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Da "Umanità Nova" n. 7 del 24 febbraio 2002
Porto Alegre
Gli indesiderabili
Poche settimane dopo che le Madres de la Plaza de Mayo, le madri dei
desaperecidos argentini, erano state violentemente caricate nella storica
piazza dalle forze di polizia durante la rivolta popolare dei cacerolasos, la
stessa associazione si è vista escludere dal Forum di Porto Alegre, come
denunciato da Hebe de Bonafini, storica leader delle Madri de la Plaza de Mayo,
che ha dichiarato: "eravamo a Porto Alegre, al Social Forum Mondiale. Al Foro
c'erano tra le 60 e 70 mila persone, una quantità enorme di laboratori,
persone di tutti i paesi, migliaia di giovani. A foro mondiale c'erano tre
livelli: quello di coloro che comandavano, in mano ai francesi (con
qualcun'altro di qualche altro paese); poi tutti i laboratori ed i seminari,
portati avanti dai filosofi, dagli intellettuali, dai pensatori; e poi tutta la
gente più in basso, che comunque c'era, ci riunivamo e parlavamo,
però in misura molto minore. Perché in realtà, questa
volta è stato fatto di più per ascoltare che per far partecipare
quelli che stanno più in basso.
Non hanno permesso che venisse Fidel Castro, nè le FARC e neppure la
gente del Subcomandante Marcos. È un peccato. Nemmeno noi Madri eravamo invitate. Queste erano le quattro proibizioni: le FARC, gli zapatisti, Fidel e
le Madri . Io c'ero comunque, perché mi hanno invitata i Sem Terra ed
è stato molto importante per le Madri perché la prima critica
è venuta dalle Madri. Abbiamo detto che non è la stessa cosa
"socialdemocrazia" e "socialismo", che la socialdemocrazia si era impadronita
del Foro, che i francesi possono venire, ma non comandare, che il Foro era
stato creato contro la globalizzazione e che adesso si parlava di umanizzarla.
Una cosa che è completamente inumana, che va combattuta, che va
distrutta, questi sono i cambiamenti che si prospettavano. Non si parla
più di socialismo. Se ne parla in basso, sì, però sto
parlando della struttura, di come è stato organizzato questo Foro. E non
si parla neppure di non pagare il debito, ma del "cancellamento". E per
cancellarlo uno deve chiedere al nemico se gli concede di concellarlo. Invece,
se non lo pago perchè non ne ho intenzione, non lo pago, che è
un'altra cosa. E questo è ciò che proponiamo noi Madri. (...)
È stato veramente un onore per le Madri poter parlare lì, in quel
Foro. E ciò che io ho rimarcato, perché nel documento finale si
parla dei terroristi, "dei terrorismi dei popoli", e sempre i terroristi...
colpendo i popoli come terroristi, io ho detto che terrorismo è quello
dello Stato, che le sollevazioni dei popoli non sono mai terroriste, e che da
lì ho chiesto la liberazione dei prigionieri politici, perché era
molto importante chiederlo, reclamarlo, esigerlo e ricalcarlo in modo
permanente così come l'annullamento dei procedimenti giudiziari."
Altri "indesiderabili al Forum dei Forum sono state le organizzazioni basche,
peraltro legali, Batasuna e Ubalbiltza, come denunciato in rete dal Campo
Antimperialista.
Nei confronti di tutte queste realtà, alcune peraltro assai lontane
dalle simpatie anarchiche - vedi il regime castrista o i movimenti nazionalisti
baschi - è giusto che la solidarietà internazionalista si faccia
sentire contro la logica autoritaria quanto legalitaria messa in atto a Porto
Alegre, per volere di una ristretta cerchia di politicanti riformisti, anche
perché allo stesso Forum sono stati invitati e tollerati i leader di
quella "sinistra" europea, Veltroni e Folena compresi, responsabile dei
bombardamenti terroristici Nato contro la Jugoslavia e complice della
altrettanto terroristica guerra globale amerikana oggi in atto.
Tale discriminazione contraddice, per indecenti calcoli e disegni politici, sia
la retorica degli appelli attorno alle rispettive "diversità" che
l'autonomia dei movimenti di liberazione con le rispettive esperienze in
contesti politici e sociali diversi e complessi, come opportunamente
sottolineava Marcos pochi anni fa quando, rifiutando ruoli egemonici dell'EZLN,
ricordava che "Non soltanto sulle montagne del sudest messicano si resiste e si
lotta contro il neoliberismo, In altre parti del Messico, in America latina,
negli Stati Uniti e nel Canada, nell'Europa del Trattato di Maastricht, in
Africa, in Asia e in Oceania le sacche di resistenza si moltiplicano. Ciascuna
di esse ha la sua propria storia, le sue differenze, le sue uguaglianze, le sue
richieste, le sue lotte, le sue conquiste" (da "La quarta guerra
mondiale è cominciata").
Ed appare grave e inammissibile il silenzio della folta delegazione italiana,
dai "disobbedienti" a Rifondazione Comunista, sull'infamia commessa nei
confronti delle "irregolari" di Plaza de Mayo, ad ulteriore dimostrazione che
l'opposizione anticapitalista al dominio globale dovrà compiere delle
scelte.
Sandra K.
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