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Da "Umanità Nova" n. 7 del 24 febbraio 2002
inform@zione
Trieste sciopero generale!
E' stata una scommessa vinta quella che sindacati di base e studenti hanno
voluto giocare venerdì 15 febbraio a Trieste. In occasione dello
sciopero generale il Coordinamento Studentesco Triestino (che a dicembre aveva
organizzato una grande manifestazione contro la riforma Moratti) propone ai
sindacati di base presenti in città (USI-AIT, RdB e Cobas scuola) una
manifestazione unitaria che sappia coniugare la protesta degli studenti contro
la privatizzazione della scuola con quella più generale dei lavoratori
contro lo smantellamento dei diritti sociali. Dopo un lungo confronto, viene
deciso di indire un corteo per le vie della città, che non si ponesse in
contrapposizione con la grande manifestazione di Roma ma che desse invece la
possibilità anche a chi a Roma non ci poteva andare (e vista la distanza
erano molti) di esprimere la propria protesta. Nei giorni precendenti un
intenso lavoro di preparazione veniva svolto assieme fra studenti e militanti
dei sindacati di base. Arrivano anche varie adesioni: i lavoratori della scuola
di "Cambiare rotta" della CGIL, la FIOM, la commisione scuola del Prc, vari
collettivi universitari, il Gruppo Anarchico Germinal e l'Assemblea
Antimilitarista.
Nonostante l'impegno profuso molti erano i dubbi e le incognite sulla riuscita
dell'iniziativa. Da una parte vi erano state alcune difficoltà
nell'organizzazione, dovute al fatto che era la prima volta che soggetti
così diversi collaboravano fra loro. Ma soprattutto erano le previsioni
del tempo a lasciare poche speranze.
La mattina del 15 ci si ritrova nella centrale piazza Goldoni, con bora a 130
km orari, un freddo gelido e pioggia incombente. Anche i più ottimisti
fra gli organizzatori iniziano a temere un flop clamoroso ed invece... La
piazza inizia a riempirsi, arriva l'amplificazione e si parte in corteo
arrivando ad essere più di 500 persone. Davanti gli studenti, alcune
centinaia, dietro gli spezzoni dei sindacati di base, cui si aggiungono singoli
e alcune bandiere della Cgil. I compagni anarchici del Germinal distribuiscono
il volantone nazionale della FAI e sono impegnati nei vari spezzoni delle
strutture che li vedono presenti (dai collettivi studenteschi ai sindacati). Il
corteo procede allegro anche se infreddolito per le vie della città,
preceduto dallo striscione unitario che caratterizza la mobilitazione:
"Studenti e lavoratori per i diritti sociali - contro la guerra".
Arrivati in piazza della Borsa si susseguono vari interventi al microfono, fra
cui uno che ricorda ai presenti che in quella piazza, il 14 febbraio del 1902,
14 lavoratori vennero uccisi dall'esercito asburgico durante uno dei primi
scioperi generali in Europa. Proprio per non perdere la memoria il corteo si
è concluso in quella piazza, ricordando il loro sacrificio anche come
stimolo a continuare la lotta. Pensiamo che un'iniziativa così ben
riuscita non potesse concludersi in un modo migliore.
F. e S.
P.S. Cogliamo qui l'occasione per porgere i nostri più sentiti
ringraziamenti ai "disobbedienti" cittadini, al solito distintisi per la loro
encomiabile correttezza.
I simpaticoni, alcuni giorni prima del corteo, hanno pensato bene di affiggere
un loro manifesto che pubblicizzava il loro treno "Disobbediente" per Roma. Il
solo trascurabile problema è che questi esimi "compagni" nel farlo hanno
sistematicamente coperto i manifesti per il corteo cittadino in buona parte
della città e in numerose scuole. Un chiaro esempio del loro "nuovo modo
di fare politica", del resto ciò che conta è che nulla si muova
senza il loro permesso.
