|
Da "Umanità Nova" n. 2 del 20 gennaio 2002
Ivrea
Lotta di classe alla canavesana
L'anno nuovo potrebbe portare una svolta nella vicenda relativa al fallimento della OPComputers, l'azienda di Scarmagno, vicino Ivrea, in Canavese, erede del settore personal computer di Olivetti.
Nell'autunno del 1995 la Olivetti cedette ad una società da essa totalmente posseduta e creata ad hoc (la Olivetti Personal Computers - OPC) quello che era stato il suo settore di punta, cioè la produzione di pc. Negli anni immediatamente precedenti, la Olivetti aveva puntato tutto sulla telefonia, investendo pesantemente per il decollo di Infostrada e di Omnitel, e lucrando i residui margini dai pc, ma senza investirvi in modo da affrontare seriamente la crisi che aveva colpito a livello mondiale il settore dell'informatica.
Dopo poco più di un anno di vita stentata, la OPC cedeva a sua volta la patata bollente alla OPComputers, una società controllata da un avvocato-finanziere americano, E. Gottesman, che in passato era stato anche avocato dell'Ing. De Benedetti. Era il 1.4.97. A giugno 1998, OPComputers metteva in cassa integrazione un terzo dei suoi dipendenti e poi falliva il 12.5.99, mentre Olivetti scalava Telecom Italia.
Un nutrito gruppo di lavoratori in cassa integrazione iniziava quindi una battaglia giudiziaria contro l'Olivetti, presentando una denuncia alla Procura della Repubblica di Ivrea, accusando la loro ex azienda di aver truccato i conti per cedere il suo settore pc. Ma non solo. Ben duecento lavoratori hanno fatto causa all'Olivetti chiedendo di essere risarciti con almeno settecentomilioni di lire a testa per tutti i danni subiti in questi anni: la prima udienza della causa si terrà il 2.2.02 davanti al Giudice del Lavoro di Ivrea.
Il bello è che ai lavoratori si sono uniti adesso un gruppo di ex dirigenti dell'azienda, sostenendo che effettivamente i lavoratori hanno ragione e chiedendo anche loro di essere risarciti con una trentina di miliardi in tutto. Non basta. Sulla stampa locale è apparsa la notizia che anche i curatori del fallimento avrebbero iniziato una causa per risarcimento danni contro Olivetti, in buona sostanza accusandola di essere responsabile del fallimento di OPComputers. Intanto sembra ci siano anche almeno un paio di inchieste aperte dalla Procura della Repubblica di Ivrea sulla vicenda.
L'interesse della vicenda è dato anche dal fatto che nessun sindacato appoggia i lavoratori. I confederali gestirono con Olivetti tutte le fasi della vicenda, chiedendo sempre solo ammortizzatori sociali (cassa integrazione e mobilità) ed oggi sono quantomeno in imbarazzo. Tanto più che l'ex responsabile nazionale della Fiom per il settore informatico, firmatario di vari accordi per cassa integrazione ecc., oggi è capo del personale dell'ultima società manifatturiera del Gruppo Olivetti, la Olivetti Tecnost. Non parliamo dei politici, specialmente quelli "di sinistra". Quando Olivetti scalò Telecom Italia aveva il pieno appoggio dell'Ulivo al governo che vedeva in essa l'espressione di un'imprenditoria "amica".
Alla fine, i lavoratori non avevano che i giudici cui rivolgersi per non pagare solo loro, come sempre, la spasmodica ricerca di profitto dei padroni. È il paradosso della "lotta di classe alla canavesana".
Adriano Salasso
| |