Da "Umanità Nova" n. 5 del 10 febbraio 2002
Porto Alegre/dibattito 2
Un volto umano al capitalismo
Federação Anarquista Gaucha: considerazioni critiche
A ridosso dell'apertura della seconda edizione del Forum Sociale Mondiale (FSM)
di Porto Alegre - questa volta sul tema "Un nuovo mondo in
costruzione" - si sono moltiplicate, nel movimento anarchico e
libertario sudamericano, le prese di posizione critiche nei confronti di tale
iniziativa e del tipo di progettualità che con essa si delineava.
Organizzazioni anarchiche operanti "sul campo", quali la
Federação Anarquista Gaúcha (di Rio Grande do Sul di cui
Porto Alegre è capitale) e collettivi libertari di São Paulo,
Belo Horizonte, etc. al riguardo hanno prodotto interessanti documenti critici
qui riportati in sintesi.
I compagni si sono altresì impegnati in una serie di iniziative
alternative, quali "Le Giornate Anarchiche di Porto Alegre 2002" e la marcia
dei ribelli di cui daremo notizia nei prossimi numeri di UN.
Fin dal suo inizio, infatti, il FSM è stato visto dai compagni come un
evento mediatico al cui interno si costituisce e si organizza in uno spazio che
sostanzialmente viene legittimato dal nemico di classe e che finisce con
l'essere operante per sviare le energie delle lotte anticapitaliste, preparando
poi nei fatti, per esse, una disfatta sistematica. Il che appare ancora
più pericoloso anche in ragione del noto rilancio mediatico di una certa
stampa cosiddetta di sinistra e della grande partecipazione/attenzione che si
sta verificando.
Al FMS in fondo partecipano rappresentanti professionisti di ogni specie:
politici e parlamentari della sinistra istituzionale, elementi del clero,
Organizzazioni Non Governative, cattedratici, intellettuali, sindacalisti,
aficionados del turismo rivoluzionario etc. Un arcobaleno dai mille colori che
non si amalgamano.
I risultati di tutto questo spettacolo vengono considerati ben prevedibili:
varie ed articolate promesse di lotta contro il dominio del capitale
speculativo su quello finanziario; contro i modelli economici escludenti (ma
mai contro il proprio capitale nazionale e contro il proprio stato); tassazione
del capitale speculativo; per la partecipazione popolare e le autonomie locali;
incremento dei diritti di cittadinanza per ampliare e democratizzare i
programmi e le finalità delle istituzioni globali del credito
finanziario per progetti sociali, obiettivo peraltro gradito a settori
egemonici del capitale transnazionale attraverso la Banca Mondiale, la Banca
Interamericana di sviluppo.
Il tutto mirante ad un miglior funzionamento dello stato democratico borghese,
ad un ragionevole sviluppo del capitalismo con miglior distribuzione delle
rendite e della giustizia sociale - come se ciò fosse
possibile sotto il dominio mondializzato del mercato e del sistema statale
- senza che però venga attaccato proprio il sistema di
sviluppo capitalista.
I dirigenti e capi della società civile borghese che partecipano al FSM
considerano la realtà dei lavoratori salariati essenzialmente per i
propri interessi elettorali, sindacali e politici, e per garantire la
legittimità delle istituzioni democratiche borghesi e dei meccanismi di
rappresentanza e di potere che ne stanno alla base. Il FSM è un paradiso
degli specialisti di sinistra che tentano di sedurre con i loro teatrini la
gioventù e le forze anticapitaliste, utilizzate come massa manovrata o,
al più, come avanguardia critica che però deve restare
inghiottita da una supremazia ufficiale che potrebbe essere neutralizzata solo
attraverso spazi realmente e totalmente antagonisti.
Concretamente attraverso il FSM si punta alla costituzione di un patto
socialdemocratico attraverso cui gli ideologi ed i rappresentanti della
sinistra del capitale - con l'intento di mettere ordine nelle lotte
e nei movimenti autonomi - egemonizzino e condizionino il movimento
mondiale di contestazione, orientandolo verso l'obiettivo concreto di gestione
del sistema mediante una nuova razionalità amministrativa che dimostri
che il sistema ha comunque in sé le possibilità di produrre
benessere.
Per questa capacità quale migliore capacità rispetto al
capitalismo gestito a livello locale con un programma socialdemocratico in un
paese periferico, terzomondista, povero e latinoamericano? Anzi, in una
città ed i uno stato governati da un fronte popolare egemonizzato dal
Partito dei Lavoratori (PT), in consonanza con altre espressioni mondiali di
"gestione capitalistica umanitaria"? Attuando, fin dal suo inizio una
"razionalità propositiva" che non promuove alcuna azione diretta
popolare contro le istituzioni economico/finanziarie, il FSM evita che una
dinamica conflittuale possa imbarazzare le locali autorità statali e
municipali, come accadrebbe qualora dovessero utilizzare l'apparato poliziesco
contro i partecipanti al Forum. E d'altro canto proprio nel 2002 ci saranno le
elezioni non solo in Brasile, ma anche a Rio Grande do Sul ed a Porto Alegre.
La sinistra riformista brasiliana in definitiva punta a realizzare il seguente
programma di governo:
- controllo sulla volatilità dei capitali finanziari speculativi;
- politiche capaci di favorire il capitale produttivo nazionale, i piccoli e
medi impresari;
- mantenimento dei servizi pubblici sopravvissuti all'ondata di
privatizzazioni;
- recupero delle politiche di sovranità dello stato nazionale, a partire
dal ristabilimento dell'equilibrio fra i poteri formali ed i meccanismi
consultivi verso la popolazione;
- funzionamento di un apparato repressivo più integrato nella vita
comunitaria e maggiormente sensibile ad una politica dei diritti umani;
- incentivazione di fonti autonome di lavoro e ricchezza; cancellazione del
debito interno ed estero.
