Da "Umanità Nova" n. 5 del 10 febbraio 2002
Livorno, New York, Monaco...
Orizzonti di libertà
Sempre più minacciosi sono gli orizzonti della guerra infinita
proclamata dal governo statunitense. È la guerra guerreggiata contro i
cosiddetti Stati "canaglia" ma anche la guerra interna, quella che, in nome
della lotta al terrorismo, dell'emergenza perpetua mira ad elidere la
libertà di opporsi ad un mondo ingiusto, sempre più diviso tra
chi ha troppo e chi poco o nulla.
Nel nostro paese il parlamento è in procinto di approvare il rientro in
Italia del discendente di una dinastia di assassini e guerrafondai, assassino
impunito di un ragazzo di vent'anni, faccendiere e commerciante d'armi. Nei
giorni precedenti lo stesso parlamento aveva sancito l'uso della Marina contro
gli immigrati clandestini...
Niente di cui stupirsi: come dichiarato dal ministro Giovannardi a proposito
del rientro del signor Savoia l'Italia "rischiava di trovarsi fuori
dall'Europa". Un'Europa che, lo sappiamo bene, garantisce la libera
circolazione dei capitali e di chi li possiede ma chiude le frontiere di fronte
ai lavoratori provenienti dai paesi poveri ed ad a chi si ribella contro le
politiche di guerra, oppressione, ingiustizia sociale.
Nel frattempo i sindacati di Stato chiudono il contratto del Pubblico impiego
incassando il consueto piatto di lenticchie e frettolosamente cancellano lo
sciopero del 15 febbraio, preparandosi a seppellire l'ascia di guerra
timidamente agitata sulla questione dell'articolo 18.
La Casa delle libertà, con il degno supporto di buona parte delle
opposizioni, si mostra all'altezza del proprio nome e del proprio programma:
nel Bel Paese crescono le libertà. La libertà di licenziare,
quella di sfruttare, quella di buttare a mare gli immigrati, e, dulcis in
fundo, quella di esibire per le vie di Roma un assassino blasonato di nome
Savoia.
Tuttavia in questi stessi giorni, nel silenzio dei media che, carnevale
new-global di Porto Alegre a parte, preferiscono tacere o criminalizzare i
movimenti di opposizione, migliaia e migliaia di persone sono scese in piazza a
Livorno ed a Monaco contro la guerra ed il militarismo, a Ginevra e New York
contro il Word Economic Forum ed il capitalismo. Un segnale importante che il
movimento sviluppatosi da Seattle a Genova è forte e vitale nonostante
la dura repressione subita.
Il prossimo appuntamento, la scommessa forte per noi tutti, sarà lo
sciopero generale proclamato dal sindacalismo di base per il 15 febbraio.
Un'altra occasione per tracciare, oltre alle feroci nebulose della "guerra
infinita", un concreto orizzonte di libertà.
Arrivederci a Roma.
Maria Matteo
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