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Da "Umanità Nova" n. 2 del 20 gennaio 2002
inform@zione
Trieste studenti in piazza
Sicuramente la ministra Moratti ha un grosso merito, è riuscita a
risvegliare gli studenti dopo anni di torpore e qualunquismo. Anche a Trieste
gli studenti delle scuole superiori sono entrati in agitazione in massa dopo
anni e anni di (quasi) vuoto. Già nell'ultima settimana di novembre
nelle scuole vi era un certo "fermento" contro la riforma della scuola della
Moratti, fermento che non ha tardato a esplodere.
La prima settimana di dicembre fa da apripista il liceo Oberdan con una
settimana di "autogestione" dedicata ai temi d'attualità mentre gli
studenti delle scuole slovene scendono in piazza contro la riforma. La
settimana seguente alcune scuole vengono occupate (alcune vengono subito
sgomberate dalla Digos) mentre altre scendono in autogestione. Al di la della
forme di lotta, nella quasi totalità degli istituti triestini si
verificano proteste di vario tipo.
In questo contesto si forma il Coordinamento Studentesco Triestino, formato dal
collettivo studentesco "Fragole & Sangue" (estraneo a partiti e istituzioni
e basato sul principio dell'autogestione), dal gruppo scuola del Trieste Social
Forum (Cobas scuola più vari studenti) e altri cani sciolti.
Il Coordinamento organizza una riuscita assemblea pubblica venerdì 9
dicembre a cui partecipano oltre un centinaio di studenti. Nell'assemblea viene
lanciato l'appuntamento del 14 dicembre per un corteo cittadino che raccolga
l'invito di alcuni collettivi studenteschi europei a organizzare in quella data
scioperi e proteste nei vari paesi contro la mercificazione del sapere.
Nonostante il freddo glaciale e la bora che spazzava la città, quasi
tremila studenti partecipano alla manifestazione, la più grande
mobilitazione studentesca negli ultimi 5-6 anni a Trieste.
Oltre agli studenti medi vi sono i Cobas della scuola (in sciopero nazionale
quel giorno) e una piccola rappresentanza di lavoratori del pubblico impiego
della CGIL anch'essi in sciopero.
Durante il lungo percorso per le vie del centro numerosi sono stati gli slogan
contro la privatizzazione della scuola e del sapere, mentre sotto la sede della
Lega, la testa del corteo ha urlato più volte "Bossi boia" e "Siamo
tutti clandestini".
L'impegno del Coordinamento non si è esaurito con il corteo, e
così decine di studenti triestini si sono recati a Roma per la grande
manifestazione contro gli "stati generali" della Moratti.
Ovviamente non si sa se anche questa volta gli studenti si "riaddormenteranno"
dopo le vacanze di fine anno. Quel che è certo è che un qualcosa
è stato mosso, tocca ora agli studenti più coscienti e attivi
fare in modo che la lotta prosegua.
Un compagno triestino
Ancona: in piazza il 24 dicembre
Il 24 dicembre USI-AIT e gruppo Malatesta di Ancona sono scesi in piazza contro
la guerra e la repressione. Riferiscono in un loro comunicato: "Un gruppo di
compagni ha "occupato" per più di due ore l'entrata della centrale e
commerciale "Galleria Dorica" manifestando con striscioni, bandiere e cartelli.
Un albero di natale è stato piazzato all'entrata ed addobbato con le
foto degli orrori della guerra in Afganistan e di altri recenti interventi
militari (tra cui i crimini e le torture commessi dagli italiani della folgore
in Somalia). Al microfono degli altoparlanti e nei volantini distribuiti
è stato denunciata la continuazione del criminale intervento degli USA e
dei suoi alleati che si appresta a colpire altri poploli e altri territori
(Iraq, Sudan, Yemen. Somalia, ecc:) e i risolti "interni" (in Italia, come in
Europa che negli USA) tendenti a colpire e limitare le libertà
politiche, sociali e sindacali."
