Da "Umanità Nova" n. 7 del 24 febbraio 2002
Senza frontiere, niente galere
Bologna 2 marzo: manifestazione nazionale contro i centri di detenzione per gli immigrati
È convocata, a Bologna, il pomeriggio del 2 marzo 2002 una manifestazione nazionale contro i centri di permanenza temporanea per gli immigrati clandestini, ovvero le carceri razziste che le leggi Martelli-Turco-Napolitano-Bossi e Fini istituiscono per garantire il controllo sociale e la differenziazione della forza lavoro.
A Bologna é in costruzione da alcuni anni uno di questi centri, in via Mattei, utilizzando le strutture dell'ex caserma "Chiarini". Contemporaneamente sono in stato avanzato i lavori per la costruzione di strutture analoghe a Modena e Rimini. Queste strutture come quelle già in funzione in varie parti della penisola sono dei veri e propri lager. E' di questi giorni la notizia diffusa dai compagni siciliani delle torture e delle vessazioni che si compiono nel CPT "Vulpitta" di Trapani.
E' noto ai nostri lettori che il 25 gennaio un centinaio di compagne e compagni hanno compiuto un'azione diretta atta a "ritardare" l'inaugurazione del CPT di via Mattei. A seguito di quell'azione sono partite 70 denunce e la destra si é scatenata chiedendo la denuncia per devastazione e l'arresto immediato di tutti i partecipanti all'iniziativa. Di fronte a queste pressioni il prefetto di Bologna ha annunciato l'imminente riapertura del CPT anche senza aspettare che venissero riparati i danni o che fossero espletate tutti gli adempimenti (assegnazione degli appalti etc) per garantire il funzionamento del centro. Le dichiarazioni del rappresentante del governo andavano nel senso di un presidio permanente da parte delle guardie del centro al fine di scongiurare ogni azione di sabotaggio o di contestazione. Vi é stato, addirittura, un annuncio di inaugurazione per il 15 febbraio in concomitanza con lo sciopero generale. La provocazione prefettizia é stata rintuzzata da un presidio di oltre 500 persone (mentre alcune migliaia erano a Roma per la manifestazione).
Scopo della manifestazione é quindi dichiarare la nostra opposizione a qualsiasi centro di detenzione, alle leggi razziste, differenzialiste, classiste che il governo vuole attuare, solidarizzare con l'azione diretta del 25 gennaio e con le compagne ed i compagni denunciati.
Il fatto di svolgere questa manifestazione a Bologna ha un significato particolare in quanto la responsabilità politica dei centri di detenzione é delle regioni. La regione Emilia Romagna retta da una giunta di centro sinistra estesa a Rifondazione Comunista ha quindi la responsabilità politica dell'apertura delle strutture di Bologna, Modena e Rimini.
Una denuncia, quindi, delle politiche concertative che legano nel filo della difesa dei privilegi sia il governo che l'opposizione, sia la destra che la sinistra dello stato.
Va notato, nella cronaca, che di fronte alle difficoltà del prefetto di garantire strutture adeguate al funzionamento del centro, la Caritas si é offerta di stipulare un contratto full per la vigilanza, l'accoglienza e l'assistenza agli internati. Nulla di nuovo sotto il sole! Sbirri e preti a braccetto per garantire l'oppressione.
Di fronte a questo quadro non é casuale lo sgretolarsi del Social Forum dove i referenti dei cattolici, dei verdi e di Rifondazione nicchiano o cercano di ricondurre a logiche "umanitarie" e compatibili la mobilitazione antirazzista ed antiautoritaria. Sarà una buona occasione per vedere di quale "altro mondo" si stia parlando.
Quindi tutte e tutti a Bologna! Il 2 marzo ribadiamo i nostri contenuti per la libertà di circolazione delle persone, per la libertà e la giustizia sociale, per un mondo senza frontiere e senza galere.
redb
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