In questo gioco politico si innesta l'accettazione delle istituzioni
capitaliste, delle relazioni di dominio e del sistema che alimenta la miseria e
la sottomissione.
Infatti non si può dire che il governo del PT abbia di molto modificato
le modalità di gestione del potere.
Nello scenario della globalizzazione capitalista le possibilità di un
progetto di sviluppo nazionale borghese, di un patto di collaborazione di
classe in un dato paese, che produca spinte indipendentiste sulla politica
dello stato, sono praticamente nulle. Gli interessi delle corporazioni
transnazionali - produttive e finanziarie - creano una
situazione di dipendenza senza precedenti fra le nazioni, particolarmente nel
sud. D'altra parte, le istituzioni multilaterali della politica
economico/finanziaria (veri apparati amministrativi degli interessi corporativi
e della politica imperialista di un gruppo di stati) costituiscono poteri di
fatto con incidenza decisiva sulla politica nazionale. I casi più
problematici provengono anche dalla minaccia di intervento di un complesso
apparato militare comandato dagli USA e dai suoi alleati, col pretesto della
lotta del "bene" contro il "male", della lotta contro la droga e per l'aiuto
"umanitario".
Questa è la situazione in cui si colloca il FSM, e che condiziona le sue
attività. Il suo progetto socialdemocratico annulla l'indipendenza delle
classi oppresse e delle loro organizzazioni in funzione di piani di governo,
con opzioni strategiche per l'ampliamento della base elettorale della sinistra
istituzionale, prescindendo dal livello della coscienza rivendicativa, che
è condizione indispensabile per trasformare profondamente la
società.
Il FSM è quindi un momento centrale del sistema per collocare le
ribellioni sotto il dominio istituzionale, anche in considerazione dell'attuale
momento di guerra e di lotta al "terrorismo" che richiederebbe da parte dei
movimenti antiglobalizzazione una maggiore cautela ed accortezza.
Nel FSM non vi è spazio per relazioni dirette orizzontali. In questa
realtà gli agenti egemonici del FSM fomentano nella vita quotidiana le
gerarchizzazioni tipiche del mondo del mercato (lotte per il primato,
verticalismo organizzativo etc.), e le resistenze autentiche e le lotte sociali
perdono la capacità di svilupparsi come iniziative autonome, dirette e
solidali, come negazione pratica del capitale. Ne risulta impedita un'autentica
azione collettiva contro il mercato e contro lo stato.
Comunque esistono settori della lotta anticapitalista, operanti quotidianamente
ed autonomamente, che intendono approfittare della struttura del Forum per
costituire spazi paralleli al FSM, a partire dai quali sia possibile
interloquire fra movimenti e collettivi autonomi e libertari, socializzare le
esperienze, materializzando in modo autonomo il dialogo fra le resistenze.
Tuttavia, al riguardo ci si può chiedere se possa essere davvero
autonomo uno spazio costituito all'ombra delle realtà che costituiscono
il FSM, dello stato e del mercato! Molti pensano di no, e che l'approfittare di
una struttura organizzata dalla sinistra del capitale può compromettere
la capacità autonoma di gestire le vere lotte sociali, e può
essere altresì una sorta di confessione della nostra incapacità
di costruire in modo autonomo spazi di socializzazione nell'antagonismo reale
al capitale ed allo stato.
Non si tratta di un problema di metodo o di opzione, giacché è in
gioco in questo momento proprio la nostra capacità di avanzare come
resistenza autonoma. Esistono oggi le condizioni per poter costituire momenti e
spazi permanenti di dialogo effettivo e diretto, antagonisti a quelli creati
dal sistema senza alcuna confusione.
Questi spazi dobbiamo costruirli come qualcosa di inseparabile dalle nostre
resistenze quotidiane contro il mercato e lo stato, socializzando i nostri
sforzi pratici, le nostre idee, i nostri sentimenti, costituendo una cultura di
lotta autonoma antagonista alla cultura politica della sfera dello stato.
È facile dire di essere contro il mercato e contro lo stato; più
difficile (ma necessario) è agire quotidianamente per costituire
embrionalmente la società senza stato né mercato che vogliamo per
realizzare un mondo radicalmente nuovo. E andare al FSM (già terreno
pericoloso) su autobus finanziati dallo stato vuol dire negare tutto quel che
diciamo. Così come approfittare di spazi costruiti dalla sinistra del
capitale significa utilizzare la sua propria logica, analogamente a chi
consiglia di usare le istituzioni per trasformarle.
Fra il 7 e il 13 marzo di quest'anno, a Fortaleza, si terrà l'ANTI-Banca
Interamericana di Sviluppo, prima manifestazione dell'Azione Globale dei Popoli
in occasione della riunione esecutiva della Banca Interamericana. Si deve
assolutamente approfittare di questo momento di lotta, e dispiace che molti di
coloro che vanno al FSM non saranno a Fortaleza.
Peraltro, la Federaciòn Anarquista Gaucha (FAG) - operante
proprio nello stato di Rio Grande do Sul, di cui Porto Alegre è la
capitale - organizza nei giorni 31 gennaio/5 febbraio, in autonomia
e parallelamente rispetto al FSM le GIORNATE ANARCHICHE di PORTO ALEGRE 2002 -
d'intesa con la Federazione Anarchica Uruguayana, il Collettivo Lotta
Libertaria di São Paulo, Ruptura di Rio de Janeiro e la Federazione
Anarchica Cabocla di Parà, a cui saranno presenti delegazioni
sudamericane ed europee.
Traduzione dal portoghese di P.F. Zarcone, FdCA Roma
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