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Da "Umanità Nova" n.43 del 9 dicembre 2001
inform@zione
Saluzzo no alla guerra!
Si è costituito da qualche settimana il Comitato Contro la Guerra
e nei giorni scorsi ha cercato di portare in città un punto di vista
diverso su quanto sta succedendo in Afganistan e ovunque nel mondo vi sia un
conflitto combattuto in nome del potere e del denaro.
Un comitato che ha visto tra i suoi promotori il collettivo Vanzetti e che
unisce uomini e donne provenienti da esperienze politiche, associative assai
differenti tra loro, accomunati dalla volontà di sperimentare forme
credibili e nonviolente di comunicazione e dall'esigenza di far sentire una
voce di dissenso in mezzo alle troppe banalità e alla retorica che si
sentono sulla guerra e le sue motivazioni. Non un social forum, spesso
penalizzato dall'esigenza di mediare posizioni ideologiche e appartenenze
troppo diverse e radicate, non una realtà che cerca appoggi o
legittimazione istituzionale al proprio agire. Solo un'organizzazione informale
e non gerarchica e la libertà di esprimere idee e proposte nell'assoluto
rispetto reciproco.
La prima uscita pubblica si è concretizzata in due giorni di
mobilitazione "per la pace e la solidarietà tra i popoli" che hanno
"disturbato" la tranquillità di molti saluzzesi.
Venerdì 23 novembre un grande concerto a Castellar ha visto la
partecipazione di qualche centinaio di giovani. Sul palco, dietro al quale
campeggiava lo striscione "Disertiamo la guerra, disertiamo gli eserciti", si
sono esibiti i Raiz, gli Stil2fire e, nonostante uno spiacevole imprevisto, le
Uovatomiche. Dj Piddu ha riempito i cambi palco con il suo rocksteady "caldo" e
ballerino.
Sabato mattina volantinaggio e presidio al mercato: "Alla globalizzazione della
guerra contrapponiamo la globalizzazione della pace. Un altro mondo è
possibile e necessario" era lo slogan scelto per comunicare con la folla che
settimanalmente si reca al mercato.
Al pomeriggio una pacifica e colorata invasione dell'isola pedonale non
è certo passata inosservata. Giocolieri, musicisti di strada,
trampolieri, hanno cercato di opporre al grigiore dell'indifferenza i colori e
la musica simboli della voglia di vivere in un mondo senza violenza. Si
è formato un corteo che ha rumorosamente percorso i portici nell'ora di
punta portando bandiere e cartelli con scritte pacifiste e antimilitariste. Non
si sono verificati incidenti, anzi molti passanti hanno espresso una certa
simpatia, compresi gli automobilisti "costretti" a cedere il passo al corteo.
Il comitato continuerà ad essere presente per strada con un presidio
informativo tutte le domeniche di dicembre, quando il centro città
sarà chiuso al traffico per lo shopping natalizio (siamo in guerra ma
l'orgia consumistica non si ferma di certo!)
Lele Odiardo
Torino smontata la montatura
Erano i primi giorni di primavera del 1997 quando tre squatter della
Casa Occupata di Collegno vengono arrestati, in base ad un inchiesta dei Ros
dei carabinieri e del PM Laudi, con l'accusa di essere pericolosi terroristi, i
"Lupi Grigi" autori di attentati contro l'Alta Velocità in Val di Susa.
Uno di loro, Edoardo Massari, si suiciderà in carcere alla fine di
marzo. Un'altra, Soledad Rosas, si impiccherà in luglio mentre si trova
agli arresti domiciliari in una comunità. Il 4 aprile la città
sarà attraversata da un imponente corteo che raccoglierà
manifestanti da tutt'Italia, che denunceranno il clima di feroce repressione
come responsabile della scelta estrema di Massari. Per mesi gli occupanti di
case di Torino sono sottoposti ad un fuoco di fila mediatico con lo scopo di
criminalizzarli. Decine di loro saranno denunciati, pestati e processati per le
manifestazioni di solidarietà espresse nei confronti degli inquisiti.
