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Da "Umanità Nova" n. 1 del 13 gennaio 2002
Bruxelles: manifestazione anarchica
No all'Europa dei potenti
Domenica 15 dicembre 2001 hanno avuto luogo diverse manifestazioni, nel quadro
della mobilitazione contro il summit di Laeken: una marcia per la pace,
organizzata dalla coalizione D14 - già all'origine della manifestazione
del giorno precedente, cui avevano partecipato tra le 25.000 e le 30.000
persone -, una manifestazione anarchica (a cui numerosi gruppi riuniti in seno
al "coordinamento anarchico europeo" invitavano a partecipare, (cfr.
"http://www.anarchie.be") ed uno street-party, organizzato dallo squat della
stazione Leopold BruXXel, raggiunto da numerosi altri gruppi (in particolare
gruppi di quartiere), in seguito all'appello.
La manifestazione anarchica è cominciata con un certo numero di arresti
"preventivi". Infatti, mentre andavano sul luogo del raduno, diversi militanti
hanno dovuto subire controlli polizieschi, che si sono chiusi con arresti
"amministrativi". Così, verso le 13.15, sono stati effettuati 8 arresti.
Nella mattinata, era successa la stessa cosa con una ventina di militanti di No
Pasaran e con numerose altre persone, identificate dalla polizia come casseurs
in occasione della manifestazione di venerdì 14 (durante la quale sono
state danneggiate 4 banche, 2 commissariati e alcune vetture di lusso). Un
membro di Indymedia è stato, parimenti, vittima di violenze da parte
della polizia. Per andare al ritrovo, ha seguito dei poliziotti in borghese, a
loro volta seguiti da squadre di giornalisti. Dopo avergli chiesto chi fosse
(risposta: stampa), i confidenti della polizia l'hanno messo spalle al muro,
gli hanno strappato la tessera di indymedia e confiscato il blocchetto degli
appunti, schiacciandogli i testicoli.
La manifestazione anarchica era stata convocata dal "coordinamento anarchico
europeo" con queste parole d'ordine: "Per il potere di gestire la nostra vita,
per una gestione ed una proprietà collettive di tutte le ricchezze del
mondo, per una società senza dominazioni, né sfruttamento, per
una globalizzazione della solidarietà, per un insegnamento che miri
all'autonomia ed alla libertà dell'individuo, per una mondializzazione
del disarmo". Il punto d'incontro era Place de l'Hôtel des Monnaies, da
cui la manifestazione è partita verso le 14.30. Essa contava, allora,
tra 1500 e 2000 persone. Molte le bandiere nere e rossonere, oltre a qualche
bandiera verde-nera e rosa-nera, accompagnate da diversi striscioni e cartelli:
"Smash capitalism globally" (distruggete il capitalismo ovunque) , "Kill the
cop inside you and around you" (uccidete lo sbirro dentro e fuori di voi),
"Capitalism kills" (il capitalismo uccide), "Né controllabili, né
cittadini, non c'è capitalismo dal volto umano, resistenza" (No
Pasaran), tra gli altri. Alcuni gruppi di No Pasaran, di Alternative
Libertaire, della Federazione Anarchica francofona, della CNT, della FAIberica,
così come altri ancora, erano visibili per via dei loro striscioni. La
manifestazione era molto dinamica e sonora, con petardi, fumogeni e numerosi
slogan, in particolare: "non sono gli immigrati che bisogna cacciare, è
il capitalismo che bisogna eliminare", "liberate i nostri compagni",
"resistenza a chi vuole dominare questo mondo", "si deve eliminare l'Europa del
filo spinato, ora basta, libertà!", "Israele assassino, liberate la
Palestina", "No Pasaran", "Giustizia da nessuna parte, polizia ovunque".
Vengono anche distribuiti dei volantini: Monde Libertaire, Info Suds, un
volantino collettivo "un'altra Europa per un mondo libertario" ed altri ancora.
(...)
Dopo aver percorso un viale per un po' di tempo, la manifestazione, verso le
15, si tuffa in strade più strette. Dall'alto delle loro finestre,
alcuni residenti si agitano e gridano messaggi di solidarietà e i
manifestanti rispondono con amichevoli movimenti delle braccia. L'ambiente
è bello. Sui muri, appaiono alcuni graffiti, seguiti, poi, da altri
ancora, nel corso della manifestazione: "contro la co-gestione del potere da
parte dei sindacati", "non c'è capitalismo dal volto umano", "squattiamo
il mondo", "viva anarquia", "i sogni dello Stato sono i nostri incubi" ecc. La
manifestazione avanza ancora lungo i boulevards, e, verso le 15.30, va a finire
contro uno schieramento di polizia, armato di cannoni ad acqua, in Place
St-Pandy. Evidente provocazione per una manifestazione che, fino a quel
momento, era stata calma. Diversi autonomi si danno da fare per creare delle
barricate al fine di impedire le cariche dei poliziotti, ma questi restano
sulle loro posizioni. Parecchie persone dicono, allora, al megafono, di fare
una deviazione per raggiungere lo street-party. Tutti si mobilitano e fanno
marcia indietro. Il corteo sbocca in Bld de Neuport, con il canale in mezzo.
Davanti, un poliziotto, decisamente poco a suo agio, fa spostare alcuni veicoli
della polizia, che si allontanano. Allora la manifestazione avanza, vittoriosa.
