unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.44 del 16 dicembre 2001

In nome del profitto
Ambiente: tra effetto serra e mucca pazza

Kyoto: l'inquinatore vende il diritto di inquinare
"Attraverso la controllata per le energie rinnovabili ERGA, alle centrali canadesi dell'Ontario sono stati ceduti dall'ENEL diritti a inquinare per 1,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica, pari a gas di scarico prodotti da 500mila auto in un anno" (Il Sole - 24 ore, 23 novembre). L'articolo non fornisce il controvalore dei "diritti ad inquinare" che sarebbero quelli dovuti alla produzione di energia nelle centrali geotermiche toscane. Si tratterebbe di uno dei primi e più importanti scambi nel mercato dell'inquinamento previsto dal discutibile accordo di Kyoto contro i cambiamenti climatici. Con questo acquisto i canadesi eviteranno così di ridurre le loro emissioni di anidride carbonica.

Appare francamente umoristico come l'ENEL, uno dei più noti inquinatori del nostro paese che nelle sue centrali brucia di tutto comprese materie di scarto provenienti dai paesi del nord Europa (come ha dimostrato lo scandalo dell'affondamento dell'Erika), possa trarre profitto dalla poca energia prodotta con fonti rinnovabili. Se si pensa che questi sono i meccanismi previsti dal protocollo di Kyoto per salvare l'umanità c'è effettivamente da preoccuparsi.

Mucca pazza: l'emergenza è ufficialmente finita ma i casi aumentano
Il ministro della salute ha reso noto il 28 novembre che i casi di BSE in Italia sono 41. La notizia, relegata dai giornali nelle brevi, non è da sottovalutare. È vero che 41 casi sono ben poca cosa se paragonati agli oltre 180mila casi rilevati in Inghilterra, la patria del morbo, ma anche ai 724 dell'Irlanda, ai 424 della Francia o ai 117 della Germania. Però c'è da sottolineare che "si trova solo se si cerca" e per anni in Italia non si è cercato per niente di individuare le "mucche pazze" ma anche che il 19 ottobre, quando gli esperti del ministero dichiararono ufficialmente terminata l'emergenza BSE, i casi rilevati erano 34: cioè nel giro di 40 giorni sono stati rilevati ben 7 nuovi casi pari al 20% del totale. Alla faccia della fine dell'emergenza!

A cura di M.Z.



Contenuti UNa storia in edicola archivio comunicati a-links


Redazione: fat@inrete.it Web: uenne@ecn.org