![]() Da "Umanità Nova" n.42 del 2 dicembre 2001 Verso il fascismo globaleLa prima vittima della guerra è la libertà. È un dato evidente che popoli in guerra debbano fare i conti con restrizioni delle libertà del tempo di pace, in quanto la guerra costringe a cambiare le abitudini, i comportamenti. Ma la guerra è anche produttrice di diritto. Tutti gli ordinamenti prevedono norme specifiche applicabili solo in tempo di guerra. Non solo: è possibile che vengano prodotte nuove norme proprio in occasione di una guerra. Occorre in primo luogo riflettere sul fatto che da sempre le norme repressive possono avere un contenuto determinato o indeterminato. Avere a che fare con un precetto penale ben definito è molto diverso dal subire un'accusa dai labili contorni o, peggio, essere nelle mani non del sistema giudiziario, ma degli apparati di polizia o delle cosiddette agenzie governative. Insomma, la certezza delle contestazioni, la certezza dei tempi delle restrizioni della libertà, sono un cardine dello stato di diritto così come è venuto strutturandosi in occidente. Dall'11 settembre la produzione di nuove norme collegate a quanto è avvenuto è stata incessante, negli USA e in Europa. Un primo sguardo d'insieme a dette normative solleva più di una preoccupazione. Il metodo utilizzato è quello della totale genericità delle fattispecie; della possibilità di essere soggetti senza limiti di tempo agli apparati di polizia, anziché alla magistratura; alla creazione di tribunali speciali dove le normali regole processuali sono azzerate; della concessione agli apparati di polizia di poteri amplissimi in materia di controllo delle comunicazioni telefoniche e elettroniche tra privati sulla base di un semplice sospetto. È questo il concetto fondamentale su cui ruota tutto l'apparato di norme prodotte negli USA, in Inghilterra, in Italia. Basta un sospetto perché gli apparati di polizia, senza necessaria autorizzazione di un giudice, possano intercettare telefonate, posta elettronica, arrestare e internare senza limiti di tempo. È interessante che molte di queste norme (soprattutto in USA e in Inghilterra) siano dettate solo per i cittadini stranieri. La specificazione rassicura in apparenza la gran parte dei cittadini, indica un "nemico" potenziale, lo straniero, pone come eccezione (l'abrogazione di qualsiasi diritto individuale nei confronti dello Stato) quel che, per le stesse ragioni di "sicurezza", domani potrà essere esteso a tutti. Il fatto più notevole su cui riflettere è la lucidità con cui gli stati occidentali, uno dopo l'altro, stanno creando un apparato di norme liberticide sull'onda dell'emergenza terrorismo islamico. L'occasione era ghiottissima e gli stati occidentali la stanno sfruttando al meglio. Le opinioni pubbliche occidentali, annichilite dal crollo delle torri gemelle, oppongono una debolissima resistenza. L'obiettivo degli stati è sempre lo stesso: reprimere ogni manifestazione di libertà individuale, evitare che l'opposizione sociale si rafforzi. Il messaggio del presidente Bush e dei suoi vassalli occidentali è cristallino: "chi non è con noi è contro di noi". Quel che vediamo realizzarsi davanti ai nostri occhi non è diverso da quanto già sapevamo sugli stati. La novità è che oggi il potere statale non usa tante perifrasi ed espropria tutti delle libertà individuali. È il fascismo globale quello che ci attende. Simone Bisacca
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