L'unico sopravvissuto della vicenda verrà condannato a 6 anni e 10 mesi
di reclusione; in appello la pena gli sarà ridotta di una manciata di
mesi. Agli arresti domiciliari in comunità a San Ponso sin dall'estate
del '97, da qualche mese è stato trasferito presso il Sermig di Torino e
gli è concesso di uscire per recarsi al lavoro.
Il 21 novembre di quest'anno la Cassazione ha sancito che l'accusa di
associazione sovversiva nei confronti dello squatter superstite non era
fondata.
Così oltre quattro anni e mezzo dopo quella tragica primavera, il "Lupo
Grigio" viene ridimensionato al ruolo di ladruncolo. Sarebbe una comica se in
questa terribile farsa non ci fossero stati due morti. Uccisi moralmente da uno
Stato che, attraverso loro, ha tentato di criminalizzare ogni forma di
opposizione al progetto dell'Alta Velocità, che procurando lauti
profitti a pochi, porterà solo devastazione ambientale ed inquinamento
agli abitanti della Valle di Susa.
Carlo Ter Za
Processo contro gli oppositori dell'inceneritore: la giustizia dei "buoni" e
dei "cattivi"
77 manifestanti contro la costruzione dell'inceneritore del Pollino di
Pietrasanta sono stati assolti, venerdì 16 novembre, dal Tribunale di
Lucca . Erano accusati di blocco stradale ed interruzione di pubblico servizio.
Essendo il primo reato depenalizzato ed il secondo caduto perché
l'inceneritore era in costruzione e non in funzione, il PM Manzione ha avanzato
la richiesta di assoluzione ed il tribunale l'ha accolta. Il processo prosegue
il 26 giugno 2002 per 11 "cattivi" che, assolti come gli altri manifestanti dai
reati di cui sopra, sono invece ancora accusati di resistenza a pubblico
ufficiale e, uno di essi, anche di lesioni.
Ricordiamo che il processo va avanti da quattro anni e che la vicenda
repressiva ebbe inizio nell'ottobre 1997. Come scritto più volte sulle
pagine di questo giornale, in quei giorni compagni ed abitanti della zona (in
tutto un centinaio di persone) si presentarono uniti e decisi di fronte ai
cancelli del cantiere per opporsi alla costruzione dell'inceneritore. Fu la
violenza delle "forze dell'ordine" a permettere ai fabbricanti di diossina di
dare avvio alla loro nefasta opera. Dieci dimostranti, tra cui chi scrive,
furono trascinati via con la forza, sbattuti su un cellulare con le manette ai
polsi per più di due ore e accusati di resistenza e oltraggio. Sette
persone finirono al pronto soccorso e ben tre ambulanze giunsero al Pollino per
soccorrere contusi e persone anziane vittime di malori causati dall'intervento
della polizia. A queste violenze seguirono le denunce ed il processo contro
persone "colpevoli", quel mattino di ottobre, di essere rimaste sedute per
terra davanti ai cancelli di ingresso del cantiere, tenendosi per le braccia, a
testa alta e determinate ad opporsi ad un impianto inquinante e nocivo.
Tornando ai giorni nostri, il primo esito processuale con le 77 assoluzioni per
i reati meno pesanti era forse prevedibile. Tanto più che sembra andare
in porto l'ipotesi di riconversione dell'inceneritore (vedi UN n. 37 del 28
ottobre 2001) e pertanto il processo come deterrente anti ripresa della lotta
non serve più. Nello stesso tempo al Potere fa sempre comodo procedere
con la solita pratica di attribuire patenti di "buono" e "cattivo", di dividere
i movimenti di lotta e quindi bastonare i "cattivi". In merito a ciò
sulla stampa locale è uscita una bella lettera aperta di due dei 77
manifestanti assolti, i quali invitano a solidarizzare con gli 11 ancora sotto
processo, a "non lasciarli soli e testimoniare alla prossima udienza (il 26
giugno 2002) la nostra partecipazione ai fatti loro contestati".
Giros
Trieste iniziativa antimilitarista
Anche il tempo ci ha aiutato. Si è svolta infatti in una giornata
piena di sole l'iniziativa itinerante "Anche la guerra è terrorismo"
indetta dall'Assemblea Antimilitarista di Trieste (assemblea nata subito dopo
l'inizio dei bombardamenti sull'Afganistan e formata fra gli altri dagli
anarchici e dalle anarchiche del Gruppo Anarchico "Germinal").