U.S.I.-A.I.T. e Gruppo "Malatesta"
Parma: contro la guerra ed il razzismo
Sabato 22 dicembre si è svolta una manifestazione cittadina contro la
guerra organizzata dal Coordinamento di lotta contro la guerra. Alla partenza
il corteo non era molto numeroso ma durante il percorso si è aggiunta
parecchia gente e alla fine, in piazzale della pace, c'erano circa 400 persone.
Lungo il percorso ci sono stati degli interventi al microfono in cui è
stata analizzata la questione guerra da diversi punti di vista.
L'intervento anarchico si è svolto nella piazza principale e si è
basato sul rifiuto della guerra e del potere politico-economico che la "crea"
per automantenersi e si è concluso con un aperto invito alla diserzione
e a rimandare indietro (strappate) le cartoline di precetto.
Venerdì 28 dicembre i 50 migranti occupanti l'ex scuola di via del
popolo, il Comitato cittadino antirazzista e compagni di vari gruppi si sono
recati in consiglio comunale per pretendere il riallaccio di acqua e luce alla
ex scuola occupata. Fra l'altro, giorni prima, i "soliti ignoti" avevano
tagliato la cinghia al generatore provocando la fusione del motore.
L'"incursione" in consiglio è stata basata soprattutto sull'ironia e la
presa in giro del sindaco "Ubu re" (Ubaldi) e dei sui degni compari: alla fine
del consiglio, il sindaco e l'assessore hanno promesso di dare una risposta nel
giro di 24 ore. Erano visibilmente imbarazzati non potendo ribattere a nessuna
delle accuse di falsità ed ipocrisia rivolte loro dai manifestanti.
Staremo a vedere, non ci aspettiamo nulla ma è un'altra piccola vittoria
specialmente per il morale degli occupanti.
Il 12 gennaio, è stata inaugurata la sala "pubblica", nella ex scuola di
via del Popolo ora occupata da migranti e dal Comitato Cittadino
Antirazzista.
L'idea è quella di restituire alla città parte di un edificio
chiuso da 10 anni. In questa sala, gruppi e associazioni di quartiere e della
città in generale potranno svolgere riunioni, assemblee e anche "partite
di carte" senza pagare una lira. Vogliamo creare un luogo di incontro libero
dai dettami del mercato in cui risalti il senso della comunità alla
faccia delle barriere culturali imposte spesso dall'alto.
L'inaugurazione è stata un successo sia per la qualità dei
contenuti dell'assemblea sia per la quantità delle persone presenti in
sala (fra cui, nota di colore, una senatrice).
Nel primo intervento ho fatto una breve cronistoria dell'occupazione della ex
scuola, illustrando il percorso fatto dal 6 luglio fino ad oggi. In seguito ha
parlato Alì, uno degli occupanti che ha spiegato come si vive e ci si
organizza nella casa e i motivi della lotta. Il terzo intervento è stato
di "Ado", che ha inserito l'occupazione entro il quadro più ampio della
lotta per il diritto alla casa, lotta che deve vedere uniti migranti ed
italiani.
Sono intervenuti in seguito i compagni della Rete Antirazzista di Venezia che
hanno parlato della loro esperienza e delle leggi sull'immigrazione.
Ultimo intervento è stato quello di Abdu, che fa il consulente per i
migranti al c.i.a.c a titolo gratuito, che ha illustrato approfonditamente la
nuova legge sull'immigrazione.
Alla fine si è parlato, prendendo spunto dall'ultimo intervento, della
manifestazione del 19 a Roma alla quale il Comitato Cittadino Antirazzista
parteciperà.
Il momento più bello è stata la partecipazione di un vicino di 92
anni, il suo augurio di buona fortuna è valso più di ogni altra
cosa. Alla fine dell'assemblea è stato offerto un piccolo rinfresco.
katia katkute torri
Parma morti altri due immigrati
Mentre mass media e vari gruppi politici lanciano segnali allarmistici sulla
sicurezza dei cittadini additando gli immigrati come portatori di
criminalità, gli immigrati, anche a Parma, continuano ad essere vittime
di aggressioni razziste (anche da parte delle "forze dell'ordine"), oggetto di
sfruttamento selvaggio sul mercato del lavoro e degli alloggi e destinati
all'esclusione sociale.
