali
berlusconiani, eredi degenerati di un liberalismo da non rimpiangere certo ma
meritevole di ben altro rispetto, si pongono, quando devono inventare un
"codice deontologico" per il personale della scuola, sotto l'ala protettiva di
santa romana chiesa (le minuscole non sono né un refuso né,
tantomeno, una dimenticanza).
Per quanto riguarda il cardinale, poi, mi è venuto in mente una piccola
vicenda occorsami qualche anno addietro. Durante un gita scolastica, in un
autogrill, mi capitò di incontrarlo e di scoprire che è un omino,
nel senso che è piccolissimo. Con me e con gli studenti si
comportò con grande bonarietà corrispondente alla sua immagine
televisiva. Ci presentò un mio collega, insegnante di religione e uomo
di sinistra, che era decisamente deliziato per l'incontro con essolui. Il
cardinale rimproverò dolcemente alcune ragazzacce, nostre studentesse,
che fumavano e parlò loro di una sua sorella morta di cancro. Visto che
io fumo sin troppo non apprezzai molto la predica non foss'altro che
perché sospetto, nonostante la mia formazione razionalista, che i preti
portino male.
Il collega di religione, un omone non prete ma pretesco assai, e bonario quanto
il cardinale è lo stesso che, un paio di anni dopo, stese una relazione
scritta contro un compagno che insegna nella stessa scuola e che la preside
voleva liquidare in quanto sovversivo.
La morale, mi si passi il termine, che si può trarre da questi fatti
è che dei preti e dei loro amici è opportuno non fidarsi anche se
sono bonari e di sinistra.
Tornando alla scelta della signora Letizia Arnaboldi Brichetto Moratti, la dama
di ferro, è opportuno tenere conto del fatto che se già alla
metà del XIX secolo la borghesia ancora, in qualche misura,
"rivoluzionaria" aveva in gran parte riscoperto l'opportunità di tenere
buone relazioni con le istituzioni tradizionalmente preposte a tenere
tranquillo e disciplinato il buon popolo non si vede perché non lo debba
fare una destra che parla di "rivoluzione liberale" per nobilitare la sua
natura mediocre e retriva che riduce questa "rivoluzione" al taglio delle
tasse, per i privilegiati, s'intende, ed alla richiesta di legge ed ordine.
Probabilmente Tonini non peggiorerà più che tanto un codice che,
francamente, potremmo risparmiarci e che servirà principalmente a dare
lavoro, si fa per dire, e pingui emolumenti a qualche portaborse della dama di
ferro. Resta il fatto che un'altra rata del debito che il governo ha contratto
con la chiesa è stata pagata e che la nostra libertà è
ancora più ridotta e forse non è un caso che sia stato scelto un
cardinale popolare e caro, in particolare, alla sinistra per farci ingoiare
questo ennesimo rospo.
Cosimo Scarinzi
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