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Da "Umanità Nova" n. 16 del 5 maggio 2002

Ricordando...

Delfina Stefanuto

Mercoledì 17 aprile, un funerale con le bandiere anarchiche ha attraversato il paese di Gattinara malgrado i pretestuosi divieti dei vigili e dei vari tutori del disordine. Accompagnava alla sua ultima dimora Delfina Stefanuto, di 73 anni, colpita a morte da un'emorragia celebrale mentre in ospedale stava assistendo il suo compagno di sempre Giuseppe Ruzza.

Fin da bambina costretta alle parate delle "Piccole italiane" aveva in odio il fascismo, tanto che a 14 anni entrò in contatto con le formazioni clandestine del paese e ben presto divenne una giovane staffetta indispensabile per mantenere i contatti e i rifornimenti con i partigiani combattenti che avevano le loro basi sulle alture della Valsesia, della Val d'Ossola e delle numerose posizioni fortificate dei dintorni. In quei frangenti conobbe anche Giuseppe, con cui avrebbe avuto due figli.

Operaia tessile dopo la Liberazione, ben presto venne fatta oggetto dell'ostracismo padronale perché aveva osato difendere i diritti suoi e delle sue compagne di lavoro.
Nella seconda metà degli anni 50 Giuseppe venne rinchiuso per vari anni in carcere per aver favorito la fuga di un compagno spagnolo in procinto di essere arrestato per la rapina ad una banca di Casale Monferrato. Delfina entrò dunque in contatto col mondo dei detenuti, coi quali avrebbe continuato un'attiva solidarietà per il resto della sua vita.

Col ritorno alla libertà di Giuseppe l'attività solidale verso i detenuti si alimentò con le iniziative del Circolo "Scribante" e con la stampa de "l'Agitatore" e ciò non poté mancare di dar fastidio all'ordine costituito. Così, con pretestuosi motivi nel 1983 entrambi vennero arrestati e, pur in assenza di prove che potessero trattenerli in carcere, dovette passare quasi un anno prima che fossero loro concessi gli arresti domiciliari e infine rimessi in libertà.

Per la sua generosità e solidarietà Delfina continuerà a rimanere nel cuore di tutti i compagni che l'hanno conosciuta.

Alfonso Nicolazzi



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