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Da "Umanità Nova" n. 11 del 24 marzo 2002

Ricordando...
Salvatore (Totò) Cassisa

Salvatore Cassisa

La sera di sabato 23 febbraio, a Milano, è deceduto Salvatore (Totò) Cassisa. Siciliano di Trapani (è nato a Siena il 2 febbraio 1944, città dove i genitori si stabiliscono per due anni in seguito al rimpatrio da Tripoli) apprende le prime conoscenze sul pensiero libertario presso la biblioteca trapanese dove è custodita una ricca raccolta di testi e giornali anarchici dell'ottocento e primo novecento. Alla fine degli anni sessanta è a Trento, studente presso la facoltà di Sociologia, partecipando in prima persona alle lotte che danno inizio al grande movimento di contestazione e sceglie di non dare la tesi di laurea. Nel 1969 si stabilisce a Milano nel quartiere Ticinese allacciando un rapporto di amicizia con Giuseppe Pinelli, frequentando con lui il circolo Scaldasole, e negli anni successivi, come molti militanti, partecipa al movimento di sensibilizzazione sociale per contribuire a far emergere l'innocenza degli anarchici ingiustamente accusati per la strage di piazza Fontana. Operaio alla Sit-Siemens, è molto sensibile alle questioni legate al mondo del lavoro. In fabbrica contribuisce alla nascita del "Comitato di Lotta" che allaccia i rapporti con altre situazioni lavorative di base (come l'Assemblea Autonoma dell'Alfa Romeo, il CUB Pirelli...) nella prospettiva di un ampio fronte di lotta al di fuori del sindacalismo di Stato e in favore di un coordinamento basato sui principi dell'autonomia proletaria, di classe e di azione diretta dei lavoratori. A livello cittadino è tra i fondatori del gruppo "Azione Libertaria" (1969-1972) e dell'esperienza di "Proletari Autonomi" (1972-73), attivo nei primi anni settanta con una serie di iniziative a Milano: il gruppo sceglie la strada di non impegnare tutte le energie esclusivamente nella controinformazione sulla strage di Stato, bensì di riprendere un discorso, interrotto, con le realtà lavorative presenti sul territorio che si pongono su una effettiva azione di autonomia e di autoorganizzazione, di fare dell'intervento in fabbrica il centro della propria ipotesi di lavoro. Salvatore segue l'evoluzione del gruppo che si trasforma, nel 1974, prima in CCRAP (Centro Comunista di Ricerche sull'Autonomia Proletaria), e poi, nel 1976, in "Collegamenti" dando vita all'omonima rivista ancor oggi presente nel movimento: una fase di intenso lavoro di ricerca teorica e di collegamenti a livello nazionale, un luogo che si colloca come tendenza antileninista interna all'area autonoma, rappresentando una crescita politica importante e di un certo interesse. Alla fine degli anni ottanta ha partecipato alle iniziative del circolo "Napoleone Papini", contribuendo all'organizzazione di alcuni meeting anticlericali a Fano. Gli ultimi anni lo abbiamo visto attivo nella nascita della Confederazione Unitaria di Base (CUB) ed è stato tra i fondatori della CUB all'Italtel dove viene diffuso un giornale di fabbrica. Di Salvatore vogliamo ricordare anche la sua grande cultura e le sue vaste conoscenze in ogni ambito, frutto di un incessante studio. Spesso ci siamo rivolti a lui per comprendere meglio, attraverso la sua interpretazione, i fatti politici e sindacali che si sono susseguiti, attenti alle sue intuizioni politiche che poi si sono rivelate sempre esatte. Questo suo sapere lo ha messo a disposizione, per trent'anni, in maniera pacata ma intelligente, nelle discussioni dove ha apportato tesi riprese e utilizzate per la crescita collettiva. Purtroppo in questi ultimi anni un brutto male lo ha costretto a subire cinque interventi chirurgici e l'ultimo, diciotto mesi fa, ha complicato le cose. Ma Salvatore non è mai rimasto solo, gli sono stati vicino la compagna Anita e la figlia Sayan che lo hanno assistito con amore fino all'ultimo, così come gli sono stati vicini, sempre, molti amici e compagni. È stato accompagnato nel suo ultimo viaggio, prima della cremazione, da un centinaio di amici, di compagni, di lavoratori Italtel e della CUB, avvolto nella bandiera rossonera degli anarchici, sulle note di "Addio a Lugano" e de "L'Internazionale".

A nome di tutti coloro che lo hanno conosciuto, amato e stimato.

Anteo ed Errico M.



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