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Da "Umanità Nova" n. 8 del 3 marzo 2002

Radio Vaticana
Licenza di uccidere

Il 19 febbraio il Tribunale di Roma ha sospeso il processo contro i responsabili di radio vaticana accusati di aver inquinato con le loro potenti antenne i territori circostanti. La motivazione è che l'articolo 11 dei patti Lateranensi sancisce l'extraterritorialità di tutte le infrastrutture di proprietà dello Stato Vaticano anche se situate in territorio italiano. Con questa vergognosa "trovata" legale Radio vaticana ha vinto il secondo round della battaglia che la contrappone agli abitanti delle zone circostanti le proprie antenne. La prima vittoria l'aveva ottenuta lo scorso maggio quando il governo Amato aveva clamorosamente sconfessato il proprio ministro dell'ambiente, Bordon, che aveva intimato al Vaticano di ridurre le emissioni delle proprie antenne in modo da farle rientrare nei limiti riconosciuti dallo Stato italiano. Il 19 febbraio il movimento ha subito una seconda sconfitta: non sono bastate l'opera di controinformazione, le denuncie, gli studi epidemiologici, ecc. il Vaticano è potentissimo quanto arrogante. Ma non solo il Vaticano visto che come osserva giustamente un aderente ad un Comitato di lotta in una e-mail apparsa in rete "oggi non si è tentato di portare alla sbarra solo la radio vaticana, oggi si voleva cercare di dimostrare che l'inquinamento elettromagnetico è letale.

Dietro la sbarra, dietro un trattato del 1929, non ci sono solo preti che vogliono evangelizzare un pianeta, ci sono tutti i sistemi economici delle telecomunicazioni, i loro utili, il loro liberismo sfrenato e sfrontato che per mezzo di un giudice è riuscito a rinviare un inevitabile confronto." Significativo il compiacimento mostrato dal ministro dell'ambiente Matteoli e da quello della salute Sirchia che da mesi si battono per tutelare il diritto dei preti e delle multinazionali delle telecomunicazioni ad inquinare senza problemi.

Per finire pubblichiamo integralmente il comunicato diffuso dal Coordinamento dei comitati Roma nord. Un comunicato che in modo amaro e ironico descrive l'atmosfera - drammatica ma al tempo stesso farsesca - vissuta il 19 febbraio al tribunale di Roma. Da parte nostra una sola domanda: è ancora il caso di dare fiducia a questa massa di buffoni - giudici, pubblici ministeri, ministri, politicanti - che recitano un copione scritto da altri?

"Da oggi 19 febbraio 2002, con la sentenza emessa in nome del popolo italiano, viene concessa licenza di uccidere alla radio vaticana nei confronti dei cittadini di Roma nord, di Cesano, La Storta, Osteria Nuova, La Cerquetta, Olgiata e Anguillara. In base all'art. 11 dei Patti Lateranensi i responsabili dell'emittente della Santa Sede potranno continuare liberamente a violare la legge italiana e a provocare danni sul territorio italiano senza alcun timore di essere perseguiti. Da oggi se invece delle onde elettromagnetiche, qualcuno cominciasse a sparare dalle finestre degli studi di radio vaticana sui cittadini inermi il risultato sarebbe lo stesso!

Quanto è successo oggi al tribunale di Roma è un insulto alla democrazia ed un raggiro degli ingenui cittadini. Mentre pubblico ed avvocati attendevano in aula il verdetto del giudice Andrea Calabria, il PM Amendola e gli avvocati di radio vaticana si accomiatavano dalla vicenda giudiziaria abbracciandosi e baciandosi sotto gli occhi increduli dei presenti in un grottesco scenario che appariva premonitore.

Assenti ingiustificati i ministri della sanità, dell'ambiente e della giustizia, il presidente della regione Lazio e il sindaco di Roma. Assenti ingiustificate tutte le forze politiche, con i massimi esponenti dei Verdi che arrivano in ritardo come i bambini dopo il suono della campana di scuola o come i viaggiatori che arrivano quando il treno è ormai partito e che non hanno potuto far altro che concedersi ad interviste e foto alla stampa. Nessuno di loro era presente per protestare alle parole del giudice Calabria e quando i cittadini privi di immunità parlamentare hanno accennato la protesta sono stati invitati dal giudice ad uscire pena l'arresto immediato per oltraggio.

A questo punto ai cittadini di Roma nord non restano che due strade:

1 ricorrere presso la Corte Europea di Strasburgo nei confronti dello Stato italiano per completa inadempienza e per attentato continuato alla salute pubblica

2 indire un referendum consultivo per la separazione dallo stato italiano dei municipi 18, 19 e 20 e del Comune di Anguillara poiché in quell'area non sono in vigore la Costituzione e le leggi italiane".

Paolino



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