Nell'ultimo mese a Parma è stata uccisa una ragazza africana, costretta
dalla condizione di clandestinità e per necessità economiche a
prostituirsi, mentre un altro immigrato di nazionalità tunisina è
morto assiderato per non aver avuto la possibilità di ripararsi in un
alloggio decente.
Sono questi atti gravissimi le cui responsabilità gravano da una parte
su una legislazione che crea e perpetua la condizione di clandestinità,
dall'altra sulle amministrazioni pubbliche che trascurano pressoché
totalmente le emergenze sociali, in particolare quella abitativa.
katia katkute torri
Trapani, secondo anniversario della strage del "Vulpitta"
Si è svolta sabato 29 dicembre la manifestazione per il secondo
anniversario della strage avvenuta nei locali del Centro di detenzione
"Serraino Vulpitta" di Trapani in cui persero la vita sei immigrati lì
reclusi in seguito a un incendio divampato in una della camerate. Poco
più di un centinaio di persone provenienti da quasi tutta la provincia
di Trapani a da alcune città siciliane hanno partecipato al corteo
indetto dal Forum Sociale Siciliano che ha attraversato la centralissima via
Fardella arrivando fino al CPT: lì davanti i manifestanti si sono
rivolti direttamente ai prigionieri del "Vulpitta" i quali, accortisi della
nostra presenza, hanno cominciato a sventolare lenzuoli, stracci e quant'altro
potesse essere visibile urlando tutta la loro rabbia per la loro ingiusta,
incivile, insensata reclusione. "Libertà, libertà!" era il grido
che univa chi stava dentro a chi stava fuori, mentre una delegazione del Forum
composta da sei persone entrava nella struttura per un controllo della
situazione.
Il "Vulpitta" ha subito alcuni interventi di "maquillage" finalizzati a una sua
"umanizzazione": sembra che sia stato realizzato buona parte di quello che
mancava due anni fa (estintori compresi). Ben poco se si pensa che quei sei
ragazzi non ci sono più, e che il "Vulpitta" - così come tutti i
Centri di Permanenza Temporanea - è un obbrobrio umano e giuridico che
proprio non dovrebbe esistere. La vicenda del "Vulpitta" (alla quale è
stato dato risalto non solo su UN ma anche su molte altre fonti di informazione
militante e non), è una storia di lotte e di importanti mobilitazioni
che hanno dato esito a risultati concreti. L'allora prefetto di Trapani
Leonardo Cerenzìa (trasferito poco dopo a Vercelli) è attualmente
imputato nel procedimento giudiziario che dovrà (si spera) chiarire le
responsabilità amministrative e penali di tutti coloro i quali avrebbero
potuto e dovuto fare in modo che quella struttura non si trasformasse in una
trappola mortale in casi di emergenza. Da allora il "Vulpitta" è andato
più volte incontro a provvedimenti di sequestro e chiusura. L'udienza
del processo (rinviata per la terza volta) avrà luogo il 14 febbraio
prossimo.
Per la cronaca, il corteo - dopo aver fatto il percorso all'indietro (c'erano
anche alcuni oscuri quanto irritanti rappresentanti cittadini dei DS, D-igo-S
oseremmo dire) - si è sciolto a P.zza Vittorio con un'assemblea e una
rappresentazione scenica ispirata a quanto avvenuto in quella tragica notte di
due anni fa.
La lotta contro i CPT in Sicilia continua. Una lotta che ancor prima che
politica è umana: nessun uomo è illegale, nessun uomo deve essere
privato della libertà perché è nato nel posto
"sbagliato".
T.A.Z.- laboratorio di comunicazione libertaria, Trapani.
S. Lorenzo e Spezzano in memoria di Fabrizio De André.
Il due e tre gennaio scorso, organizzate dal Circolo Culturale "Fabrizio De
André", di San Lorenzo del Vallo (CS) e dal Bashkim Kulturor Arberesh,
di Spezzano Albanese (CS), si sono svolte due iniziative per ricordare il poeta
- cantautore genovese Fabrizio De André.
