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Da "Umanità Nova" n. 2 del 20 gennaio 2002

Assemblea delle RSU dell'11 gennaio
La posta in gioco

La posta in gioco è la costituzione di un blocco sociale - un processo che non è e non sarà senza contraddizioni - che combini interessi politici ed economici connotati da un intreccio di spinte autoritarie e provvedimenti populisti sui luoghi di lavoro
...una preoccupante, debole ed insufficiente risposta sindacale. Una debolezza che misuriamo sia nella estenuante disarticolazione delle iniziative, che nella frammentazione e nella parzialità dei contenuti che fino ad oggi Cgil - Cisl e Uil hanno sostenuto...
Sembra non esserci la coscienza, nonostante la recente rottura su fisco e pensioni, della organicità del carattere dell'offensiva padronale. L'azione dei vertici sindacali sembra più preoccupata della difesa della concertazione e condizionata dalla necessità di salvaguardare l'unità tra le diverse organizzazioni confederali.
Certamente consideriamo un bene da ricercare quello dell'unità tra le organizzazioni...
Dalla Relazione introduttiva all'Assemblea Rsu 11 Gennaio 2002

...l'assemblea decide di indicare per il prossimo 15 febbraio una giornata di lotta generale nazionale dei lavoratori, delle Rsu di tutti i settori pubblici e privati, in cui rendere visibili i contenuti fondamentali della nostra piattaforma, anche mediante una generalizzazione degli scioperi.
Dall'Ordine del Giorno Finale

L'assemblea dei delegati delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) che si è svolta a Milano l'11 gennaio ha, ovviamente, suscitato un notevole interesse nel mondo dei militanti sindacali e politici di opposizione. Per molti versi si tratta di una riedizione delle classiche assemblee autoconvocate che da oltre vent'anni vengono indette da settori della sinistra sindacale, in particolare CGIL, con l'obiettivo di premere sull'apparato del sindacato di riferimento. Vi sono, d'altro canto delle novità che è bene tenere presenti. Per la prima volta siamo di fronte ad un'assemblea autoconvocata che vede la presenza sia di delegati della componente Cambiare Rotta della CGIL che di delegati dei sindacati alternativi e che prende una posizione di mediazione fra questi due settori del mondo sindacale.

L'assemblea, infatti, non ha indetto, come avrebbero voluto i delegati del sindacalismo alternativo, uno sciopero generale e si è limitata a lanciare una giornata di lotta generale nazionale per il 15 febbraio ma ha preso posizioni più critiche che in passato nei confronti dell'apparato di CGIL-CISL-UIL e ha fatto propria una piattaforma che, se si prescinde dalla patetica difesa dello stato sociale, è sostanzialmente accettabile ai fini dell'individuazione di una linea sindacale classista se non radicale.

D'altro canto, le piattaforme sono importanti ma non risolutive ai fini della comprensione della natura e della pratica di un qualsiasi soggetto sociale. Decisamente più significativa, a questo fine, è la comprensione dell'agire delle forze sociali in campo.

Possiamo, al fine di iniziare a disegnare lo scenario, individuare quattro livelli di articolazione dello scontro politico e sindacale, quattro livelli che interagiscono fra di loro. Proviamo a segnalarli.

Le oscillazioni della destra

La giubilazione del Ministro Ruggero ha occupato, nelle passate settimane, le pagine dei giornali. Ruggero stesso è divenuto un eroe della sinistra liberale ed europeista che si affrettata a denunciare l'inadeguatezza della destra rispetto all'integrazione europea. Effettivamente è uomo del blocco di potere incarnato dalla Fiat e da un settore importante anche se, oggi, minoritario del capitale nazionale e da ambienti importanti del capitale e delle élite tecnocratiche europee. La sua brutale liquidazione è una manifestazione del peso dei settori populisti della destra stessa e dell'ambiguità del rapporto fra maggioranza di governo e vecchia oligarchia capitalistica italiana. La sua cacciata, in altri termini, è indicativa del ridimensionarsi del potere dell'avvocato Agnelli e dell'ambiente che rappresenta come lo è stata l'elezione di D'Amato, che non a caso su questa vicenda si è schierato con il governo e contro l'Avvocato, alla presidenza della Confindustria.

Considerazioni analoghe possono farsi per quel che riguarda l'incrudirsi del rapporto fra governo e magistratura, incrudirsi che ha favorito il ricompattarsi della destra: la testa di Ruggero è stata consegnata dai liberali ai populisti in cambio del pieno appoggio dei populisti, dimentichi dei loro trascorsi giustizialisti, al cavaliere azzurro che, come è suo destino, deve badare in primo luogo a scansare una condanna in tribunale.

