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Da "Umanità Nova" n. 9 del 10 marzo 2002

Cortei a Bologna, Palermo, Napoli
Contro le leggi razziste

Bologna 2 marzo 2002
10.000 in piazza contro il lager segregazionisti
Una buona affluenza ha caratterizzato la manifestazione che si é svolta a Bologna, nel pomeriggio di sabato 2 marzo. Buona anche la partecipazione anarchica: 500 compagne e compagni, in gran parte del Coordinamento Anarchico dell'Emilia Romagna, hanno sfilato dietro i due striscioni del Circolo Berneri di Bologna e del Coordinamento Antirazzista della FAI.
Altro elemento di rilievo é stata la buona partecipazione delle associazioni degli immigrati, principali vittime delle politiche segregazioniste. C'erano la "3 febbraio", il comitato "senza frontiere" con gli abitanti di via Stalingrado, dove una serie di incendi hanno messo a repentaglio le già precarie condizioni abitative del ghetto che le politiche sociali del comune hanno loro riservato.
La manifestazione si é svolta nel corso della 2 giorni dei social forum post Porto Alegre. I lavori del convegno si sono interrotti per partecipare alla manifestazione che, per altro, era stata promossa dalle componenti bolognesi di queste realtà. Il carattere che era stato impresso alla manifestazione già dalla assemblea cittadina del 27 febbraio era "comunicativo" nei confronti della cittadinanza. È stato quindi rimandato a future iniziative "l'assalto" al lager di via Mattei del quale, comunque, la manifestazione ha ribadito la volontà di chiusura.
Oltre all'affluenza superiore alle aspettative degli organizzatori vi é stata una solidarietà ampia testimoniata dalle ali di folla che ha assistito allo sfilare del corteo lungo tutta via Indipendenza e in piazza Maggiore. Mentre vi é stata una partecipazione convinta dei sindacati di base (sventolavano bandiere dei Cobas, delle RdB e dell'USI) la CGIL non ha fatto di meglio che inviare una "delegazione" di sindacalisti che partecipavano alla manifestazione "a titolo personale".
Questa manifestazione che si accompagna a quella contemporanea di Napoli e a quella di Palermo, rende evidente come vi sia un vasto movimento che si esprime con chiarezza contro l'insieme dei provvedimenti di governo che assumono sempre più i caratteri del segregazionismo. La chiarezza e la radicalità dei contenuti espressi non possono essere rappresentati dalle politiche concertative che non solo la CGIL ma anche i social forum esprimono. La lotta contro i razzismo assume sempre più rilievo nella questione sociale in Italia ed in Europa e allarga i confini del conflitto sociale. Il radicamento anarchico in questi movimenti é la base per affermare quei principi di libertà, solidarietà ed uguaglianza ai quali molti fanno riferimento.
Redb

