![]() Da "Umanità Nova" n. 7 del 24 febbraio 2002 Scajola. La criminalità del potere"Dopo l'uccisione di Giuliani, quella sera, a Genova, ordinai di sparare". Queste dichiarazioni, rilasciate dal ministro degli Interni ad un gruppo di giornalisti, hanno riaperto le polemiche innescatesi dopo le tragiche giornate di Genova. L'opposizione si è affrettata a chiedere spiegazioni al ministro che ha più volte aggiustato il tiro, e, con equilibrismo degno di un provetto acrobata, ha sostenuto che il pericolo terrorista rendeva necessario quell'ordine. L'equazione tra terrorismo e movimento no-global, già proposta a luglio, diviene motivo costante delle argomentazioni governative dopo l'11 settembre. Con ogni probabilità le affermazioni di Scajola, ben lungi dal rappresentare un involontario scivolone, sono un tassello della complessa partita che il governo Berlusconi sta giocando per concentrare sul proprio blocco politico e sociale tutte le leve del comando, dai vertici della RAI a quelli dei carabinieri e, forse, anche della polizia. Una domanda sorge tuttavia spontanea: se l'ordine di sparare venne dato solo la sera del 20 luglio perché nel corso della giornata dell'assassinio di Carlo Giuliani vennero esplosi almeno 15 colpi da parte dei carabinieri? Chi diede l'ordine? O dobbiamo arguire che i carabinieri agirono di propria iniziativa? In questo brutto gioco mediatico quello che più colpisce non è tanto il cinismo di chi ordina di uccidere manifestanti "rei" di tentare di oltrepassare le grate che delimitavano la Zona rossa, quanto la vergognosa ipocrisia di una sinistra che, quando è stata al governo, si è comportata allo stesso modo. A Napoli nel marzo scorso solo un fortuito accidente ha fatto sì che i selvaggi pestaggi degli uomini agli ordini del ministro Bianco non facessero vittime. La militarizzazione della stessa Genova, la decisione di impiegare l'esercito, il clima da guerra civile erano stati approntati dal governo di centro-sinistra al potere sino a maggio. Quello stesso centro-sinistra che oggi, dai banchi dell'opposizione, grida allo scandalo. L'unico scandalo, per noi, è la criminalità del potere. Un potere che, a destra come a sinistra, impiega uomini armati per difendere il proprio ordine. Un "ordine" fondato sull'ingiustizia, sulla sopraffazione, sulla violenza. Contro quest'ordine abbiamo manifestato a Genova e le nostre ragioni non erano quelle della legge dello stato italiano ma quelle dei miliardi di uomini donne e bambini che i grandi del mondo, i G8, condannano ad una vita miserabile, priva di libertà e dignità. Mortisia
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