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Da "Umanità Nova" n. 11 del 24 marzo 2002

I cinquecentomila di Barcellona
Contro l'Europa dei padroni

Cinquecentomila. Un corteo maestoso, variegato, multiforme ha attraversato le strade di Barcellona in un sabato di metà marzo. Il 16 era il giorno fissato per il grande corteo unitario in cui culminavano le iniziative di contestazione del summit dell'Unione Europea, programmate dalle diverse anime del movimento No-Global.

La "Campagna contro l'Europa del capitale e la guerra", aveva annunciato una settimana di iniziative che hanno preso il via il 9 marzo con un "Reclaim the streets - Riprenditi le strade", una festa per le vie della città per la riappropriazione dello spazio pubblico privatizzato e motorizzato. Dall'11 al 14 marzo si sono tenuti incontri, dibattiti, proiezioni cinematografiche sul tema "Focalizziamo l'Europa del capitale".

Venerdì 15 la protesta è tornata in strada per una "Giornata di azioni decentralizzate" che, in barba alla militarizzazione della città, fatta vieppiù pesante col trascorrere dei giorni, intendeva rendere visibili le resistenze locali e settoriali avvolgendo Barcellona in una tela di ragno e lasciando i capi di Stato asserragliati nel loro bunker. Anche nella capitale catalana il governo spagnolo, presieduto dal conservatore Aznar, ha eretto la propria "zona rossa" a difesa del vertice dell'UE. Migliaia e migliaia di poliziotti sono stati concentrati in città mentre, com'è ormai consolidata abitudine repressiva, la sospensione del trattato di Schengen, ha prodotto numerosi respingimenti alle frontiere.

Venerdì 15 marzo

La giornata di venerdì si apre con il Caça-lobbies, l'Acchiappa-lobbies. L'appuntamento è alle 9,30 davanti alla Sagrada Familia. I poliziotti fermano tutti quelli che arrivano al concentramento, perquisendo anche i fotografi. Intorno alle 10,30 il corteo, al ritmo di strumenti autocostruiti, parte festosamente. Riferisce un testimone: "Un passo oltre il marciapiede e la polizia, senza preavviso e senza motivo, carica a bruciapelo. Un ragazzo rimane ferito, la piazza, sbigottita, arretra." Ad un nuovo tentativo di ripartire i poliziotti "ricaricano, in maniera breve ma accanita. Un altro ragazzo viene ferito e nel parapiglia l'aria si surriscalda". I manifestanti non rispondono alla provocazione, alcuni si siedono in terra, altri fanno cordone di fronte alla polizia. Finalmente la demo/performance riesce a partire. "Il corteo, rumorosissimo, strada facendo aumenta e ingrossa le sue fila. Si passa di fronte al BlockBuster, agli uffici dell'Afga, a "la Caixa", alla Telefonica, alla Agua de Barcelona, alla Fecsa (energia elettrica e nucleare catalana) e infine alla Repsol (proprietaria della Total). Di fronte a ogni sede vengono recitate alcune delle "malefatte" di queste compagnie, si invitano i dipendenti a scendere in piazza, si informa la gente sulla strategia antiambientalista e sanguinaria che persegue ogni corporazione."

Altro appuntamento è quello del MaRC-Attack, al Canaletes, nel cuore di Barcellona. Il "tema" della manifestazione è "Il capitalismo è irriformabile, va distrutto. Anche i ricchi piangono" Raccontano alcuni compagni: "Ci sono quasi mille compagn* e a dispetto dalle voci di corridoio nessuno pare "armato" (stando al clima creato dai media ufficiali). L'appuntamento è alle 13, ma ci si muove alle 14 verso il Liceu, un teatro lungo la stessa via."

I poliziotti in assetto antisommossa sono numerosissimi e circondano presto i manifestanti pretendendo di identificarli tutti. Nessuno vuole piegarsi al sopruso: tutti rifiutano di consegnare i documenti. La polizia carica da ogni lato. I compagni reggono la carica ma vengono dispersi da una successiva molto più dura. "... parte una seconda e più violenta carica che infrange il corteo nell'affollatissima Rambla (piena di bancarelle e chioschi). Le guardie si infiltrano pure ai lati e spezzano la folla. Vediamo degli sbirri farsi largo nella folla a manganellate, prendere un compagno caduto a terra e trascinarlo via. Inutile la pioggia di bottiglie che vola su di loro." Durante la ritirata per i vicoli vengono erette barricate mentre saltano le vetrine degli alberghi di lusso e delle multinazionali. La polizia spara pallettoni di gomma e ferma numerosi compagni, tra cui diversi mediattivisti di Indy Barcellona.

La tensione intorno alla Rambla continuerà sino a tarda sera. Il telegiornale di TV3 affermerà che "la manifestazione sulle Ramblas procede senza incidenti"!

In mattinata si era svolta anche la "Biciclettata Integalattica" per i viali Provenza e Sicilia. Anche i ciclisti hanno subito cariche da parte dei agenti motociclisti che hanno effettuato numerosi fermi.

In serata, in via Genova, si tiene una fiaccolata in ricordo di Carlo Giuliani. Sempre in serata uviene duramente caricato un corteo pacifico contro gli OGM ed anche un gruppo di compagni radunati sotto il commissariato per chiedere la liberazione degli arrestati.

"Nel frattempo il centro della città, soprattutto la zona fra l'università e il MACBA (museo dell'arte contemporanea), va riempiendosi di migliaia di persone convenute per il circo, il quale, per spettacolarità ed effetti non ha nulla di meno di uno "ufficiale" tranne che è alternativo, autocostruito, senza animali e anticapitalista. Insomma, molto più bello e divertente."