Dopo due mesi di settimanali presenze in piazza per fare controinformazione
sulla guerra, si è deciso di dare vita ad una manifestazione che sapesse
maggiormente coinvolgere e sensibilizzare la gente in merito
all'assurdità di questo conflitto e alle sue conseguenze sulla vita di
tutti/e.
Così giovedì 29 ci si ritrovati nella centrale Piazza Goldoni con
cartelli, striscioni e volantini, mentre molti dei partecipanti indossavano la
striscia bianca contro la guerra seguendo l'invito partito da Emergency e fatto
proprio dall'Assemblea.
Verso le 17 si è partiti per un breve percorso nelle vie del centro,
preceduti dallo striscione "Il militarismo produce violenza, sfruttamento e
morte". Vari manifestanti, grazie a bidoni e pentolame vario, producevano suoni
e rumori che incuriosivano e attiravano i passanti.
Come al solito nutrita la scorta di vigili urbani, carabinieri e polizia sia in
divisa che in borghese.
Arrivati in Piazza della Borsa, si sono nuovamente esposti cartelloni e
striscioni, mentre un paio di performance teatrali catturavano l'attenzione di
decine e decine di curiosi.
All'iniziativa hanno preso parte in tutto un centinaio di persone. Sicuramente
un risultato positivo visto il giorno infrasettimanale e soprattutto la non
adesione dell'Assemblea al locale Social Forum, cosa che evidentemente non "fa
tendenza" e che fa passare per settari. È interessante comunque notare
come l'Assemblea abbia partecipato in varie forme e senza intenti polemici ad
alcune delle loro iniziative pubbliche, mentre anche in questa occasione degli
aderenti al Forum non si è visto quasi nessuno.
Un compagno dell'Assemblea
Trino Vercellese: NO alla discarica nucleare
In una fredda ma limpida giornata di primo inverno si è svolta a
Trino Vercellese una manifestazione contro il progetto di discarica nucleare
nella ex centrale nucleare "Fermi", che seppure non più in
attività, continua a seminare morte nella piana del riso, dove la
percentuale di tumori è, come in altre zone flagellate da produzioni
nocive, superiore alla media nazionale.
La centrale, secondo quanto annunciato dalla ditta Sogin, dovrebbe ospitare le
scorie provenienti dallo stabilimento di Saluggia ma non solo: secondo
Legambiente potrebbe in un prossimo futuro diventare la pattumiera delle scorie
provenienti dalla Francia e dalla Gran Bretagna.
La popolazione della cittadina ha partecipato in massa alla marcia che, dal
centro di Trino, si è dipanata nella campagna sino alla vecchia
centrale. La gente è ormai esasperata ed ha aderito in modo convinto
all'iniziativa. Trino è stata devastata da ben due alluvioni in 6 anni:
quella del 1994 e quella del 2000, che hanno mandato a mollo, oltre a case e
cascine, anche la centrale con il suo mortifero contenuto. Già lo scorso
anno, sia prima che dopo l'alluvione, durante i presidi organizzati dal
Coordinamento anarchico ligure e piemontese e nelle varie iniziative di
volantinaggio e controinformazione attuate dal gruppo FAI di Vercelli, il
"Luigi Galleani", la tensione e la determinazione di molti trinesi ad alzare la
testa e ad impedire la discarica erano apparse evidenti.
I compagni del vercellese hanno profuso un vivace e continuativo impegno per
essere a fianco della popolazione in lotta, denunciando al contempo le
strumentalizzazioni politiche di vari antinuclearisti dell'ultima ora, dai DS a
quelli di Forza Italia sino ai "padani" di Bossi convinti che il nucleare fa
bene ma non nel "proprio" collegio elettorale.