Ma altri veicoli arrivano a tutta velocità, sull'altra riva. Alcuni
temono chiaramente un tentativo, da parte della polizia, di tagliare in due la
manifestazione. Un furgone della polizia, allora, è preso a sassate e
una fila di agenti anti-sommossa appare, in effetti, qualche secondo dopo, sul
ponte che congiunge le due rive (Porte de Flandres). Addosso ai poliziotti,
raggiunti da un cannone ad acqua, arrivano pietre e bottiglie molotov. In
questo momento, la polizia fa almeno un arresto durante una carica. Sono circa
le 16. La manifestazione continua ad avanzare. (...)
Si raggiunge lo street-party verso le 16,30. Tra due pali, viene srotolato uno
striscione in cui un personaggio di Monopoly annuncia che a Bruxelles il
capitalismo è divenuto reale. Affissioni, graffiti e pochoirs (disegni
fatti con stampini) si susseguono. (...) Uno dei pochoirs realizzati lungo il
percorso commemorava la morte di Carlo Giuliani. Lo street-party conta numerosi
veicoli con diversi ambienti sonori: un camion recante un simbolo "squat" e con
la scritta "queer" trasporta un'orchestra con trombe ed altri strumenti. Un
altro "camion-musicale", più avanti, diffonde musica techno-hardcore e
samba-anarchici si trovano tra questi due. Molta danza, molti colori, costumi,
messaggi ed un ambiente festoso ma anche combattivo! Unendosi, le
manifestazioni riuniscono almeno 6000 o 7000 persone. Imboccano, allora, un
dedalo di strade ripide e piuttosto strette. In Rue de Hollande è stata
realizzata un'impressionante messa in scena contro la guerra. In un cantiere,
alcune paia di gambe spuntano dal suolo e alcune paia di braccia sporgono da
esso, sventolando bandiera bianca.
La manifestazione avanza, seguita da vicino da ranghi di poliziotti
anti-sommossa. In fondo al corteo hanno luogo brevi scontri e allora gli sbirri
procedono a numerosi arresti. Per tutto il percorso, le strade adiacenti
saranno bloccate da ranghi di robocop, con cani e/o autopompe, secondo il caso.
Ad ogni incrocio ci saranno duri faccia a faccia, ma la manifestazione
potrà continuare. Gli abitanti alle finestre salutano e certi ballano,
anche. Molti slogan vengono scritti sui marciapiedi con il gesso.
Verso le 17.20, dal "camion-musicale" viene fatto un annuncio: i poliziotti
hanno circondato tutto il settore ed impediscono al gruppo di avanzare. Coloro
che vogliono andarsene devono passare attraverso uno sbarramento di polizia e
farsi perquisire. La situazione si fa tesa. Arrivano altri agenti di polizia a
rinforzare gli sbarramenti. Dietro, si scorgono una serie di cannoni ad acqua e
poliziotti a perdita d'occhio. Alcuni residenti, sconcertati, sono ammassati
dietro le linee di polizia. Gli slogan riprendono: "Vogliamo passare", "tornate
indietro", "no justice, no peace, fuck the police", "polizia ovunque, giustizia
da nessuna parte". La polizia chiede che si indietreggi. Indignazione da parte
dei/delle manifestanti, sempre più irritati/e. Il camion-musicale viene
avanti e continua a diffondere musica ed annunci. Qualcuno incoraggia coloro
che possono a chiamare più persone possibili perché queste
vengano a fare pressione. Intanto si svolgono delle negoziazioni. Alle 18,
infine, un'autopompa indietreggia! Gli sbirri, però, non si muovono. Ci
vorrà un quarto d'ora perché gli sbarramenti lascino, alla fine,
passare la folla, che grida vittoria. In seguito, si verrà a sapere che
il fatto ha causato dei sommovimenti nella gerarchia della polizia. Dunque,
sarebbe stata data la disposizione di lasciar passare la manifestazione, ma i
poliziotti si sarebbero rifiutati di eseguire l'ordine!
Alle 18.30, la polizia scorta sempre molto da vicino la manifestazione, la
quale si dirige verso una vasta piazza. Là, la polizia indietreggia ed i
manifestanti occupano l'intero spazio. Al microfono, dichiarazioni vittoriose
circa la riappropriazione dello spazio e la vittoria sulle forze dell'ordine.
Tuttavia, i manifestanti restano circondati da numerosi pullman ed auto della
polizia. Una banca è abbondantemente ridipinta e lo street-party
continua. Ma la polizia crea subito un incidente: arresta un militante e
diverse persone (dei passanti!) che giravano nei paraggi ed usa gas asfissianti
su di un membro della rappresentanza legale, che cerca di raccogliere delle
informazioni. Una fila di poliziotti in borghese, tutti con giubbotti di pelle,
jeans e fazzoletti al collo, ostacola chiunque voglia portare soccorso.
Evidentemente, questi "spotters" sono stati presenti per tutta la
manifestazione (contrariamente alle promesse iniziali della polizia), per
identificare ed arrestare, in seguito, alcune vittime di prima qualità.
L'elicottero, sempre presente lungo il percorso delle manifestazioni, sorvola
la piazza. Verso le 19.30 i poliziotti continuano a circondare l'assembramento,
pronti ad arrestare chi tentasse di andarsene. Gli organizzatori incoraggiano,
allora, lo scioglimento dello street-party, consigliando ai presenti di
allontanarsi in piccoli gruppi verso la stazione del metrò della piazza.
A mano a mano la folla si disperde. Tuttavia, più tardi, di notte, si
verificheranno degli arresti, per l'intensificarsi dei controlli della polizia
in città.
(...) Per quanto riguarda gli arresti, il gruppo di legali parlava di 100
arresti nella giornata di sabato 15 dicembre 2001. La maggior parte sembra
essere "amministrativa".
Da a-infos, traduzione di Anna Di Gaetano
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