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Da "Umanità Nova" n. 7 del 24 febbraio 2002

Senza frontiere
Brevi dal mondo

Bolivia - blocchi stradali e manifestazioni antigovernative
Sono all'ordine del giorno in tutto il territorio boliviano i blocchi sulle principali arterie, le manifestazioni e le mobilitazioni popolari contro il governo e il parlamento.
Martedì 29 gennaio Marco Ortiz, sindacalista e coltivatore di coca, è stato ucciso da un ufficiale dell'esercito mentre, insieme con altri suoi compagni, dava vita ad una delle tipiche forme di protesta adottate dai contadini boliviani: masticare foglie di coca collettivamente ed in pubblico, sulla piazza del paese. Sono queste forme di protesta nei confronti dei narcotrafficanti, che con il pretesto della lotta alla droga - propugnata dagli Stati Uniti e fatta propria dai loro servitori militari e governativi nel paese - costringe i coltivatori a morire di fame, coi propri campi irrorati da erbicidi e ogni genere di veleni, mentre nessuna misura viene presa verso i raffinatori e gli esportatori più o meno clandestini, protetti da quegli stessi apparati che scaricano sui contadini la "lotta alla droga".
A Sacaba, nei pressi di Cochabamba il 30 e 31 gennaio, scontri sono avvenuti quando contadini provenienti da Chapare hanno tentato di impadronirsi delle strutture del mercato della coca. Ne sono risultati sette morti, tre fra gli occupanti e quattro fra i militari. Della questione ne è stato reso responsabile il deputato al parlamento Evo Morales Ayma, l'unico proveniente dall'ambiente contadino, contro il quale il resto dei deputati ha votato una mozione di dismissione dal parlamento stesso. L'accusa è ritenuta pretestuosa del movimento dei coltivatori, che ha iniziato una vasta agitazione su tutto il territorio, dando tempo fino al 10 febbraio perché il provvedimento venga ritirato ed accolte le proprie rivendicazioni.
Sempre a Cochabamba, dopo gli scontri al mercato, un corteo di coltivatori e studenti universitari si è diretto verso il carcere femminile di San Sebastian per reclamare la scarcerazione di sette attiviste del movimento, ove ha elevato barricate di sassi e filo spinato che sono stati rimossi dopo alcune ore di tensione e di scontri dagli uomini in divisa nel frattempo sopraggiunti.

Da A-Infos trad. AEnne



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