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Da "Umanità Nova" n.43 del 9 dicembre 2001

Dibattito
Riflessioni sulla clonazione umana

Dà indubbiamente fastidio, così, d'acchito, essere d'accordo con personaggi tipo Bush o il papa. Ma non è questo che deve fermare una riflessione libertaria. Nel caso della clonazione di embrioni umani, viene sbandierato ai quattro venti che essa è fondamentale per la terapia di alcune malattie, genetiche e non, che attualmente tengono in grave scacco la medicina. Non solo, ma si dice anche che si aprirebbero nuove vie terapeutiche, talmente ampie da permettere guarigioni anche in malattie che oggi vengono affrontate, sì, ma senza portare al traguardo del recupero totale dell'integrità psicofisica. Non è poco. Ma, a parte il fatto che di Bush, papa e compagnia non ci si fida, nel senso proprio che non crediamo a ciò che dicono, basti per tutti il fatto che il no deciso di Bush riguarda finanziamenti pubblici alla ricerca in tal senso negli Stai uniti d'America, quando si sa benissimo che l'annuncio della riuscita clonazione è stato dato da un'azienda privata... Ma, a parte, se è possibile, questo, noi, da libertari, sapendo con chi abbiamo a che fare, non possiamo non pensare all'utilizzo, come al solito, delle innovazioni tecnologiche per scopi poco nobili e molto legati al profitto. Non ci può non venire in mente che qualcuno pensi alla creazione di esseri umani in grado fisicamente di compiere lavori faticosissimi, sporchi, crudeli, per esempio soldati o astronauti o minatori o terroristi suicidi, in grado di non essere considerati umani fino in fondo, e quindi di essere usati per gli scopi più atroci nei confronti degli "umani veri". Insomma ricreare, con più giustificazioni tecnico - scientifiche, la logica di dividere l'umanità in due parti, gli uomini veri e quelli di serie b, i non umani, che non soffrono, non pensano, soprattutto non rivendicano. In questo senso si potrebbe addirittura arrivare a pensare alla clonazione come risposta dell'Occidente "civile e scientifico" alla follia degli attentatori suicidi del "perfido" Bin Laden. Laddove lo schiavismo (e in questo senso ci metto anche il fanatismo, ideologico o religioso che sia) si permetteva di ritenere a livello "morale" che gli schiavi non fossero umani come gli altri, e che dunque non ci fosse nulla di male o riprovevole nello sfruttarli fino alla morte come macchine, ora la scienza potrebbe fornire una giustificazione "tecnica", oltre a quella morale, mai sopita negli animi dei razzisti di ogni genere, e fornire così alla politica guerrafondaia e economica nuovi spunti. Questa è la ragione principale per cui sono fondamentalmente contrario a questo genere di ricerca. È un discorso pericoloso in quanto fermare il progresso del pensiero e della ricerca può contenere istanze conservatrici, che poi la storia dimostra essere perdenti. Voglio solo ricordare qui il già fatto discorso sulle innovazioni tecnologiche (segreterie telefoniche, cellulari, ma anche la stessa televisione e l'informatica, solo per citare alcuni esempi), verso le quali certo movimento ha sempre avuto istintivi sospetti e refrattarietà, col risultato di aggiornarsi con dieci anni di ritardo. Ma mi pare che qui la posta in gioco si faccia sempre più alta, e sempre più temibile. Non c'è bisogno di scomodare la fantascienza per immaginarsi scenari da brivido. Credo che forse varrebbe la pena di attuare una pausa di riflessione. Impariamo di nuovo a usare il bastone per sorreggerci, anziché per darlo sulla testa dei nemici, e poi forse potremo occuparci di progressi a quei livelli... Non vorrei sembrare troppo buddista con questo genere di considerazioni, ma vorrei anche richiamare alla riflessione quell'altra ala di movimento che invece è così entusiasta della scienza e del progresso scientifico. Non sono così sicuro che il problema risieda solamente nel domandarsi in quali mani stanno avvenendo determinati fenomeni...

Paolino



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