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Da "Umanità Nova" n. 15 del 28 aprile 2002
Vendesi lavoratori
Cancellate la sicurezza nei cantieri e il divieto d'appalto di manodopera
Continua al senato il cammino del disegno di legge n.848, contenente la delega al governo in materia di lavoro. È di questi giorni la notizia dell'approvazione di un emendamento di AN che reintroduce negli appalti pubblici le famigerate "offerte
al massimo ribasso". Di cosa si tratta è presto detto: chi offre il
prezzo più stracciato può aggiudicarsi l'appalto pubblico cui
partecipa. E questo in barba al costo del lavoro e alla sicurezza dei
lavoratori. Viene così eliminata dall'ordinamento un'altra norma di
garanzia dei lavoratori. Infatti, da un paio d'anni, chi voleva partecipare
agli appalti pubblici doveva almeno garantire che l'offerta fosse in linea con
i costi delle retribuzioni e le spese per la sicurezza dei lavoratori che
sarebbero stati impiegati nell'appalto. In questo modo si impediva appunto che
chi si fosse aggiudicato l'appalto potesse usare le forme più bieche di
sfruttamento (subappalti a ditte fantasma, lavoro nero, ecc.). Da domani si
torna all'antico.
Del resto, la "filosofia" di questo disegno di legge è la totale
"individualizzazione" del rapporto di lavoro e la sua totale
flessibilizzazione, con l'affidamento ai privati del mercato del lavoro. Brilla
in questo senso l'abrogazione della legge 1369/60 che vieta l'appalto di
manodopera. Al suo posto, tutta una serie di norme che consentono alle agenzie
per il lavoro interinale e al lavoro interinale stesso, di diventare
assolutamente centrali nel mercato del lavoro, legalizzando così il
mercato delle braccia.
Viene toccata anche la norma che regola la cessione dei c.d. rami d'azienda: da
domani, il ramo da cedere non dovrà più avere una sua autonomia
funzionale preesistente alla cessione e quindi potranno essere ceduti blocchi
di lavoratori mettendoci semplicemente sopra l'etichetta del ramo d'azienda.
E che dire dei nuovi contratti di lavoro a chiamate o occasionale o
accessorio…
Da questi pochi accenni, appare chiaro che la difesa del'art. 18 dello statuto
dei lavoratori, pur sacrosanta, rischia di diventare uno specchietto per le
allodole. Il contenuto della delega al governo, che recepisce gran parte del
"Libro bianco sul lavoro", comporta un azzeramento della tutela dei lavoratori,
di tutti i lavoratori, davanti al padrone, a qualsiasi padrone. Non si vuole
manodopera flessibile, si vuole manodopera sottomessa e ricattabile, priva di
qualsiasi garanzia di stabilità, con salari minori e operante senza
norme di sicurezza. Chi ricorda le filande del '700 inglese? All'orizzonte
abbiamo una nuova "rivoluzione industriale".
Simone Bisacca
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