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Da "Umanità Nova" n. 14 del 21 aprile 2002

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Alta velocità: 50 sorgenti "colpite e affondate" da TAV
Castelvecchio, Badia di Moscheta, Frassineta, Casa D'Erci, Marzano, Carlone, Fontemezzina. Questi alcuni dei nomi delle sorgenti e dei pozzi intercettati ed impattati dai lavori dell'Alta velocità, nomi facenti parte di una lunga lista stilata dall'Arpat sull'Appennino. Dall'inizio degli scavi delle gallerie in Toscana sono 50 le sorgenti colpite, più 15 pozzi. Lo ha reso noto l'Associazione Idra alla vigilia degli scavi per il doppio tunnel Tav sotto Firenze. Un bilancio impressionante che secondo i timori di Idra rischia di aumentare, per un concorso di circostanze, non ultima la tardiva operatività dell'Osservatorio ambientale per il nodo fiorentino, riunitosi per la prima volta solo un mese fa.
L'Arpat suddivide in due categorie i pozzi e le sorgenti ''soggetti ad interferenza da parte degli scavi delle gallerie'': gli impatti certi e quelli accompagnati dalla dicitura ''dubbio'', quando ''il punto d'acqua in questione non può definirsi con certezza interferito, o per carenza di dati ante-operam, o per un trend attuale delle portate/livelli non univocamente interpretabile''. Anche tenendo conto di tale cautela interpretativa, afferma Idra, tuttavia, le sorgenti sicuramente impattate ammontano a 23, e i pozzi a 9. La palma di Comune-colabrodo spetta a Firenzuola con 20 sorgenti; seguono Vaglia con 12, Borgo San Lorenzo con 10, Sesto Fiorentino con 3, San Piero a Sieve con 3, Scarperia con 2; il record dei pozzi prosciugati va invece a Vaglia (7), seguita da Borgo San Lorenzo e San Piero a Sieve (3 ciascuno), Sesto Fiorentino e Scarperia (1 ciascuno)

Confindustria a Parma
Il 12 Aprile sono incominciati gli stati generali di Confindustria a Parma. Contro questa mega riunione di sfruttatori vari si è tenuto un presidio organizzato da varie realtà di Parma e non, per ribadire la nostra opposizione a qualsiasi riduzione dei diritti dei lavoratori (ne abbiamo?). I compagni, circa duecento persone, sono arrivati da varie regioni e hanno presidiato dalle 12 alle 16, sotto una pioggia continua, una delle entrate del quartiere fieristico.
Tutto è filato liscio fino a quando non si è deciso di bloccare il traffico per fermare simbolicamente il flusso degli imprenditori con i loro furti su 4 ruote, a quel punto un simpatico automobilista ha deciso di investire un compagno di Vicenza trascinandolo per qualche metro, senza prestare soccorso. Sono cominciati così alcuni tafferugli tra manifestanti e polizia che tra una manganellata e l'altra ha circondato tutto il gruppo. Infine tutto è tornato alla normalità senza ulteriori incidenti.
P.S.
La questura ha giudicato lo stiramento del compagno vicentino come un normalissimo incidente automobilistico!
I compagni di Parma