Il due gennaio, attorno ad una cornice di pubblico che ha affollato la Sala
Consiliare del Comune di San Lorenzo del Vallo (era da anni che non si vedeva
la Sala Consiliare affollata all'inverosimile), gli organizzatori hanno
presentato il cd con libretto allegato: "ed avevamo gli occhi troppo belli"
(edito da A rivista anarchica, Milano). Vincenzo Giordano, coordinatore del
Circolo De André, ha introdotto e coordinato i lavori, oltre ad aver
letto alcuni messaggi augurali pro iniziative, tra i quali quelli del
cantautore Mimmo Locasciulli e soprattutto quello di Dori Grezzi De
André; inoltre ha ricordato la figura di De André, quale figura
poetica ed umana, difensore delle minoranze, legata sia dal punto di vista
musicale che letterario alla terra di Calabria.
Patrizia Giordano ha messo in risalto la poeticità di De André,
tentando una comparazione con i grandi poeti classici; Paolo Finzi, della
redazione di A rivista anarchica (Milano), ha insistito sulla necessità
che De André, anche se appartiene alla cultura nazionale, europea ed
internazionale, deve essere collocato nella sua giusta dimensione, cioè
quella libertaria ed anarchica, poiché è da questa collocazione
che possiamo spiegarci le sue opere e la sua capacità poetico -
letteraria; inoltre, hanno partecipato al convegno, alcune personalità
della comunità sanlorenzana e del comprensorio.
Il tre gennaio presso il Bashkim Kulturor Arberesh di Spezzano Albanese (CS),
attorno ad una cornice di pubblico che ha affollato la Sala Conferenze del
Bashkim, oltre alle relazioni dei convenuti, Vincenzo Giordano (Coord. Del
Circolo De André), Rosella Maratea (Vicepresidente BKA) e Paolo Finzi (A
rivista anarchica), ed alla presenza di alcune personalità della
comunità spezzanese e sanlorenzana, è stato proiettato un filmato
su Fabrizio De André, dal titolo "Faber", di Romano Giuffrida. Il
filmato ha ripercorso la vita di De André attraverso immagini e musiche
da sogno, una vera poesia cinematografica.
Al termine delle due serate sono state eseguite ed interpretate canzoni di
Fabrizio De André a cura del gruppo musicale del Circolo Culturale
"Fabrizio De André" di San Lorenzo del Vallo. Alle manifestazioni erano
presenti cittadini arrivati da numerosi paesi: San Lorenzo del Vallo, Spezzano
Albanese, Terranova da Sibari, Tarsia, Castrovillari, Spezzano Sila, Celico,
Acri, Rossano, Catanzaro, Paola, Torino.
V. G.
Palermo aggredito un'attivista del Forum Sociale Siciliano
Nel pomeriggio del 12 gennaio 2002 si è tenuto in p.zza Politeama un
presidio razzista contro l'immigrazione da parte di Forza Nuova. In poco tempo
si è spontaneamente creata una folla contraria alla manifestazione dei
neofascisti per denunciare alla cittadinanza il fatto che fosse consentito
propagandare idee palesemente razziste, perché esplicitamente a favore
dell'esclusione sociale. Ad un certo punto alcuni neofascisti hanno aggredito
un giovane immigrato; un manifestante democratico si è lanciato per
soccorrerlo ma è stato violentemente pestato dai militanti di Forza
Nuova ed ora si trova in ospedale con 5 punti di sutura alla testa. Tutto
questo è accaduto di fronte alla totale indifferenza della Polizia che
ha ampiamente tollerato le aggressioni ingiustificate di Forza Nuova agli
antifascisti.
In un momento in cui il movimento contro la globalizzazione e per gli spazi
sociali sta promuovendo in tutta Italia ed anche a Palermo una campagna di
lotta contro la legge razzista Bossi-Fini e la politica di razzismo di Stato,
da parte delle Istituzioni si consente in maniera ammiccante lo sventolio
indisturbato delle svastiche e croci celtiche di Forza Nuova.
Forum Sociale Siciliano, C.s.o.a. Ex Karcere, Laboratorio Zeta
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