Sabato 16 marzo mattina: clima da grande festa

Il 16 marzo, il giorno della più grande manifestazione del movimento No-global, i media indipendenti subiscono un duro boicottaggio: Indymedia Barcellona resta bloccata per oltre due ore per un guasto sulle linee che la "Telefonica" attribuisce a non meglio determinate cause climatiche. Su Barcellona e sulle centinaia di migliaia di manifestanti convenutivi da tutta Europa splende il sole. D'altro canto già nei giorni precedenti numerose mailing list di movimento erano state bloccate da lavori di ristrutturazione che Yahoo aveva programmato "casualmente" in quei giorni.

Consapevole dell'importanza dell'informazione indipendente il governo spagnolo cerca di tappargli la bocca, sia arrestando i mediattivisti che chiudendo i canali di comunicazione.

"Il sabato si preannuncia festoso sin dal mattino. Decine di migliaia di giovani, principalmente universitari, inondano Barcellona. La Rambla, il centro, le università, ovunque si giri attorno Plaza Catalunya sembra di essere in un immenso squat. Colori, voci, vibrazioni e suoni sono sicuramente la nota più positiva che possiamo difficilmente trasmettervi da qui. Un enorme scritta campeggia sul muro vicino al MACBA: 'Squat your life, squat the world! (A)'".

"... un senso di appartenenza ad un altro mondo, quello possibile con la nostra lotta, pervade le piazze, le viuzze e supera l'ostacolo della babilonia delle lingue." Questa è l'atmosfera che si respira Barcellona secondo il resoconto di Barcelona Crew - Mw4k.

Il corteo contro l'Europa del capitale

Dopo una giornata folta di appuntamenti, dibattiti, assemblee ed incontri, intorno alle 18 parte il corteo contro l'Europa del capitale. I fogli distribuiti dagli organizzatori lo indicano diviso in vari blocchi: uno costituito dai movimenti indipendentisti, uno sindacalista (CGT, CNT e sindacati di base), quello della Campagna contro l'Europa del capitale e la guerra, e l'ultimo che raccoglie associazioni e collettivi vari . In realtà la straordinaria partecipazione alla manifestazione finisce con il rimescolare le carte ed il corteo appare multiforme e variegato, autentica immagine di un movimento dalle mille anime. "La marea di gente si confonde, ondeggia e si mischia attraversando trasversalmente blocchi, striscioni e cordoni. E lo fa danzando, suonando, innalzando pupazzi e palloni gonfiati enormi, con un ritmo di "fiesta" tipicamente latino." Numerose le bandiere rosse e nere degli anarcosindacalisti nella parte centrale del corteo.

Il corteo avanza lentamente, animato dai cacerolazos e da scritte e uova colorate contro banche e multinazionali. Al Paseo de Colon si tengono i comizi finali, ovunque risuona la musica.

La coda del corteo, in cui sono anche vari gruppi anarchici ed autonomi, arriva intorno alle 20. Gli edifici delle maggiori banche e caserme della città, che sorgono nei pressi di piazza Colon, vengono bersagliati a colpi di sassi. Partono anche 7 o 8 molotov. "La piazza non reagisce male. (...) Reagiscono male, invece, le guardie. Partono da dietro e dal lato due cariche della Polizia (per l'occasione tutta vestita in nero con scudi speciali antiproiettile), che spingono il corteo verso Avenue Parallel e la Rambla. Il servizio d'ordine si cordona a 100 metri di distanza dalla polizia, per arginare i danni e fare defluire alle sue spalle il corteo." Parte dei manifestanti fronteggiano la polizia per impedirle di dilagare sull'intero corteo. Partono però delle cariche dalla parte opposta, dalla Rambla e dall'avenida Parallel, dove i manifestanti si stavano limitando ad arretrare. "...gli sbirri cominciano a tirare fuori il meglio dei loro arsenali: lacrimogeni e pallettoni di gomma (ma pallettoni proprio, eh!).

Il corteo sbanda corre e si comprime su se stesso finché si sparge per una miriade di stradine a ridosso del MontJuic. Mentre si corre inseguiti da pallettoni sparati anche ad altezza d'uomo, una colonna di blindati ci taglia la strada e inchioda. Scendono al volo le guardie e violentissime, con odio, fanno una strage di tutta la gente che scappa. Inseguono la folla nei negozi e nella metro."

La caccia all'uomo prosegue per l'intera nottata. Numerosi gli arresti.

Ma i manifestanti non si fanno intimorire: una folla enorme si raduna allo stadio di MontJuic dove si svolge un concerto. "Ma non è tanto la musica, o non solo la musica, a dominare la festa, ma la stessa aria che si respirava la mattina per le vie del centro di Barcellona.

Nella notte mentre torniamo, vediamo ancora decine di migliaia di giovani salire verso il concerto-festa. È la consapevolezza che, come recita lo striscione dietro l'enorme palco, 'siamo milioni e il pianeta non è vostro!'"

Nel suo comunicato finale la Campagna contro l'Europa del capitale, sottolineando la grande partecipazione al corteo scrive: "... noi possiamo cambiare il corso della storia. Il terrore poliziesco non potrà rovinare questa festa. Con la partecipazione di tutti, un altro mondo diverrà reale"

Mortisia

Fonti: Indymedia Italia, Indymedia Barcelona, una compagna spagnola, Donato di Livorno, Barcelona Crew - Mw4k



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