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Da "Umanità Nova" n. 5 del 10 febbraio 2002
Il sonno della ragione
Il fondamentalismo è un fenomeno planetario
"Fondamentalisti possono essere definiti quei gruppi - prevalentemente di ispirazione religiosa -" che, richiamandosi alla lettura di testi sacri o alle tradizioni locali e nazionali, denunciano con toni apocalittici la decadenza dei costumi" e propongono il ritorno ad un ordine mitico, basato sul rifiuto della modernità, uno stretto controllo sociale, la censura sulla stampa e sui mass media, una rigida separazione etnica e religiosa e la netta subordinazione delle donne agli uomini e dei figli ai genitori". In questa definizione di fondamentalismo (del sociologo Malcolm E. Marty dell'università di Chicago) rientrano evidentemente tanto i talebani che in Afganistan hanno imposto il burqa e l'apartheid religioso e vietato la musica, quanto i gruppi della destra cristiana americana che sostengono la proibizione delle unioni interreligiose e interrazziali, la pena di morte per le donne che abortiscono ed i medici che le assistono, la supremazia bianca, la sterilizzazione forzata per arabi ed ebrei, il ripristino della schiavitù o la deportazione in Africa dei neri. Sarebbe, comunque, ben miope non vedere come queste tematiche, magari in forma più rispettabile, siano le stesse che infiammano i movimenti antiabortisti e gli ultras del proibizionismo, i fan della scuola privata (che dovrebbe sottrarre bambini e ragazzi all'influenza pericolosa di quei giacobini e quei libertini dei loro insegnanti), i comitati antiimmigrati e antiprostitute e ogni campagna "legge e ordine" che si rispetti - quella vasta "area del rancore" (P. Bordieau) che, negli USA e in Austria come in India, in Messico come in Italia, ha fatto le fortune elettorali della destra politica e ne rappresenta la base di consenso sociale.
Il 2001 è stato segnato da un pesante clima di restaurazione che sembra attraversare tutti i continenti. La crescita dei movimenti antiliberisti (o, meglio, la loro crescita nel Nord del pianeta, giacché a Sud erano già diffusi e radicati da tempo) è stata accolta da un aumento della violenza poliziesca che, dai pestaggi indiscriminati di Napoli e dalle pallottole di Goteborg, è arrivata fino al massacro alla Diaz e all'omicidio premeditato di Carlo Giuliani. I sanguinosi attentati dell'11 settembre hanno portato ad una rapida accelerazione di questi processi e la proclamazione dello stato di guerra planetario sul fronte interno si è concretizzata con l'emanazione di una serie di provvedimenti legislativi ultrarepressivi. Negli Stati Uniti, l'Usa Patriot Act e il Military Order sopprimono nel breve spazio di pochi articoli di legge tutte le norme della costituzione americana che tutelano il cittadino sotto processo, mentre l'istituzione di tribunali speciali per i terroristi abolisce il secondo grado di giudizio e in generale ogni seria possibilità di difesa per gli imputati. In Gran Bretagna il Parlamento ha votato una norma che consente alla polizia e ai servizi segreti di trattenere i sospetti per un tempo indefinito prima di formalizzare l'accusa, negando di fatto l'Habeas Corpus che dal 1679 dovrebbe garantire i cittadini inglesi dal rischio di essere arrestati senza conoscerne il motivo. Anche l'Unione Europea ha voluto fare la sua parte e tra i reati "di tipo terroristico" da perseguire in tutti gli stati membri ha inserito "l'invasione di edifici " e l'interruzione di servizi " pubblici", che sono tipici reati da manifestazione e per cui attualmente sono previste pene in genere piuttosto blande. Che tutto stia cambiando anche per il dissenso più soft, era già facilmente intuibile da un rapporto della Cia presentato al Congresso USA nel giugno scorso, in cui nell'elenco delle organizzazioni da tenere sotto controllo venivano inseriti Greenpeace, Amnesty International, Human Rights Watch, Oxfam (la centrale del commercio equo inglese), Sierra Club (lobby ambientalista conservatrice), Wwf, le Leghe Anti-diffamazione arabe ed ebree.
Negli Stati Uniti, Adbusters - che organizza le giornate del non acquisto - ha denunciato che nelle ultime settimane diversi suoi membri sono stati sottoposti ad interrogatori ed "intimidazioni" da parte di agenti dei servizi militari e, dopo aver reso pubbliche queste minacce, ha raccolto una serie di testimonianze su episodi simili avvenuti ad altri attivisti di gruppi non violenti.
Non si esauriscono, comunque, nella repressione della ribellione e del dissenso le attuali tendenze liberticide. Un paese dalla lunga tradizione laica come il Messico ormai da un paio d'anni è attraversato da un'ondata di fondamentalismo cattolico che ha tra i propri bersagli l'emancipazione femminile (soprattutto nella scuola e nell'università), la tolleranza verso gli omosessuali e le prostitute ed in genere tutto quello che sa di "modernità". Queste campagne - sostenute tacitamente dal clero locale e apertamente dalla stampa conservatrice - sono spesso accompagnate da aggressioni fisiche contro gay, prostitute e femministe e da roghi pubblici di materiale diabolico (riviste porno, opuscoli sul controllo delle nascite, ma anche figurine dei Pokemon). Dall'altra parte del pianeta, in India nello stato del Tamil Nadu, il governo locale - controllato dal BJP, il partito fondamentalista indù - ha spedito diecimila poliziotti a chiudere tutte le discoteche e i dancing club perché "i balli liberi" sono "estranei alla tradizione locale e favoriscono la promiscuità".
