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Da "Umanità Nova" n. 8 del 3 marzo 2002
Tolleranza zero da Reagan a Castelli
Verso la barbarie sociale
"Vivo in Italia da diversi anni e non sono mai stato aggredito o derubato, non
ho mai assistito ad un aggressione e non conosco personalmente nessuno che ne
sia stato vittima. Eppure, gli italiani pensano che il più grosso
problema del loro paese sia la criminalità e i giornali e le televisioni
non parlano d'altro. Sono andato a cercare le statistiche ufficiali e ho
scoperto che l'Italia ha un tasso di criminalità molto più basso
di quello dell'Inghilterra e inferiore alla media UE e che le città
italiane sono tra le più sicure d'Europa (.) Non capisco se questa
ossessione per la sicurezza sia solo una paranoia mediatica o se gli italiani
pensano che sia criminale buttare i rifiuti per strada, non pagare il biglietto
dell'autobus o fare i complimenti ad alta voce alle belle ragazze.
Effettivamente, ho visto spesso succedere qui queste cose, quasi come a
Manchester o a Ginevra..."
(da una lettera a "The Guardian", gennaio 2000)
Il ministro della Giustizia Castelli è tornato dal suo tour americano e,
ad un'adunata leghista alla Fiera di Verona, ha annunciato di voler riformare
la giustizia italiana sul modello americano. Secondo l'esponente fascista, "le
carceri italiane sono troppo vuote, non troppo piene", mentre negli USA
"è cresciuto il numero dei detenuti e proprio per questo è
diminuito quello dei reati". Negli Stati Uniti ci sono, attualmente, più
di due milioni di persone in prigione, che corrispondono a 692 carcerati ogni
100mila abitanti (in Italia il rapporto è 85:100.000). Poco importa che
i reati negli USA siano diminuiti solo negli ultimi anni e che il numero di
"crimini violenti" sia di otto volte superiore al 1980 (quando c'erano "solo"
138 prigionieri su 100mila abitanti), l'obiettivo di Castelli è di
aumentare la popolazione carceraria. Nell'estate 2000, quando il Polo aveva
risposto con un secco "in Italia i detenuti sono troppo pochi" alla richiesta
papale di un'amnistia per il Giubileo, la stampa fascista (in particolare
"Libero" e "la Padania") aveva indicato più volte nella cifra di
300/400.000 unità il numero ottimale di abitanti delle patrie galere per
il nostro paese "martoriato dalla delinquenza" - adesso il loro sogno minaccia
di avverarsi.
Castelli, in particolare, vorrebbe che fosse introdotto anche da noi il
"sistema americano" dei Three Strikes, per cui alla terza condanna per "reati
gravi" viene dato automaticamente l'ergastolo. In California, la prima vittima
di questa norma è stato un ex rapinatore che si è beccato
l'ergastolo per essersi allontanato con una pizza da un take away senza pagarla
e centinaia di altri casi simili sono stati denunciati dalle associazioni
statunitensi per i diritti civili, ma questo non smonta i propositi del
ministro fascista che, con il solito tono volgare, ha dichiarato di non volersi
perdere la soddisfazione di poter dire "alla terza infrazione si butta via la
chiave".
Il principio ispiratore di tutta la riforma liberticida dovrebbe essere quello
della "tolleranza zero", un'espressione coniata da Reagan per la guerra contro
la marijuana nei primi anni '80 e ripresa poi da Rudolph Giuliani come slogan
elettorale per conquistare la poltrona di sindaco di New York. Nella New York
di Giuliani, il concetto di tolleranza zero è rapidamente passato dalle
repressione dei reati da strada (in particolare, di quelli senza vittime,
legati a droghe, prostituzione e immigrazione) al sanzionamento generalizzato
dei comportamenti devianti e disdicevoli. Per intenderci, nella città
della Statua della Libertà attualmente si può finire arrestati (e
trattenuti fino al pagamento di una multa o di una cauzione) per cose tipo
buttare rifiuti per terra, non pagare il biglietto sull'autobus, bere alcolici
per strada o nei parchi pubblici, fare disegni o scritte sui muri, ballare
(è permesso solo nelle discoteche e in alcune palestre), stare seduti
sul marciapiede, attraversare a piedi la strada fuori dalle strisce, andare in
bicicletta in zone vietate al traffico ciclistico, urinare e defecare in spazi
aperti, fumare negli edifici municipali, utilizzare strumenti musicali o
apparecchiature stereo nelle piazze o nelle stazioni della metropolitana.
Queste misure sono state accompagnate dalla progressiva chiusura dei "community
gardens" (piccoli parchi pubblici di quartiere) ancora rimasti in città
e perfino dei famosi "playground" (i campetti da basket incastrati tra i
palazzi). La vendita ai privati di questi spazi ha naturalmente suscitato le
proteste degli abitanti delle zone interessate (che in alcuni casi sono
riusciti, peraltro, a bloccare l'operazione), ma il sindaco Giuliani ha
giustificato le sue scelte con gli immancabili motivi di ordine pubblico: "le
aree abbandonate - cioè, non controllate dalla polizia - sono il regno
delle gang e dello spaccio di droga". L'amministrazione newyorkese ha vantato
in tutto il mondo i propri successi nella "lotta al crimine", ma questi
risultati sembrano tutti da verificare, visto che, ad esempio, la tanto
sbandierata riduzione del 30% dei furti "in cinque anni" sarebbe stata ottenuta
statisticamente dal confronto tra i furti stimati nel 1992 e quelli denunciati
nel 1998. Inoltre non sembra affatto migliorata la vita sociale dei newyorkesi:
anzi, nella città "libera dalla delinquenza" ristoranti, cinema,
discoteche, club e perfino le corse notturne della metropolitana registrano da
anni un costante calo delle presenze.
La "tolleranza zero", comunque, non si pone tra i suoi obiettivi quello di
migliorare la qualità della vita. Gli analisti del "Manhattan Project" -
l'istituto privato di studi politici che ha compilato il programma di Giuliani
e del suo successore Bloomberg - hanno dichiarato più volte che il suo
scopo è di bloccare non solo il crimine, ma anche "la rabbia sociale".
Il Manhattan Project - che è stato fondato negli anni '50 e che è
considerata una delle istituzioni più influenti della destra americana e
mondiale - è, d'altra parte, erede diretta della Pioneer Foundation che
si sciolse nel 1942 a causa dei suoi dichiarati legami con il regime nazista di
Hitler.
Ed oggi in Italia queste proposte sono riprese dal ministro (casualmente
ingegnere, come buona parte dei collaboratori del Fuhrer) di un governo che
è formato dai discendenti politici e sociali del ventennio fascista.
La "tolleranza zero" sembra la ricetta magica per un mondo di uomini grigi che
chiamano "vita" il tempo che dividono tra il lavoro e la TV e che, nel tragitto
tra la casa e l'ufficio, non vogliono vedere persone sporche e strane. E sono
questi uomini grigi che - come ci ha ben spiegato Hanna Arendt ne "La
banalità del male" - nel corso della storia hanno permesso e applaudito
i roghi delle streghe e degli eretici, le notti di San Bartolomeo, le fosse
comuni, i campi di sterminio.
robertino
ps Il progetto criminale del ministro Castelli ha ricevuto nella stampa "di
sinistra" italiana solo la debole eco di un trafiletto su "Liberazione".
Mentre i fascisti si preparano a buttare in galera centinaia di migliaia di
persone, questi si occupano delle buffonate di Nanni Moretti o di aspettare in
gloria San Sergio Cofferati. La miseria della sinistra di stato italiana supera
ogni disgusto ed ogni immaginazione.
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