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Da "Umanità Nova" n. 10 del 17 marzo 2002

Beffeggiare il potere
A colloquio con Franco Trincale, il cantastorie che infastidisce Berlusconi

La libertà d'espressione subisce di questi tempi forti attacchi da parte del potere.

Pubblichiamo in merito un'intervista a Franco Trincale, denunciato da Berlusconi per la sua attività di cantastorie e l'appello di Indymedia per la manifestazione del 16 a Roma "Reclaim your media!".

Abbiamo incontrato Franco Trincale, cantastorie siciliano attivo da quarant'anni, vive a Milano ed è molto conosciuto dai compagni. Silvio Berlusconi, a causa delle sue canzoni, lo ha citato come elemento di disturbo per lo svolgimento del processo SME

Per motivi di spazio, abbiamo dovuto sintetizzare la conversazione che abbiamo avuto con lui.

Tu che sei l'ultimo dei cantastorie, in cosa consiste il tuo ruolo?

Il cantastorie è colui che nelle piccole comunità portava le notizie che altrimenti non sarebbero giunte: il suo compito era fondamentale. Nel suo lavoro è più importante il testo che la musica. Io oggi non ho notizie nuove da raccontare, perché questo è compito di altri tipi di informazione. Allora cosa faccio? Avendo maturato una coscienza comunista/libertaria, nella notizia colgo l'essenza critica da rimarcare. Cioè quello che i giornali non dicono.

Berlusconi dice di te: ".... Francesco Trincale che si porta presso la piazza del Duomo ogni fine settimana per vendere materiale diffamatorio, altresì arringando i numerosi presenti con ulteriori diffamatorie prospettazioni....." e ti considera uno dei motivi per cui il suo processo debba essere spostato da Milano. Tu che ne pensi?

Io credo che se al posto di Berlusconi ci fosse D'Alema le cose non cambierebbero.

Il cantastorie beffeggia il potere ed io ho fatto sempre questo. Ancora adesso, come ho fatto con Craxi, D'Alema, beffeggio Berlusconi: se lui ha una serie di processi in ballo non è certo colpa mia. Io canto le "berlusconate": nel 1994 ho fatto il "berluschino", cioè il bambinello apprendista, preso per la manina da Craxi che lo porta nell'orto della politica.

"Berluschino piccolin,

già attaccato al cadreghin,

già muovevi i primi passi,

attaccato all'orto Craxi....."

Io canto qualsiasi notizia: nel '69 ho cantato la morte di Pinelli ed oggi canto contro la guerra, canto la morte di Carlo Giuliani a Genova...

Uno dei pericoli è quindi, secondo te, quello di togliere spazi di libertà?

Questo è molto importante: adesso diranno che la zona del Duomo è "sacra". Già ora vengono i vigili varie volte al giorno a cercare di farmi smettere o intimidirmi.

L'arte di strada è molto importante: ho ricevuto solidarietà da tutte le parti del mondo.

Io canto le notizie mentre accadono... Io sono con la classe operaia....e sono stato dovunque fosse necessario cantare contro il potere: ho cantato Piazza Fontana, ho cantato per Pinelli sotto la questura, per Ustica.

Per adesso voi siete l'unico giornale che è venuto ad intervistarmi: nessun altro ha considerato importante venire a parlare con me.

In questo momento io ho bisogno che venga riconosciuto il ruolo dei cantastorie, un valore culturale.

Io sono dalla parte della gente che lotta per la libertà, questo vorrei che fosse chiaro. L'attacco alla mia figura è un attacco alla libertà di espressione. Questo fatto va chiarito e denunciato perché è un fatto politico grave.

Io credo che il fatto politico è grave perché si attacca un cantastorie che è impegnato da sempre ed è, in qualche modo, la cattiva coscienza del potere.

Il tuo modo di esprimerti piace alla gente e questo è pericoloso.

È fondamentale quindi esprimerti in questo momento una forte solidarietà.

Insieme possiamo quindi concludere che la cosa più importante è difendere tutti gli spazi di libertà, lottare affinché la strada, le piazze siano luoghi liberi in cui ognuno possa esprimere il proprio pensiero.

Intervista a cura diAntonio e Rosaria



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