Alla manifestazione di domenica 2 dicembre i Forzisti di Berlusconi hanno
pensato bene di disertare, dopo aver diffuso false notizie relative alla
cancellazione (per la città di Trino) del progetto di pattumiera
nucleare. Il ras locale italoforzuto, Roberto Rosso, avrebbe dichiarato che il
risultato era stato ottenuto grazie alla sua mediazione. L'ampia partecipazione
dei trinesi alla marcia ha dimostrato chiaramente che nessuno di loro aveva
dato credito alle dichiarazioni di Rosso. I leghisti, ormai sempre più
in crisi tra vocazione padanista e poltrone governative, erano presenti con due
bandiere accolte da un mare di fischi e slogan antirazzisti dai numerosi
compagni dello spezzone anarchico e antagonista, che li hanno di fatto
obbligati a rifugiarsi nelle retrovie del corteo accanto al nutrito contingente
di poliziotti e carabinieri che ha seguito i manifestanti.
Lo spezzone anarchico era molto vivace ed ha raccolto circa un centinaio di
compagni. Era anche presente un gruppo del centro sociale di area autonoma, "Il
mattone rosso" di Vercelli con il quale al termine della marcia si è
organizzata un'assemblea a microfono aperto in alternativa agli interventi dal
palco riservati alle autorità cittadine. I compagni intervenuti hanno
sottolineato che a Trino, come a Marghera o in Valle Susa, solo la lotta
diretta, popolare costituisce un efficace mezzo per contrastare politiche di
morte che pongono in primo piano l'interesse di pochi a scapito della salute di
tutti. Un folto gruppo di compagni, dopo la manifestazione, è stato
seguito e poi fermato ed identificato dalla polizia, che ha sostenuto che si
trattava di un "casuale e normale controllo". Nessun dubbio: il solito, usuale,
normale controllo nei confronti degli oppositori più coerenti e
radicali.
La lotta per la difesa dell'ambiente e per l'autorganizzazione sociale in
Piemonte ha segnato un altro punto. È un incoraggiamento per le prossime
iniziative contro l'alta velocità che la settimana scorsa hanno visto
scendere in piazza gli abitanti di Avigliana, e contro i disastri che
deriveranno dalle prossime olimpiadi invernali del 2006.
Il prossimo appuntamento è per il 14 dicembre a Torino quando il
progetto di discarica nucleare sarà discusso dalla Regione Piemonte.
Eufelia
Bologna Aggressioni naziste ai manifestanti antirazzisti
Si é svolta sabato 1 dicembre una manifestazione cittadina contro
le leggi razziste che questo governo, in perfetta sintonia con quelli
precedenti, sta promulgando per la restrizione delle libertà sociali, di
quelle dei proletari immigrati in particolare.
La manifestazione ha visto oltre 3.000 persone in corteo con una vasta ala di
folla composta in massima parte da "cittadini" immigrati. Circa 500 erano
invece gli immigrati attivamente partecipi alla manifestazione. Obbiettivi
della protesta: le leggi Bossi-Fini che si allineano alle precedenti
Martelli-Turco-Napolitano e ne acuiscono i caratteri repressivi; la prossima
apertura del centro regionale di "permanenza" temporanea in via Mattei a
Bologna.
Diverse centinaia di persone portavano un cartello appuntato al petto con la
scritta "sono clandestino"; quasi la totalità del corteo aveva
allacciato lo "straccetto" bianco degli inermi. Le questioni delle
libertà sociali si intrecciavano alla questione della guerra in termini
stringenti cogliendo il nesso fra strette repressive e politiche belliciste a
livello planetario.
Gli anarchici erano presenti con due volantini ed uno striscione che
sintetizzava diversi altri striscioni "senza frontiere, nessuna galera".
Buono, quindi, il bilancio della manifestazione. Non poteva mancare a questo
punto la provocazione della canea reazionaria. Prima tre giovani manifestanti
venivano aggrediti da una decina di naziskin. Uno dei compagni é stato
giudicato guaribile in 25 giorni (ha ferite da taglio, ossa rotte e parecchie
contusioni). Poco dopo un altro giovane veniva aggredito da un'altra banda di
fasci.
Domani, martedì 4 dicembre, é stata indetta una manifestazione
antifascista che partirà da Porta S. Stefano alla caccia dei covi
nazifascisti.
Sui prossimi numeri di UN vi aggiorneremo sugli sviluppi.
redb
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