unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n. 1 del 13 gennaio 2002

Il video di Jalalabad
Bin Laden e Lara Croft

"Un anno fa mi ha detto: "In sogno ho visto che stavamo giocando una partita a calcio contro gli americani. Quando la nostra squadra è entrata in campo, era formata da piloti!" E poi ha così continuato: "Mi sono chiesto se fosse una partita a calcio o una partita di piloti. I nostri giocatori infatti erano piloti!".
Profezia raccontata nel video da bin Laden al fantomatico sceicco Shaykh. Traduzione de La Repubblica

Considerato che ogni emittente televisiva e ogni organo di stampa della cosiddetta informazione internazionale hanno dato ampio risalto al cosiddetto video "riservato" di Usama bin Laden, è inevitabile occuparsi di tale evento mediatico-spettacolare.

Difficile stabilire con i mezzi tecnici in nostro possesso se si tratta di un falso-vero o di un vero-falso, di certo sappiamo che oggi costruire dal "niente" un filmato del genere è tutt'altro che impossibile; ma anche prendendo per autentico quello che ci hanno fatto vedere, sorgono molti ragionevoli dubbi.

Qualcuno è già stato sollevato da altri osservatori, altri ne aggiungiamo noi.

Innanzitutto la provenienza di tale videocassetta, peraltro duplicata dall'originale, appare quantomeno sconcertante. Se fosse vera la versione del ritrovamento casuale, gli Americani avrebbero una fortuna indicibile. Considerando quanto è facile perdere una videocassetta anche in casa nostra, figuriamoci quanto deve essere facile trovare proprio quella cassetta, per di più intatta, in un paese in guerra colpito da bombe, distruzioni, saccheggi e accidenti di ogni genere.

Inoltre sorge spontanea una domanda: come ha fatto quel video, apparentemente girato il 9 novembre scorso in una casa di Kandahar (come sostiene il Pentagono) ad essere stato ritrovato, non si sa da chi, in un'altra casa a Jalalabad a fine novembre?

Interessante poi sarebbe sapere come ha fatto l'ignoto scopritore della cassetta ad intuirne l'importanza. Forse aveva a disposizione televisione con annesso videoregistratore per visionarla, oppure sulla cassetta c'era il titolo e la locandina del film? Per quale arcana ragione e per quali mani questa cassetta - e che cassetta! - è poi passata da una città all'altra?

Dato che in Afganistan non ci sono ancora videonoleggi hard, evidentemente qualcuno che ne aveva la possibilità l'ha duplicata e dopo settimane abbandonata in bella vista, ma pur sempre a rischio che andasse dispersa. A meno che copie di questa e altre videocassette (come viene riferito) non siano state disseminate per mezzo Afganistan.

Francamente appare poco credibile, anche se fosse stata direttamente filmata da un agente segreto, un traditore o da una spia che, in tal caso, l'avrebbe al contrario conservata con la massima attenzione e fatta avere quanto prima a chi di dovere, magari vendendola al migliore offerente.

Ma gli aspetti più incredibili sono altri.

Tutti sanno che bin Laden non è mai stato un personaggio facilmente accessibile ai media; inoltre l'uso - peraltro non stupido - che ha finora fatto del mezzo televisivo è stato tutt'altro che improvvisato, attraverso studiate apparizioni in stile mullah-guerriero, armato di AK-47, e i tre noti video diffusi attraverso Al-Jazeera dopo l'11 settembre; appare quindi alquanto strano che abbia accettato di farsi riprendere in tale, scottante, colloquio privato senza prevedere e programmare un suo utilizzo. Siamo infatti di fronte - non dimentichiamolo - al capo di un'efficiente organizzazione terroristica clandestina, non ad uno dei protagonisti televisivi del Grande Fratello.

Tanto più, ben sapendo di essere ricercato, accusato e passibile di un processo internazionale, per quale idiotissima ragione avrebbe dovuto creare una "prova" così compromettente a suo carico? Salvo che il suo scopo non fosse quello di compromettere proprio il suo ospite, il misterioso sceicco saudita paralizzato. A meno che qualcuno gli avesse già garantito l'impunità e un salvacondotto per qualche introvabile rifugio, magari tutelato dalla Cia, come quell'ospedale dove, pur ricercato, si era fatto ricoverare qualche settimana prima dell'11 settembre.

L'impressione è piuttosto che la responsabilità sua e di Al Quaeda vi appaia in modo troppo lampante, quasi come un'autoaccusa, allontanando di conseguenza ogni sospetto da altre organizzazioni, altri apparati, altri Stati e altri complotti.

Infatti di concrete rivelazioni riguardanti la dinamica dell'attentato terroristico non ne è emersa neanche mezza; infatti che il capo del commando suicida fosse quel tale Atta è una cosa che i servizi di intelligence USA ci hanno raccontato da mesi. Di certo c'è soltanto che terrorismo e spettacolo sono sempre più un binomio inscindibile.

Altra Informazione


PS. Secondo Gernot Rotter, orientalista dell'Università di Amburgo, coadiuvato da altri due traduttori giurati, nella traduzione inglese del video curata dagli "esperti" del Pentagono e della Cia "in punti determinanti sono state aggiunte formulazioni" e "vengono asseriti contesti temporali che (...) nella versione originale in arabo del video non appaiono", tesi a dimostrare una presunta conoscenza anticipata degli attacchi terroristici da parte di bin Laden di cui peraltro è nota la connotazione profetica e quindi a-temporale dei propri discorsi politico-religiosi.



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