unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n. 6 del 17 febbraio 2002

Afganistan. Guerra senza fine

Questi ultimi mesi hanno dimostrato una volta di più che, nella nostra epoca, la distanza tra guerra guerreggiata e quella narrata è aumentata a dismisura; questa "scissione" tra il reale e la rappresentazione degli eventi bellici appartiene è vero alla storia stessa della guerra, ma ormai siamo da tempo entrati in una dimensione in cui siamo la scissione tra quanto può avvenire (o non avvenire) sui fronti dei conflitti e la guerra costruita e venduta come informazione è pressoché totale.

Da decenni infatti divampano "invisibili" quanto cruenti e distruttivi conflitti che la generalità dell'opinione pubblica neppure sospetta lontanamente, mentre la stessa rimane ipnotizzata e attratta da operazioni militari, magari di basso profilo, ma presentate in chiave spettacolare e con coinvolgenti implicazioni ideologiche.

L'annuncio di guerra globale proclamato da Bush contro un fantomatico "asse del male" va interpretato anche in questo senso, ossia all'interno del disegno di militarizzare la società ed arruolare coscienze, al fine sì d'imporre il dominio politico-economico Usa, ma anche e forse soprattutto per allentare contraddizioni sociali interne al sistema capitalista nel suo complesso.

Ovviamente, uno degli ingredienti di questa operazione è l'identità misteriosa e subdola di un nemico che ci ricorda un qualche mitologico mostro a più teste e sembianze; gli agenti "anti-ordine" che tramano contro il nostro modo di vivere, la nostra cultura, il nostro benessere, la nostra civiltà, etc. appaiono quindi evanescenti, irriconoscibili, introvabili: possono essere organizzazioni terroristiche, Stati canaglia, movimenti no-global e forse persino il nostro vicino di casa potrebbe non essere quello che appare, magari è pure comunista o anarchico.

Non è un caso, infatti, che rimangono imprecisati i prossimi obiettivi della strategia americana e che il segretario statunitense alla Difesa Donald Rumsfeld, nel richiedere nuovi finanziamenti per armi a tecnologia avanzata abbia evocato "l'ignoto, l'incerto e l'inatteso".

Di contro, in Afganistan, dopo settimane di reportage, cronache, servizi, corrispondenze che riferivano di una guerra-fantasma, forse proprio adesso - nel silenzio della cosiddetta informazione libera e democratica - si è aperta una nuova fase di un conflitto che con ogni probabilità durerà ancora anni o decenni, peraltro in un territorio che le balde truppe occidentali sono ancora ben lungi dal controllare e dove soltanto i bombardamenti possono essere usati senza correre il rischio di pagare prezzi umani e politici che il governo Usa e la coalizione alleata non possono permettersi a tutela dei finanziamenti stanziati per la "ricostruzione".

In queste ultime settimane sono infatti trapelati frammenti di notizie estremamente eloquenti, anche se praticamente ignorati dai più accreditati e pagati osservatori della politica internazionale.

Ne citiamo qualcuno, tratto dalla stampa nazionale ed estera.

- "Le forze di etnia uzbeka del generale Abdul Rashid Dostum, uno dei principali comandanti dell'alleanza del Nord e attuale vice ministro della Difesa, hanno preso il controllo del distretto di Qale Zaal nel nord dell'Afganistan dopo furiosi combattimenti con i mujaheddin di etnia tagika dell'attuale ministro della Difesa, Mohammed Fahim".

- "Nel sud si sono registrati altri incidenti tra i capi tribali di Kandahar e Ismail Khan, signore della guerra di Herat".

- "Cresce intanto il malumore nelle repubbliche ex-sovietiche e in Russia per la presenza delle forze militari statunitensi nella regione centro-asiatica".

- "Un soldato americano ferito e quindici miliziani di Al Quaeda uccisi: questo il bilancio di uno scontro a fuoco avvenuto nel sud dell'Afganistan".

- "Mentre il premier afghano Hamid Kharzai era ieri a Londra, pesanti combattimenti per il controllo della città di Gardez hanno riaperto il rischio che le rivalità tra fazioni destabilizzino il nuovo Governo e il Paese".

Strana vittoria per "Enduring Freedom".

Uncle Fester



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