Palermo: e-movement contro e-government
Hanno avuto tutte un buon successo le iniziative politiche e le mobilitazioni promosse dal Forum Sociale Siciliano e dai Social Forum di Messina e Catania contro la conferenza sull'e-government che si è tenuta a Palermo nei giorni scorsi.
Mercoledì 10 aprile alla Facoltà di Lettere e Filosofia occupata si è svolta la prima giornata del seminario sui temi della cooperazione internazionale e dell'impatto delle tecnologie, sul controllo sicuritario, su sviluppo e grandi opere, su globalizzazione e saperi, su e-media e libertà d'espressione, sul partenariato euromediterraneo tra istituzioni e associazionismo al quale sono intervenuti Salvo Vaccaro, Fulvio Vassallo Paleologo, Michele Ambrogio ed altri esperti e studiosi di tali tematiche. Numerosi gli interventi dei presenti che gremivano per l'occasione l'aula magna della facoltà, a conferma della grande valenza che ha assunto l'occupazione come risposta libertaria e liberatoria alla vergognosa blindatura che Palermo ha dovuto subire prima e durante l'inizio dei lavori della Conferenza sul governo elettronico.
Nel pomeriggio alcune centinaia di persone si sono riunite a piazza Marina nel centro storico dove su un palco si sono succeduti gli interventi di Ishmael, sopravvissuto al naufragio di Lampedusa del 7 Marzo scorso, di Fateh palestinese a Palermo, di Mimma Grillo del FSS che ha riportato la sua testimonianza dopo il viaggio nei Territori, di Angela del Comitato di lotta per la casa che in questi mesi sta conducendo insieme a tanti altri una battaglia per i contributi alloggiativi che il Comune non si decide ancora ad erogare. Oltre alla musica che ha ritmato il susseguirsi degli interventi, la piazza era animata dalla presenza di un banchetto informativo presso il quale ci si poteva procurare copie del software Linux alla faccia degli organizzatori-sponsor della conferenza (Microsoft, IBM ecc.).
Giovedì 11 aprile secondo e ultimo giorno del seminario con interventi di Bernocchi (Cobas), Cremaschi (Cgil-Fiom) e Ali Rashid della delegazione palestinese in Italia.
Nel pomeriggio, un corteo di quasi tremila persone ha percorso le vie del centro storico. Un corteo colorato e comunicativo, guardato a vista da agenti in borghese presenti tra i manifestanti e dai reparti antisommossa di PS e Carabinieri che chiudevano tutte le vie di fuga laterali al percorso principale. A causa di un'odiosa campagna allarmistica messa in atto da molti soggetti più o meno sospetti in città, diversi negozianti della via Roma hanno chiuso le saracinesche al passaggio dei manifestanti: nonostante questo sono stati moltissimi i momenti di confronto e comunicazione con i passanti e i cittadini che vedevano sfilare il corteo e più volte ci è stata dimostrata piena solidarietà. Arrivati a piazza Indipendenza, sulla quale si affaccia Palazzo dei Normanni sede della Conferenza, le guardie, armate di tutto punto, hanno provocatoriamente accerchiato il corteo tappando tutte le naturali vie di deflusso attorno alla piazza. Solo grazie alla lucidità e al sangue freddo dei manifestanti si è evitato un epilogo drammatico: dopo qualche momento di tensione il corteo si è sciolto a ritmo di musica sparata a palla contro Berlusca, poliziotti, caramba, finanzieri e giornalisti questurini.
Ancora una volta Palermo e la Sicilia hanno risposto con radicalità a questo vertice dei potenti del mondo. La conferenza sull'e-government è stata pubblicamente sbugiardata come l'ennesimo tentativo dei governi e delle imprese occidentali di spacciare per atto di generosità una lucida manovra diretta a imporre diktat politici ed economici alle popolazioni dei paesi del Sud del mondo.
Tutto quello che è avvenuto in quei giorni può essere letto sul sito di Indymedia (www.italy.indymedia.org) che ha garantito una costante copertura informativa delle iniziative intraprese.
T.A.Z. laboratorio di comunicazione libertaria

Brescia: disarmiamo Exa!
Le promesse di pioggia ed i divieti della questura hanno preceduto il corteo organizzato dal locale social forum a Brescia contro la mostra-mercato delle piccole armi. Fortunatamente un buon vento ha spazzato via le nubi ed le circa 10.000 persone presenti hanno potuto dar vita ad un corteo vivace e determinato a rallentare per qualche ora l'accesso al capannone dove i mercanti e produttori di morte esponevano le loro merci, merci grazie alle quali ogni giorno, ai quattro angoli del pianeta, vengono ferite ed uccise centinaia di persone inermi. La militarizzazione era pesante ma alla fine, nonostante il divieto a raggiungere la sede dell'Exa, il corteo è sfilato dinanzi ai cancelli blindati della mostra. Gli anarchici, presenti con un buono spezzone aperto dai compagni del bresciano circolo anarchico Bonometti e chiuso da quello della Federazione Anarchica, erano circa trecento guardati a vista, oltre che dai carabinieri e poliziotti dello Stato anche dalle "guardie rosse" di Rifondazione che, per l'intero percorso, hanno effettuato servizio d'ordine in coda al corteo. Inutile sottolineare lo squallore penoso che contraddistingue gli odierni nipotini di Togliatti, cui la patina no-global non riesce certo a scrostare le vecchie abitudini staliniste. Al termine del corteo lo spezzone anarchico si è staccato dal resto della manifestazione dove una delegazione tentava di essere ricevuta dai responsabili di Exa ed è tornato a piedi alla piazza di partenza del corteo, contribuendo così bloccare ancora per un'ora le strade di accesso alla mostra.
Molti tra i presenti allo spezzone anarchico si sono domandati se, anziché passeggiare per ore tra i capannoni in parte dismessi dell'estrema periferia bresciana, non sarebbe stato più utile attraversare la città, cercando di comunicare con i tanti cui Exa è da sempre mostrata come "fiore all'occhiello ed elemento di sviluppo". Evidentemente, come troppo spesso ormai accade nel nostro paese, agli organizzatori stava a cuore la visibilità mediatica garantita dal simbolico blocco degli accessi alla mostra ben più del rapporto diretto con la popolazione bresciana.
Il bilancio della manifestazione ci pare comunque positivo: quest'anno la vetrina dei mercanti di morte è stata offuscata dalla protesta antimilitarista. Il corteo di sabato ha disvelato cosa si nasconda dietro un'"innocua" esposizione di armi "sportive": gli strumenti di morte di mille guerre, compresa quella che le forze del disordine attuano contro i tanti che nel nostro paese si oppongono alla guerra, all'oppressione, alla diseguaglianza.
ma. ma



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