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Da "Umanità Nova" n.39 dell'11 novembre 2001

Liberi di... tacere
Poste: aumentano le spese per la piccola editoria

La costante erosione degli spazi di libertà di espressione da parte del potere e delle varie ramificazioni dello stato è ormai divenuta una prassi talmente quotidiana che quasi non fa più notizia.

Ormai affiggere un semplice manifesto sui muri della maggior parte delle città è divenuta un'impresa che comporta il fatto di avere alle spalle ingenti risorse economiche per far fronte a tasse comunali, spese di de-affissione e multe salatissime, oltre la portata dei mezzi di chi vorrebbe esprimersi.

Anche la distribuzione del modestissimo volantino viene sempre più spesso taglieggiata con pretestuose motivazioni quali "cospargere sul territorio materiali che disturbano l'ordine e la pulizia urbana".

I motivi profondamente liberticidi e comunque politici vengono così nascosti dietro fattori "estetici" o, molto più spesso, economici.

È quanto accadde anche con l'operazione di "efficientismo" varata dalle poste con la privatizzazione fra il '93 e il 94. Da un giorno all'altro le tariffe vennero quadruplicate e rimasero tali per due anni e mezzo, imponendo - fra l'altro - ai sostenitori di U.N. sacrifici di ogni genere compresa la riduzione di numeri stampati in un anno per poter far fronte allo strozzinaggio postale.

Poi però le voci di protesta, provenienti anche da settori che non potevano rimanere inascoltati perché funzionali al potere, ripresero campo e dunque tutto si risolse con un ridimensionamento delle tariffe, ovviamente non nei termini precedenti l'aumento, ma comunque alleviando la pressione economica.

La scorsa estate è stata la volta delle spedizioni come "stampe" fuori dal campo editoriale vero e proprio, che poteva valersi di tariffe ridotte, abolite anche in questo caso senza alcun preavviso.

Qualche giorno fa abbiamo avuto notizia anche dell'abolizione delle riduzioni postali per spedire libri. Da un ventaglio di tariffe scontate, a seconda del peso del plico, che partiva da poche centinaia di lire si è passati ad una tariffa unica fino ad un peso di 20 kg di 5.500 lire. In pratica il provvedimento è mirato proprio a stroncare la piccola, capillare, diffusione di libri attraverso il sistema postale, un servizio molto praticato, di cui hanno fruito sia i singoli acquirenti residenti in zone decentrate, sia una miriade di piccole imprese editoriali che potevano raggiungere un ampio ventaglio di lettori pur mantenendo tirature contenute.

Ora di nuovo si parla di abolizione delle spedizioni in abbonamento postale, quelle che consentono anche a testate come la nostra di mantenere un rapporto con il vasto pubblico, pur fra mille ostacoli di mancate consegne, ritardi e pessimi servizi di ogni genere, dovuti sempre più spesso a uffici postali costretti a funzionare in permanente sotto-organico.

Il mantenimento e l'ampliamento dei canali di comunicazione è determinante per una società civile. Le agevolazioni alla circolazione di materiali poveri deve essere ripristinata. La libertà di espressione non può essere negata in base a ottuse motivazioni di efficientismo economico proprio mentre ci si chiedono sacrifici per aumentare e perfezionare gli armamenti fabbricati per essere distrutti e portare distruzione.

Alfonso Nicolazzi



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