Palermo, manifestazione con gli immigrati
Giovedì 28 Febbraio a Palermo, in una bellissima giornata di sole, quattromila persone hanno dato vita ad una grande manifestazione antirazzista promossa dal Forum Sociale Siciliano, per la libera circolazione e la difesa dei diritti degli immigrati contro le politiche autoritarie e fasciste dell'attuale governo.
A gridare il proprio NO al ddl Bossi-Fini, ai rastrellamenti, alle espulsioni, alle detenzioni forzate nei CPT sono stati tutti gli immigrati scesi massicciamente in piazza: Costa d'Avorio, Bangladesh, Capoverde, Mauritius, comunità Tamil, e tanti altri ancora si sono resi "visibili" riprendendosi le strade di una Palermo quasi sbigottita se non a volte turbata da questo corteo festoso, colorato ma nello stesso tempo molto vivo e arrabbiato. Le danze sfrenate, i canti, gli interventi al microfono o ai megafoni portavano un messaggio di radicale partecipazione, di rivendicazione di quei diritti universali che appartengono a tutti, al di là di qualsiasi confine o di qualsiasi legge. Alla lotta dei migranti, si è aggiunta anche la rabbia di alcune famiglie di Palermo che hanno aperto una vertenza con il Comune per l'ottenimento dei buoni-casa che non vengono rilasciati da più di un anno. Tutto questo sottolinea la perfetta congruenza delle ragioni di chi, straniero o italiano che sia, rivendica i propri diritti. Alla manifestazione - indetta come cittadina - hanno partecipato anche persone da altri posti della Sicilia, con una significativa presenza dei compagni di Trapani e provincia. Discreta la presenza della polizia che ha preferito però riservare le sue attenzioni soprattutto agli spezzoni del Forum e del Laboratorio ZETA con un corridoio di qualche decina di agenti.
Il corteo ha percorso le principali strade del centro cittadino fino alla prefettura. Lì è iniziato un sit-in che si è prolungato per circa un'ora mentre una delegazione di rappresentanti delle comunità immigrate si incontrava col prefetto per presentare una piattaforma di rivendicazioni e di richiesta di interventi a breve e lungo termine per migliorare le condizioni di vita di chi risiede nel nostro territorio: assistenza ai richiedenti asilo, diritto alla casa, all'istruzione, alla salute. Il tutto ovviamente legato agli obiettivi di carattere generale tra cui la chiusura dei Centri di Permanenza Temporanea e la sanatoria generalizzata degli immigrati ancora privi di permesso di soggiorno.
Nel momento in cui la delegazione conferiva col prefetto, da Trapani giungeva notizia del rimpatrio coatto delle ragazze nigeriane che, prelevate dalla Sardegna qualche giorno fa, erano state trasferite al CPT "Vulpitta". Inutile dire che le autorità competenti hanno approfittato di questa giornata di mobilitazione per mettere in atto l'espulsione delle recluse, ben sapendo che quello del "Vulpitta" è un fronte caldo che soprattutto negli ultimi giorni ha catalizzato l'attenzione e la vigilanza di tutte le realtà antirazziste locali.
Bisogna invero segnalare la grottesca presenza nella manifestazione di alcuni politici palermitani che, come spesso avviene, hanno approfittato di una così ghiotta vetrina per rilasciare qualche dichiarazione alla stampa locale. I vari Forgione (PRC), Garraffa (DS), Ferro (Primavera Siciliana) per citarne solo alcuni, si sono uniti nel condannare "la vergognosa politica del governo in materia di immigrazione", dimenticando però che la legge Turco-Napolitano - primo atto concreto della guerra all'immigrazione clandestina - fu proprio un parto del governo di centro-sinistra. Chiunque può scendere in piazza per dichiarare quel che gli pare, è un diritto di tutti e nessuno può metterlo in discussione. La serietà politica e l'onestà intellettuale non si inventano, però, da un giorno all'altro.
Questa manifestazione va considerata come un punto di partenza della fruttuosa collaborazione tra il Forum Sociale Siciliano e le comunità migranti che qui a Palermo vogliono alzare la testa.
Una lotta che conferma il valore aggiunto di un esperimento politico - il FSS - che raccoglie l'eredità delle esperienze di movimento che da diversi anni vivono e convivono sinergicamente in questa città. In un contesto "difficile" qual è la Sicilia, terra di conquista per mafiosi, politicanti e poteri forti, solo l'unità e la collaborazione basate su contenuti reali, obiettivi condivisi e rispetto per le specifiche identità, possono portare ad un progressivo e radicale cambiamento.
Federazione Anarchica Siciliana - Nucleo "Giustizia e Libertà"

Napoli corteo contro la Bossi-Fini
Sabato 2 marzo a Napoli le immigrate e gli immigrati, i centri sociali, l'Associazione 3 febbraio, i Cobas, i collettivi studenteschi sono scesi in piazza contro la legge Bossi-Fini. Circa 1000 partecipanti uniti contro questa legge fascista e razzista e contro la precedente legge "Turco-Napolitano" che le ha spianato la strada. E se a Roma la sinistra parlamentare (tranne il PRC) cantava l'inno nazionale ed applaudiva la bandiera italiana, sottolineando lo spirito nazionalista di chi, nel '98 propose e votò la Turco-Napolitano, a Napoli, Palermo, Bologna si parlava di libera circolazione, di sanatoria e libertà, si gridava "siamo tutti immigrati" stringendosi le mani contro lo Stato e le frontiere, l'oppressione e il terrorismo. Ed erano gli immigrati, in maggioranza, a far sentire la propria voce e non solo contro la legge e per il permesso di soggiorno ma a favore della gente di tutto il mondo che ogni giorno soccombe per guerre che vogliono farci credere giuste, per lo sfruttamento, per l'oppressione degli Stati e dei padroni del mondo.
Non dimentichiamo che l'ondata di razzismo si è fatta sentire ancor prima che il decreto-legge venisse approvato; sto parlando delle numerose perquisizioni che gli immigrati hanno subito in particolar modo dopo l'11 settembre; da allora è venuto a crearsi il binomio "immigrato-terrorista" superando per efficacia massmediatica quello di "immigrato-clandestino".
Razzismo che hanno subito i numerosi immigrati di Napoli e della provincia, rinchiusi nei CPT, ovvero campi-lager, razzismo che sente sulla propria pelle chi è considerato meno di una lattina di coca cola, chi è sfruttato quotidianamente, chi si vede negare ogni diritto perché immigrato.
Eppure erano la maggioranza sabato a manifestare: ciò significa che nessuna legge o governo o Stato può fermarli o criminalizzarli. Nessun apparato democratico può strumentalizzarli come vorrebbero i sindacati istituzionali. Anche per questo dobbiamo lottare contro i campi-lager, contro chi pensa agli immigrati come merce o come carne da macello (vedi proposta di inserire gli immigrati nell'esercito), per una sanatoria generalizzata senza condizioni, per la libera circolazione, per l'autodeterminazione dei popoli, uniti a fianco dei migranti. Contro padroni e Stati, siamo tutti immigrati.
Olga



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