Dal punto di vista sindacale, il governo ha teso ad interpretare le pressioni del sindacato di stato come una variante dell'offensiva della sinistra e ad appoggiarsi alla Confindustria. Questo spostamento ha determinato delle forzature e un approccio tanto rozzo da ricompattare la CGIL con CISL e UIL. Quando il Ministro Maroni afferma pubblicamente che CISL e UIL devono scegliere se stare con il governo o con la CGIL fa, consapevolmente o meno, un regalo notevole alla CGIL. I gruppi dirigenti di CISL e UIL, infatti, tutto possono permettersi tranne che la pubblica dichiarazione di subalternità al governo che Maroni richiede.

La Confindustria all'assalto

Il pubblico attacco di D'Amato ad Agnelli e la difesa di quest'ultimo da parte di Tronchetti Provera sono un segnale importante sia del fatto che la crisi apertasi con l'elezione di D'Amato alla presidenza della Confindustria è tutt'altro che chiusa che del fatto che le robuste concessioni che il governo ha fatto ai padroni di "sinistra" non sono bastate a definire un rapporto armonioso fra destra e vecchia oligarchia.

La Confindustria appoggia, quindi, la linea antieuropea e filoamericana del governo in cambio di quelle concessioni sul diritto del lavoro per le quali da anni preme senza contare i finanziamenti diretti ed indiretti. La rachitica borghesia italiana ancora una volta dimostra che non si pone, né potrebbe porsi, l'obiettivo di concorrere significativamente alla costituzione di una grande potenza imperiale europea e che le è sufficiente una spazio adeguato ai suoi affari all'ombra del grande fratello statunitense.

Il sindacato di stato alle crociate

In questo contesto, CGIL-CISL-UIL recuperano quell'unità che nei primi mesi del governo della destra era entrata in crisi. Naturalmente, non si tratta di un'unità d'acciaio, tutt'altro, ma si fonda su di una solida concordanza di interessi.

Il sindacato di stato ha un interesse comune fondamentale: la salvaguardia del modello corporativo che ne garantisce il ruolo, il peso, i finanziamenti, gli spazi di potere. Su come il modello corporativo deve funzionare, sulle mediazioni da raggiungere, sulla spartizione delle risorse e del potere si divide ma sul fatto che debba funzionare sono tutti d'accordo dalla destra CISL alla sinistra CGIL nonostante esponenti di quest'area dichiarino il contrario nel sereno convincimento che il lavoro sporco lo faranno altri al posto loro.

Quest'unità tattica si manifesta negli scioperi di gennaio febbraio e mette in moto energie significative.

La deriva del sindacalismo alternativo

Non si insisterà mai abbastanza sul fatto che l'esigenza di un fronte di opposizione largo alla politica padronale e governativa non è un'esigenza di apparato o, almeno, non è un'esigenza particolare del ceto politico militante.

In una situazione come l'attuale si tratta di un obiettivo largamente condiviso dai settori più combattivi dei lavoratori. Che un fronte del genere sia, per molti versi, ambiguo sta nelle cose: la sinistra CGIL, tutt'altro che omogenea al proprio interno, intende utilizzare i sindacati alternativi come gruppo di pressione nei confronti dell'apparato, i sindacati alternativi puntano sulla mobilitazione per accrescere la propria area di influenza.

Come sovente abbiamo ricordato, lo stesso fronte del sindacalismo alternativo non è omogeneo da questo punto di vista, alcuni settori sembrano sentire con forza il richiamo della foresta, altri hanno una percezione chiara della natura strumentale della radicalizzazione della componente cambiare Rotta della CGIL. Non dobbiamo, inoltre, dimenticare che le situazioni locali ed aziendali e che gli orientamenti dei singoli delegati RSU sono diversi ecc...

In estrema sintesi, si può rilevare che una situazione di movimento e di veloce mutazione degli scenari è la migliore occasione per verificare la tenuta, la radicalità, l'efficacia di un progetto sindacale.

Lo sciopero del 15 febbraio che è, per CGIL-CISL-UIL, limitato alla scuola ed al pubblico impiego, per i sindacati di base generale, per le RSU una giornata di lotta generale, sarà un passaggio importante non solo e non tanto per i suoi esiti quanto per quanto avverrà nel periodo di preparazione che nella fase seguente dal punto di vista della capacità di mobilitare e coinvolgere sul terreno del confronto e della lotta settori significativi di lavoratori.

Cosimo Scarinzi



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