In Cambogia, il governo ha addirittura mandato i carri armati a distruggere le capanne di bambù che ospitano i karaoke e le discoteche locali. Qui in Italia riprendono vigore le campagne antidroga - sostenute immediatamente, e con il massimo dell'ufficialità, dalla Chiesa Cattolica -, mentre la ministra Moratti (guarda caso, massima sponsor di San Patrignano) in pochi mesi assume d'ufficio quindicimila docenti di religione raccomandati dalle curie, mette il Cardinal Tonini a capo della commissione che dovrebbe elaborare il codice deontologico degli insegnanti e inizia a metter mano ad una riforma della scuola che da una parte sembra fatta apposta per favorire le scuole private e dall'altra si da gli obiettivi espliciti di abbassare il livello di istruzione non professionale e di dare alle famiglie un ruolo centrale nelle scelte educative che riguardano i figli. La scuola, d'altra parte, è un elemento centrale della strategia fondamentalista. In Algeria, tra i 100mila morti ammazzati dal FIS e dai GIA, ci sono stati almeno 10mila insegnanti e 20mila studenti (la maggior parte ragazze). Nei paesi islamici, il vuoto lasciato dall'istruzione pubblica distrutta dalle politiche di "aggiustamento strutturale" del FMI e` stato riempito dalle madrassa, le scuole coraniche finanziate dall'aristocrazia saudita, che hanno giocato un ruolo decisivo nella diffusione dell'integralismo wahhabita in Pakistan e in Afganistan, ma anche in Palestina, in Algeria e in Nigeria (dove l'intero nord del paese è assoggettato alla sharia). La stessa cosa sta un po' avvenendo in America Latina, dove però sono i cattolici tradizionalisti e le sette protestanti a dar vita a scuole religiose - spesso finanziate o sponsorizzate da multinazionali americane ed europee - che sono veri e propri centri di diffusione di cultura reazionaria e violentemente antiprogressista.
In un labirintico gioco di tessere, il fondamentalismo planetario si lega ai potentati economici e politici. Il BJP ha conquistato il governo grazie al nazionalismo indù, ma ha aperto l'India alle multinazionali e l'ha fatta entrare nell'orbita politico-militare degli USA. In Cambogia, il governo di Hun Shenn ha abolito ogni vincolo per gli investitori stranieri e ha trasformato il paese in una centrale mondiale del lavoro minorile. Bin Laden e i suoi anonimi complici che hanno creato i taleban e Al Qaeda, ma anche Hammas palestinese e i GIA algerini, figurano nella lista degli uomini più ricchi del mondo, come d'altra parte i loro "nemici". Personaggi come John Ashcroft, il multimiliardario ministro della giustizia USA, che con le sue leggi antiterrorismo "si è attirato le maledizioni dalla tomba di Beniamino Franklin e di Thomas Jefferson" (High Times) e che inizia ogni sessione di lavoro con una preghiera collettiva insieme ai suoi collaboratori. O George Bush jr, membro - come suo padre - della setta esoterico-cristiana degli Skulls & Bones. O Silvio Berlusconi, che ha il suo consigliere più fedele in Marcello Dell'Utri, appartenente all'Opus Dei, che ha trasformato la cappella di Villa San Martino ad Arcore in uno dei più importanti punti d'incontro dell'ordine nel NordItalia. Dell'Opus Dei fa parte, probabilmente, anche il presidente messicano Vicente Fox, leader del PAN (che guida la crociata moralizzatrice) ed ex manager della Coca Cola Company.
L'attuale guerra tra miliardari - in cui oggi sono su campi avversi persone che fino a qualche tempo fa andavano alle stesse cene e agli stessi consigli d'amministrazione e che si combattono tra di loro a colpi di migliaia di lavoratori e di civili massacrati, alle Twin Towers come nelle valli afgane - è probabilmente solo una parentesi in una proficua collaborazione che dura ormai da anni. In Algeria sono state le multinazionali americane - terrorizzate dalla crescita dei sindacati indipendenti dopo le rivolte del pane degli anni '80 - a foraggiare e a finanziare, insieme ai sauditi, gli islamisti (e infatti tra le vittime di questi non ci sono mai stati cittadini statunitensi, che pure erano la comunità più numerosa tra il personale tecnico straniero). Nella guerra bosniaca, l'alleanza tra croati e mussulmani è stata preceduta da una serie di contatti segreti tra i cattolici ustascia e i gruppi integralisti islamici (tra cui al Qaeda), che non si erano mai interrotti neanche nelle fasi più cruente del conflitto. Ad un livello più ufficiale e più morbido, è stato il fronte comune tra il Vaticano ed i paesi arabi tradizionalisti a far sospendere le campagne d'informazione dell'ONU sul controllo delle nascite. La guerra infinita è piuttosto utile ai fondamentalisti di tutto il pianeta per ricompattare i dubbiosi sotto le bandiere oscene dell'identità etnica e religiosa e per creare quel clima di odio e di paura che giustifica provvedimenti "di emergenza" che distruggono spazi di libertà e di garanzie che sembravano conquistati da decenni, se non da secoli. E fa crescere fiorente la pianta velenosa dell'intolleranza sociale di cui si nutrono i nemici della ragione.
robertino
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