Da "Umanità Nova" n. 3 del 27 gennaio 2002
Siamo tutti clandestini!
Roma 19 gennaio: contro il ddl Bossi-Fini
Eravamo veramente in tanti ad essere clandestini sabato scorso a Roma. Oltre
centomila persone - fra cui decine di migliaia di immigrati - hanno urlato con
forza il proprio no alla legge razzista Bossi-Fini che il governo si appresta a
varare. Sullo specifico della legge penso sia inutile tornare in questa
occasione visti i numerosi articoli apparsi su queste pagine.
La manifestazione - che originariamente doveva essere in dicembre - era stata
indetta dalla riunione nazionale dei social forum tenutasi in novembre, ma man
mano che si avvicinava la data del corteo ha aumentato la sua importanza, fino
a diventare la manifestazione unitaria della "sinistra" contro il governo in
materia di immigrazione.
Bastava guardare la lunghissima lista di adesioni per rendersene conto:
dall'Arci a Rifondazione, dai DS ai disobbedienti passando per moltissime
realtà religiose e di autorganizzazione degli immigrati. Nonostante
ciò ben pochi pensavano di riuscire a bissare il grande successo del 10
novembre scorso sempre a Roma per il grande corteo contro la guerra.
Invece, come detto sopra, ci si è ritrovati in tantissimi in Piazza
Esedra al concentramento previsto. Le presenze (come ci si aspettava) erano le
più variegate ma non tutte erano altrettanto significative dal punto di
vista numerico. Oltre alla grande presenza di immigrati sparsi un po'
dappertutto massiccia era la presenza di Rifondazione, stranamente decente lo
spezzone (hanno proprio la faccia come il culo -1) dei DS, mentre scarsi erano
verdi (hanno proprio la faccia come il culo -2) e comunisti italiani (hanno
proprio la faccia come il culo -3). Fra i sindacati di base buona la presenza
di Cobas e Rdb, mentre i centri sociali (se si escludono quelli romani) erano
presenti sottotono (quasi assente l'area dell'autonomia di classe). Buoni anche
gli spezzoni sparsi dei vari social forum così come di alcune aree
marxiste: Sr, Oci, antimperialisti...
Per quanto riguarda noi anarchici la presenza dei compagni è stata
sicuramente significativa. All'appello del Coordinamento Antirazzista della FAI
hanno risposto in un migliaio provenienti da tutta Italia. Lo spezzone era
aperto dallo striscione del coordinamento con la parola d'ordine "Senza stati
né frontiere nessuno è clandestino!" seguito da altri striscioni
e dal camion con l'amplificazione e le bandiere. Per tutto il corteo si
è ballato e urlato con forza il nostro essere contro non solo questa
legge, ma contro tutte le leggi razziste, proprio perché
internazionalisti. Si è anche denunciato con forza l'ipocrita presenza
al corteo del centro-sinistra fautore dell'infame legge Turco-Napolitano, legge
che ha preceduto e anticipato quella della destra. Ricordati inoltre i prossimi
appuntamenti di lotta che ci vedranno impegnati: il 2 febbraio a Livorno contro
la guerra e il militarismo e il 15 febbraio per lo sciopero generale dei
sindacati di base.
Numerosi i volantini distribuiti dai compagni, ed in particolare quello del
Coordinamento antirazzista della FAI in tre lingue. Buona anche la diffusione
di Umanità Nova.
Sicuramente quella del 19 è stata una giornata di lotta molto importante
e che ha visto finalmente gli immigrati come protagonisti. Nondimeno occorre
rilevare che anche in questa occasione logiche politiche di bassa lega sono
state presenti a partire dalle liti la sera prima sulla testa del corteo. Oltre
a ciò la maggior critica politica da muovere agli organizzatori è
quella di non aver posto dei paletti alla adesioni. Salutare come positiva
l'adesione di partiti e organizzazioni del centro-sinistra che hanno votato e
sostenuto la passata legge sull'immigrazione che ha istituito la politica dei
flussi migratori, dei centri-lager e dei clandestini da cacciare mi pare un
segno di cecità politica grave. I nemici di ieri non possono diventare i
compagni di strada di oggi se quantomeno non fanno una seria autocritica sulle
loro politiche di neanche un anno fa. Scordarsi del recente passato per creare
un fronte unico contro le destre è pericoloso nonché
mistificatorio. Questo logiche vanno combattute con forza e con la chiarezza
delle proprie posizioni. Anche per questo come anarchici abbiamo fatto la
scelta di non aderire formalmente alla manifestazione. In questo modo al di
là della piattaforma di indizione (anch'essa criticabile in alcuni punti
fra l'altro) abbiamo rimarcato la nostra identità e soprattutto la
nostra lotta contro tutte le leggi razziste indifferentemente da quale area
politica provengano. L'internazionalismo e la solidarietà di classe non
sono materia per i mercanteggiamenti dei partiti ma devono essere uno dei
fondamenti nella lotta quotidiana per un mondo senza frontiere e senza
padroni.
Federico
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