Alla faccia di "un mondo, molti mondi"!
Trapani: ancora tensione nel lager per immigrati
La situazione al lager per immigrati di Trapani, sebbene sia in parte rientrato
il grave allarme prospettato nella notte del 16 febbraio, resta tesissima. La
visita di una compagna del Coordinamento Associazioni trapanesi per la pace ha
comunque appurato che attualmente non vi sono concreti pericoli fisici per i
reclusi. La protesta del 16 era dovuta alla decisione di liberare solo alcuni
dei detenuti, quelli rinchiusi nella palestra "Campo".
Di seguito il comunicato dei compagni trapanesi.
Coordinamento antirazzista della Federazione Anarchica Italiana
Venerdì 15 febbraio si erano ormai ridotti a una ventina gli immigrati
tenuti in quella palestra, dato che un nuovo sbarco di circa duecento persone
sulle coste trapanesi aveva praticamente congestionato le strutture
disponibili. Facendo un salto indietro di qualche giorno (il caotico
susseguirsi degli eventi rende difficile anche la loro ricostruzione), si
ricordi che dopo lo sbarco del 4 febbraio poiché il CPT alloggiava
già 54 persone - i posti sono 50 - 139 persone erano state messe nel
centro di transito, al primo piano, dove in genere si procede alle operazioni
di identificazione. Già da martedì iniziarono a protestare per le
condizioni in cui erano trattenuti, attraverso lo sciopero della fame. Non
furono portati negli altri centri siciliani e calabresi perché
già pieni. Cominciano così i primi atti di autolesionismo, e
mercoledì, pare, venne anche bruciata una coperta. Tra mercoledì
e giovedì, probabilmente, scoppia una rivolta all'interno del CPT. Ci
sono stati, nella repressione della protesta, 5 feriti ed un arresto. In
seguito ci sarebbe stato un tentativo di fuga di massa, prontamente represso.
100 immigrati furono così trasferiti su ordine del Ministero degli
Interni alla palestra "Buscaino Campo", vicino al porto, in condizioni di
assoluta invivibilità, dato che questa struttura non è in alcun
modo destinata a funzioni di questo tipo.
Oggi, 18 febbraio è plausibile che vengano emessi dei provvedimenti di
espulsione destinati ai protagonisti delle agitazioni dei giorni scorsi, e che
la palestra si svuoti del tutto, ma quest'ipotesi potrà essere accertata
solo nelle prossime ore. Tutto ciò a riprova del fatto che la gestione
dell'"emergenza sbarchi" si sta confermando sempre più caotica,
approssimativa, e lesiva dei diritti degli immigrati. Il costante controllo da
parte di quanti in questi anni portano avanti una lotta serrata contro
l'attuale legislazione in materia di immigrazione, ha fatto sì che in
questi giorni non mancasse mai la possibilità da parte dei reclusi di
comunicare con l'esterno. Si è ormai arrivati ad una situazione
intollerabile in cui la stessa segregazione delle persone è affidata
alla discrezionalità delle autorità dettata dalle contingenze:
così come a Trapani, aumentano in tutta la Sicilia le strutture adibite
sommariamente a "centri di transito", dove subito dopo l'arrivo si realizza il
"trattenimento" provvisorio dell'immigrato in attesa di espulsione, fuori da
quei CPT che, previsti per legge e autorizzati dal Ministero degli Interni,
costituiscono essi stessi un orrore giuridico e umano.
In questo momento l'attenzione è massima, tanto più che in questi
giorni è entrato nel vivo il processo che vede alla sbarra l'ex prefetto
di Trapani Cerenzìa, riguardo ai fatti del Dicembre '99 quando morirono
sei immigrati in seguito a un incendio scoppiato al "Vulpitta".
Fuori dall'aula del tribunale intanto, questa battaglia di libertà, che
è libertà di tutti, continua.
T.A.Z. laboratorio di comunicazione libertaria
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